L'oggetto dei desideri di molte donne

1. Blu Anello Diamond di Chopard Al prezzo di 16.260 mila dollari, questo ovale anello di diamante a forma di triangolo blu ha le spalle a forma di diamanti e 18 carati fascia in oro bianco con diamante pavé di diamanti trovi blu sono tra i più rari di colorate gemme naturali.

2. Cuore Garrad di Ruby Regno collana più costoso di questo mondo a $ 14 milioni, ha un 40,63 carati, Rube Birmania di forma di cuore al centro con la collana contenente 155-carati diamanti. La collana può anche essere indossato come un diadema.


3.Diamond e Emerald Necklace di Chopard Composto di 191-carati smeraldi colombiani si è stimato a circa $ 3 milioni. Una cascata implicita di verde e bianco, il diamante glorioso e Emerald Necklace è interamente impostato a 16 carati a forma di goccia rosa diamanti taglio.
4.Martian Pink Diamond”, un rarissimo e prezioso diamante rosa

La nostra vita


 Ci sono giorni nella vita in cui non succede niente,
giorni che passano senza nulla da ricordare, senza lasciare una traccia,
quasi non fossero vissuti. A pensarci bene, i più sono giorni così,
e solo quando il numero di quelli che ci restano si fa chiaramente più limitato,
capita di chiedersi come sia stato possibile lasciarne passare, distrattamente, tantissimi. Ma siamo fatti così: solo dopo si apprezza il prima e solo quando qualcosa è nel passato
ci si rende meglio conto di come sarebbe averlo nel presente.  Ma non c'è più.


Tiziano Terzani

Le piante piangono

Le piante piangono
Una ricerca recente scoperta, le piante fanno rumori (piangendo) quando stanno morendo di sete. Gli scienziati hanno scoperto che le piante effettivamente gridano quando hanno bisogno di cure o hanno paura i suoni prodotti per la sete sono circa cinque volte più acute di quanto siamo in grado di sentire. Ma gli scienziati con piccoli microfoni specializzati hanno sentito delle piante di mais che richiedevano acqua. Nel corso del loro studio, i ricercatori hanno scoperto che le piante fanno una grande quantità di rumore. Foglie e steli del mais fanno rumori fregandosi l'uno contro l'altro durante la crescita. Abbiamo tutti sentito il suono delle foglie delle piante sbattere nel vento. Tuttavia, un altro suono si sente quando il grano non ha acqua a sufficienza. E' un rumore acuto. Le piante hanno tubi interni che trasportano acqua e sostanze nutritive fin dalle radici e alle foglie. L'acqua scorre in questi tubi in tensione. Quando non c'è abbastanza acqua, la tensione diventa troppo grande e i tubi si rompono Il popping è il suono di quelle fratture.

Illusioni ottiche


La Torre degli inganni
Piazza dei Miracoli, Pisa: la torre più famosa del mondo, ben rappresentata in queste fotografie, scattate da... posizioni e angolazioni differenti? È quanto sembra, ma le due foto sono in realtà la stessa identica immagine ripetuta due volte. Una accanto all'altra ingannano il nostro sistema visivo che le interpreta come una sola scena. Se le torri fossero davvero due, e vicine, la prospettiva farebbe convergere le loro linee di fuga. Invece sono parallele e questo mette in crisi il cervello, abituato a sistemare ciò che vediamo in base a regole precise. In questo caso, "esclude" la possibilità che le torri siano parallele e ci induce a vederle divergenti e ad attribuire loro una diversa pendenza. Un'illusione semplice, che sfrutta le contraddizioni tra ciò che vediamo e ciò che immaginiamo di vedere. 

La musica influenza il nostro corpo

Il battito cardiaco cambia con la musica che si ascolta!
La musica può essere così potente che può influenzare il vostro umore, onde cerebrali, e persino il battito cardiaco! Si scopre che quando ascoltiamo la musica il nostro corpo reagisce ai suoni che sentiamo. Se una persona ascolta il rock o techno, il loro battito cardiaco accelerare involontariamente. È vero il contrario se qualcuno ascolta la musica più rilassante o strumentale. La musica è così influente che può alterare il battito cardiaco, frequenza cardiaca, pressione sanguigna, diminuire la tensione muscolare, e anche influenzare il movimento del corpo e la coordinazione!

La vita è come il jazz






La vita è un po’ come il jazz:
viene meglio quando si improvvisa.
George Gershwin

FENESTRELLE - I LAGER DEI SAVOIA

L' Italia continua a volere ignorare una storia fatta di dolore, di disperazione e di morte che da più di 150 anni attende di essere scritta nei libri di scuola.

Walt Disney World Orlando Florida

Il Walt Disney World Disney World ha aperto il 1 ° ottobre 1971 con solo il Magic Kingdom parco a tema e da allora ha aggiunto Epcot (1 ottobre 1982), Disney Hollywood Studios (1 maggio 1989) e Disney Animal Kingdom (22 aprile 1998).


Coral castle

Edward Leedskalnin nacque in Lettonia agli inizi del ‘900. L’amore della sua vita, che egli chiamava solamente “Dolce Sedicenne”, lo abbandonò proprio il giorno in cui avrebbero dovuto sposarsi. Così, partì per l’America, si stabilì in Florida e lì, iniziò a costruire un’opera gigantesca con l’intento di riconquistare l’amore perduto. Costruì, dal 1920 al 1940 circa, una grande abitazione di corallo su 4 ettari di terra, ma la cosa strabiliante è che la fece tutto da solo! Non si fece aiutare da nessuno. Lavorava solamente di notte e quando venivano a trovarlo, sospendeva temporaneamente i lavori, per poi continuare quando i suoi ospiti se ne andavano. Quando vi lavorava, da lontano si potevano scorgere solamente lampi nel buio della notte provenire dal sito in costruzione. Edward Leedskalnin, alto solamente 1 metro e 52 centimetri, pesante solamente circa 50 kg, era misteriosamente capace di sollevare pietre pesanti diverse tonnellate (fino a 30 t.), modellarle e collocarle, anche in bilico, in punti impervi. Un esempio su tutti, il grande modello di Saturno, pesante 18 tonnellate, posto ad una certa altezza, su un muro spesso solo 90 cm. Si pensa che Edward fosse capace di sollevare queste pietre, utilizzando una forza a noi sconosciuta. Lui stesso, affermò di usare la stessa tecnica usata dai costruttori delle piramidi! Ma non rivelò mai niente di più.

Bar Ristorante su sequoia

Siamo in Nuova Zelanda, e ciò che vedete è "Yellow treehouse", un lounge bar e ristorante costruito su una sequoia gigante all'interno di una foresta. Un luogo perfetto per iniziare la propria serata in modo esclusivo. Inoltre può essere rimossa e installata su altri alberi.

Wandjina, gli dei degli aborigeni australiani

Gli aborigeni australiani venerano tuttora certi misteriosi dei giganti e aureolati, in tuta e casco, che scesero sulla Terra nella notte dei tempi, provenendo dal Mondo del Sogno.
GLI DEI PADRI "Queste ed altre tradizioni erano state insegnate agli aborigeni", "dai Wandjina, gli Dei che rappresentavano l'universo e che hanno lasciato molti racconti e tradizioni orali legati a particolari stelle, come Beta e le Plejadi. Secondo le tradizioni locali i Wandjina, termine che significa 'il Tutto', vissero in un tempo detto 'dei genitori', un'era in cui alcuni di questi Dei, descritti come esseri umani giganteschi e senza bocca, con la testa raggiata e gli occhi neri, insegnarono le leggi agli uomini. In un periodo indeterminato della nostra storia i Wandjina subirono una trasformazione. Crearono il mondo attraverso il canto. Provenivano dal 'tempo del sogno', un'epoca in cui gli Dei non avevano una forma ben definita, pur essendo giganteschi". Dalla mitologia locale si capisce che gli aborigeni dei Wandjina non sapessero poi molto, salvo il fatto che avessero creato il mondo e che, in un secondo tempo (e questo fa il paio con molti 'miti' occidentali e paracristiani), scesero sulla Terra per insegnare "le leggi, i precetti e le regole di comportamento". "I Wandjina introdussero i rituali e le pratiche cerimoniali che per secoli sono stati alla base del retto vivere degli aborigeni", "Essi sostenevano che l'uomo è stato creato con due anime; una viene tramandata ai figli, l'altra è destinata a tornare nel luogo ove si trovava prima di incarnarsi sulla Terra, là ove vivono gli Dei, in un mondo eterno ed invisibile, che è l'indistruttibile continuazione spirituale del mondo terrestre. Gli aborigeni credevano poi in un'era passata in cui vissero sulla Terra gli Dei e gli eroi mitici (curiosamente anche la mitologia greco-romana condivide, agli antipodi del mondo, questa credenza; e vi fu un tempo in cui gli uomini erano per metà animali. Gli aborigeni sostengono di essere sulla Terra da migliaia e migliaia di anni. E questo vero, pur cozzando contro l'archeologia ufficiale. La più antica raffigurazione civilizzata degli aborigeni australiani risale a 30.000 anni fa, e mostra una figura di donna. Si tratta di un indizio che ci costringe a retrodatare di molto la nascita della cultura nel continente oceanico".

DEI EXTRATERRESTRI
 Il parallelismo con i "miti" occidentali, ma anche indù, è davvero curioso. Tutti i cultori dell'archeologia misteriosa sanno che esistono centinaia di opere che rileggono in chiave aliena certe misteriose figure scese nella notte dei tempi sulla Terra e descritte per metà umane e per metà animalesche. Si pensi agli anfibi Oannes della mitologia sumera e Dogon e agli esseri "mostri" descritti ne Le Stanze di Dzyan indiane e nei Veda indù, nella Teogonia del greco Esiodo e nei Canti dell'Edda nordici. Anche nella mostra di Gravellona era presente una raffigurazione di questo tipo, proveniente questa volta dalla Nuova Guinea: un idolo ligneo di venti centimetri raffigurante un misterioso "antenato" con copricapo, opera di un indigeno del fiume Sepik. Se si toglie il copricapo-feticcio a forma di volatile (e dunque indicante la provenienza dal cielo) alla figura, appare un curioso Grigio proboscidato. Spiccano i grandi occhi ovali e scuri, laterali, e le lunghe braccia esili che raggiungono le gambe corte e tozze. Ma anche le raffigurazioni dei Wandjina esposte alla mostra tolgono il fiato. Soprattutto perché di esse non esistono prove fotografiche o filmiche, eccezion fatta per le immagini pubblicate nei libri e nei video di Erich Von Daeniken I reperti qui esposti sono autentici. Fa bella mostra di sé un idolo ligneo che rappresenta uno di questi dei. Non manca nulla: il casco raggiato, la tuta aderente, la cintura. Non c'è la bocca, come se la raffigurazione del viso si riferisse in realtà ad uno scafandro. Certo, è solo un'impressione, che viene però confermata dalla foto di un secchiello Karaki, opera di un indigeno Womora (zona del Kimberey). Sul secchiello è raffigurato il volto del dio, a colori. Gli occhi sono scuri, come nei Grigi, e punteggiati, come se fossero splendenti.
IL TEMPO DEL SOGNO
 Vi sono raffigurazioni di Dei molto strani, degli umanoidi filiformi, dalle braccia molto lunghe, Un "mito" sull'inizio del mondo, una delle molte tradizioni orali inedite, Si tratta di una preghiera intitolata "Prima che il tempo cominciasse", ed è un racconto di un uomo medicina, uno stregone aborigeno. "Prima della creazione, cioè prima della venuta di animali, pesci, uccelli o qualsiasi altra cosa vivente", riporta il testo, "il mondo era unicamente una superficie piatta che si estendeva fin dove noi credevamo fosse l'orlo dell'universo. Allora, in un tempo indeterminato, che noi chiamiamo poeticamente Tempo del Sogno, creature giganti semiumane mossero attraverso la Terra compiendo le stesse mansioni che noi portiamo a termine oggi. Improvvisamente il Tempo del Sogno finì, mistero che noi aborigeni non sappiamo spiegare. Alcuni dei creatori furono plasmati in rocce, altri occuparono il cielo per diventare corpi celesti. Essi decretarono le nostre leggi e i riti di iniziazione. I miti e i precetti sulla creazione del mondo vengono trasmessi oralmente e appartengono alla vita della tribù; mentre le storie segrete sono patrimonio esclusivo degli sciamani..." Ci deve essere del vero in quest'ultima affermazione. Leggendo alcune delle "novelle" degli aborigeni australiani, scopriamo che essi, pur essendo "primitivi", sapevano che il ciclo delle maree era legato alle fasi della luna (se ne parla diffusamente in un mito intitolato "Alinda, l'uomo-Luna") e che essa ha un ciclo di rivoluzioni differente da quello del sole ("essa muore solo per tre giorni e torna in vita di nuovo per riprendere il suo viaggio attorno al cielo". É sufficiente pensare che lo abbiano scoperto solamente osservando il cielo?

ANTONIO LIGABUE. LA FOLLIA DEL GENIO.

Antonio Ligabue, il cui vero cognome è Laccabue, nasce in Svizzera a Zurigo il 18 dicembre del 1899.
Figlio di un'emigrante italiana, fu dati in adozione ad una famiglia svizzera tedesca che lo affidò a sua volta ad un Istituto per ragazzi difficili da dove fu espulso a sedici anni. Selvaggio, imprevedibile per il suo rapporto con il mondo e la realtà, per tutta la vita fu considerato un matto e venne espulso in manette dalla Svizzera ed istradato in Italia. La sua pazzia era solo il suo essere istintivo ed autentico nella vita, come nel suo essere pittore. Riconosciuto, come il più alto esponente dei Naif italiani, riempie la realtà della campagna lombarda di alberi e foglie di una fantastica giungla popolata di animali domestici e selvaggi.
Nella sua "diversità" Ligabue si distingueva dagli altri ragazzi per l'abilità nel disegno e per l'amore verso gli animali. Ritornato forzosamente in Italia, per mantenersi si adattò a fare mille mestieri, lontani dalla pittura, ma ebbe occasione di dipingere cartelloni e fondali per circhi equestri. Per i disturbi mentali di cui soffriva, Ligabue viveva completamente solo ed isolato e fu persino ricoverato in manicomio più di una volta. Un fortunato incontro di Antonio Ligabue con lo scultore Marino Renato Mazzacurati nel 1927, diede una svolta finalmente positiva alla sua vita sfortunata. Lo scultore, maestro della prima Scuola Romana, riconobbe in quello strano personaggio le doti del vero artista. Mazzacurati insegnò a Ligabue l'uso dei colori ad olio, aiutandolo a padroneggiare il suo talento e facendolo entrare nel mondo artistico.
Dal 1932 Antonio Ligabue è in grado di vivere con i proventi della sua arte, la sua vita è completamente dedicata alla pittura, amici e conoscenti, nonostante la sua parlata mezzo tedesca e le sue stranezze, lo ospitano dando alla sua esistenza una parvenza di normalità.
Ma nel 1937 viene internato in un manicomio in "stato depressivo" ed ancora una volta lo scultore Mazzacurati si interessa a lui, facendolo dimettere. Anche in manicomio Ligabue continua a dipingere sotto l'occhio attento e curioso dei medici che dicono di lui: "...dipinge in modo primitivo, comincia dall'alto con pentimenti e correzioni, sino al margine inferiore...". Comunque Ligabue, anche quando fu raggiunto dalla notorietà, continuò ad essere un personaggio inquietante, diverso e strano. Rintanato tra gli alberi, le nebbie e le calure della Bassa Padana, con le sue ossessioni maniacali, Ligabue continua a rappresentare il mondo intorno a sé in tinte fosche e misteriose. Durante la seconda guerra mondiale Antonio Ligabue viene ingaggiato come interprete dai tedeschi, ma, durante un diverbio, aggredisce un soldato con una bottiglia e viene nuovamente internato in una casa di cura, dove rimane per tre anni. Nel 1948 iniziò a dipingere più intensamente, e giornalisti, critici e mercanti d'arte iniziarono a interessarsi a lui. Nel 1957 Severo Boschi, "firma" de Il Resto del Carlino, e il noto fotoreporter Aldo Ferrari si recarono a Gualtieri per incontrarlo: ne scaturì un servizio sul quotidiano e immagini tuttora notissime. Nel 1961 fu allestita la sua prima mostra personale alla Galleria La Barcaccia di Roma. Ebbe un incidente di motocicletta e l'anno successivo fu colpito da paresi. Guastalla gli dedicò una grande mostra antologica. Chiese di essere battezzato e cresimato, morì il 27 maggio 1965. Riposa nel cimitero di Gualtieri, sulla sua lapide la maschera funebre in bronzo ad opera di Mozzali.

Villa Pisani

La maestosa villa dei nobili Pisani si affaccia sulla Riviera del Brenta, ideale continuazione in terraferma del Canal Grande veneziano. Dopo aver ospitato nelle sue 114 stanze dogi, re e imperatori, oggi è un museo nazionale che conserva opere d'arte e arredi del Settecento e dell'Ottocento tra cui il capolavoro di Gianbattista Tiepolo Gloria della famiglia Pisani, affrescato sul soffitto della sala da ballo.
Il labirinto 
 Villa Pisani è famosa inoltre per il suo labirinto di siepi di bosso, uno dei tre labirinti in siepe sopravvissuti fino ad oggi in Italia. Nel labirinto avveniva il gioco tra dama e cavaliere: la dama si poneva sulla torre centrale con il suo volto mascherato e il cavaliere doveva raggiungerla, una volta arrivato, lei svelava la sua vera identità: ma era sempre una sorpresa. Il labirinto è una filosofia classica del passato greco del Minotauro e Minosse: può essere simbolo cristiano ma anche pagano: esprime il desiderio inconscio di perdersi per poi ritrovarsi. Questo è il tipico labirinto dell'amore.
La ghiacciaia
chiamata anche "la casa dei freschi" è una collinetta artificiale, internamente cava e con intorno un fossato. Nel fossato, d'inverno, l'acqua ghiacciava; il ghiaccio veniva tagliato in grossi blocchi che, attraverso un cunicolo, venivano accumulati all'interno della collinetta e servivano per conservare d'estate, cibi e bevande. Sulla collinetta si eleva un'aerea loggia a pianta quadrata detta anche "coffee house", luogo di sosta e ristoro durante le passeggiate nel parco. In fondo al parco c'è "l'orangerie". In base alla mitologia, Ercole era così forte perché si cibava di agrumi: diviene fondamentale nella dieta di ogni Doge o del Re avere agrumi tutto l'anno anche in climi freddi, così creavano delle serre per conservare in inverno piante di limoni e aranci.

Chi non ama gli animali non ama neanche i suoi simili

La commiserazione per gli animali è intimamente connessa con la bontà di carattere, in modo tale che si può dire di sicuro che  chi è crudele con gli animali non può essere una  persona. buona  La compassione per tutti gli esseri viventi è la prova sicura di condotta morale - 
Arthur Schopenhauer. -

Magna Grecia - Poseidonia

La Magna Grecia ("Magna Graecia" in latino, "Megálē Hellas") è il nome dell'area geografica situata nella penisola italiana meridionale che fu anticamente colonizzata dai Greci a partire dall'VIII secolo a.C. Paestum è un'antica città della Magna Grecia sacra a Poseidone (Poseidonia) ma devotissima anche a Hera e Atena. Il suo territorio è ancora oggi cinto dalle mura greche, così come modificate in epoca lucana e romana poi. La città fu fondata intorno all'inizio del VII secolo a.C. da coloni Greci provenienti da Sybaris con il nome di Poseidonia. La ricchezza della città è documentata dalla costruzione avvenuta tra il VI ed il V secolo a.C. di grandi templi le cui rovine si sono ben conservate fino ai giorni nostri.

Generale Sherman, il gigante


È alto 84 metri, pesa 5.445 tonnellate e ha una circonferenza (alla base) di 31 metri: è questa la carta d'identità dell'albero più grande del mondo e dell'essere vivente dal volume più imponente del pianeta (1.487 metri cubi). La gigantesca sequoia (Sequoiadendron giganteum) si trova in California nel Sequoia National Park e si chiama Generale Sherman, in onore del celebre generale statunitense della Guerra di Secessione. 
Le sequoie giganti, comunemente chiamate in America “big tree”, ossia grande albero, sono alberi altissimi che possono raggiungere i 130 metri di altezza, secondi al mondo solo agli eucalipti dell'Australia (Eucalyptus amygdalina) che arrivano a toccare i 150 metri.
Quanto all'età, il Generale non scopre le carte, ma dalle analisi dendrocronologiche effettuate risulta che dovrebbe avere dai 2.300 ai 2.700 anni. Un'enormità, ma ampiamente superata dai 4.789 anni di “Matusalemme”, il pino, anche lui californiano, che detiene il record dell'albero più vecchio del mondo e un nonnulla in confronto alla foresta pietrificata  dell'Arizona risalente a 225 milioni di anni

Il RAPPORTO AUREO o PROPORZIONE AUREA

Il RAPPORTO AUREO o PROPORZIONE AUREA Quell'inceppo col granello di sabbia è metafora dell'inizio della consapevolezza di Noi nell'Universo conosciuto, momento in cui da componente armonica ci siamo posti in posizione dissonante rispetto ad esso. Tutto ciò che è avvenuto successivamente viene chiamata "evoluzione", tutto ciò che è accaduto realmente è stata competizione finalizzata ad interessi di Specie, in conflitto e a scapito di tutte le altre componenti della Natura, conosciuta. Ciao.  Antonio Fortarezza Gli antichi Egizi conoscevano il rettangolo Aureo.. Gli antichi egizi conoscevano il cosiddetto "rettangolo aureo", una figura geometrica basata su precise proporzioni che, secondo molti studiosi, è alla base delle concezioni artistiche delle civiltà mediterranee, non soltanto nelle arti figurative, come architettura e scultura, ma anche nella musica. E' quanto sostiene il ricercato Vasile Droj, dopo l'analisi di una figura esistente nella tomba di Senmut, architetto egizio della 18esima dinastia, che si trova a una trentina di chilometri da Luxor. Nella stessa tomba è presente anche un graffito che mostra la costellazione di Orione in rapporto con le tre piramidi di Gizah. Questo conferma, secondo Droj, che gli agizi basavano il loro concetto dei rapporti fra terra e cielo su ragionamenti fondati su precisi concetti geometrici e matematici. Sarebbe questa la prima precisa conferma archeologica di tali connessioni. Sul soffitto "astronomico" della tomba di Senmut, il rettangolo che contiene le tre stelle della cintura di Orione è contenuto in un rettangolo più grande, che messo in relazione col primo, mostra esatte connessioni geometriche. Il rettangolo piccolo è posto in un punto "strategico", incrocio di diverse diagonali, che porta alla creazione del rettangolo detto "aureo" in cui i lati hanno misure rispondenti a una precisa proporzione geometrica, detta appunto "proporzione aurea". I rapporti fra i lati generano una serie di numeri, fra cui la radice quadrata di 2, che è un numero irrazionale. Questo porta a credere che gli egizi conoscessero già questa classe di numeri, che poi furono riscoperti dai pitagorici (e celati dal segreto perche si pensava sconvolgessero l'ordine del mondo). Questa serie di numeri, dice ancora Droj, è il fulcro del "sistema operativo" su cui si basa tutta l'arte egizia, in particolare l'architettura. Per questo, il rettangolo aureo venne scelto come emblema supremo dei faraoni già dall'epoca predinastica, prima del 3000 avanti Cristo. Sotto la forma dei cosiddetti 'serekh', cartigli rettangolari in cui era tracciato il nome del faraone, nascondevano una serie di teoremi geometrici. Come se ogni faraone immortalasse col suo nome un teorema e la relativa soluzione. Alla dea Iside venne riservato l'onore di "impersonare" il rettangolo, ed era raffigurata con sul capo una sua rappresentazione. La conoscenza della proporzione aurea, diffusa in tutte le culture classiche (le proporzioni del Partenone rispettano il rettangolo aureo) si perse poi col tempo, per rispuntare nel Rinascimento. Leonardo raffigurò la Gioconda seguendo le regole canoniche del rettangolo aureo.