martedì 11 settembre 2012
Idrostatica
Idrostatica perché il sovrano Gerone II gli aveva chiesto di determinare se una corona fosse stata realizzata con oro puro oppure utilizzando all'interno altri metalli. Egli avrebbe scoperto come risolvere il problema mentre faceva un bagno, notando che immergendosi nell'acqua provocava un innalzamento del livello del liquido. Questa osservazione l'avrebbe reso così felice che sarebbe uscito nudo dall'acqua esclamando "εὕρηκα" (héureka!, ho trovato!). Se non fossimo a conoscenza del trattato Sui corpi galleggianti non si potrebbe dedurre il livello dell'idrostatica archimedea dal racconto vitruviano.
Vite perpetua di Archimede
Archimede aveva progettato una macchina con la quale un solo uomo poteva far muovere una nave completa di equipaggio e carico.
Egli aveva anche inventato quel meccanismo per il pompaggio dell'acqua, impiegato per l'irrigazione dei campi coltivati, ancora noto come vite di Archimede.
« Non mi pare che in questo luogo sia da passar con silenzio l'invenzione di Archimede d'alzar l'acqua con la vite: la quale non solo è maravigliosa, ma è miracolosa; poiché troveremo, che l'acqua ascende nella vite discendendo continuamente »
Mappe antiche
Una mappa che ridimensionerebbe la storia ... una mappa che è stata ricopiata da quella di Colombo .. le stesse che usò per il suo viaggio ... mappe che convinsero i regnanti di Spagna a concedere 3 navi a Colombo ... ma le informazioni di questa mappe ... da dove arrivano ???
Archimede
L'opera di Archimede rappresenta certamente il culmine della scienza antica. In essa, la capacità di individuare insiemi di postulati utili a fondare nuove teorie si coniuga con la potenza e originalità degli strumenti matematici introdotti, l'interesse per questioni che oggi si definirebbero "fondazionali" con attenzione agli aspetti applicativi. Archimede, più che essere matematico, fisico e ingegnere, è stato il massimo esponente di una scienza che ignorava le divisioni che l'odierna terminologia spinge a considerare inevitabili.
Archimede, almeno a giudicare dalle opere rimaste, non ebbe nell'antichità eredi a lui confrontabili. La crisi che colpì la scienza rese poco comprensibili le sue opere che, non a caso, anche quando si sono conservate sono state trasmesse da una tradizione manoscritta estremamente esile. Per quello che riguarda la matematica e l'assoluto disinteresse che ha mostrato la cultura romana per tale disciplina, il Boyer afferma in modo più che pungente che la scoperta della tomba di Archimede da parte di Cicerone è stato il maggior contributo dato dal mondo romano alla matematica, e forse l'unico.
Lo studio delle opere di Archimede, che impegnò a lungo gli studiosi della prima età moderna (ad esempio Piero della Francesca, Francesco Maurolico, Simone Stevino, Galileo Galilei) costituì un importante stimolo allo sviluppo della scienza moderna. L'influenza di Archimede negli ultimi secoli (ad esempio sullo sviluppo di un'analisi matematica rigorosa) è oggetto di valutazioni discordi da parte degli studiosi.
Thābit ibn Qurra presenta come Libro di Archimede un testo in lingua araba che è stato tradotto da J. Tropfke Tra i teoremi contenuti in quest'opera appare la costruzione di un ettagono regolare, un problema non risolubile con riga e compasso.
Archimede espone un metodo con il quale può approssimare arbitrariamente il rapporto tra circonferenza e diametro di un cerchio dato, rapporto che oggi s'indica con π.(p greco)
Percezioni Il segreto della materia 1° parte
Fin dall'inizio della sua vita, l'uomo è condizionato a credere che il mondo in cui vive sia assolutamente una realtà materiale. Così cresce sotto l'effetto di questo condizionamento e costruisce la sua intera vita
su questo punto di vista. Le scoperte della scienza moderna, tuttavia, hanno rivelato una realtà
completamente diversa e
significativa da quello che si presume. Tutte le informazioni che abbiamo
sul mondo esterno vengono convogliate
dai nostri cinque sensi. Il mondo che conosciamo
consiste in ciò che VEDIAMO, SENTIAMO, ODORIAMO, GUSTIAMO, TOCCHIAMO.
L'uomo è dipendente da questi cinque sensi fin dal momento della nascita. Questo è il motivo per cui egli conosce il "mondo esterno" Questo è il motivo per cui egli conosce il "mondo esterno" Eppure, la ricerca scientifica
effettuata sui nostri sensi ha rivelato fatti molto diversi su quello che chiamiamo il "mondo esterno".
E questi fatti hanno portato alla luce un segreto molto importante sulla materia che costituisce
il mondo esterno. Lo scienziato tedesco Frederic Vester spiega il punto che la scienza ha raggiunto
su questo argomento: Egli ha detto: "Le dichiarazioni di alcuni scienziati secondo i quali "l'uomo è immagine, tutto ciò che sperimentiamo è temporaneo e ingannevole, e questo universo è un' ombra",sembra essere provato dalla scienza nel nostro tempo. "
Percezione Il segreto della materia 2° parte
il mondo in cui pensiamo di abitare e che chiamiamo "mondo esterno" viene percepito all'interno del nostro cervello. Tuttavia, qui sorge una domanda di primaria importanza. Se tutti gli eventi fisici che conosciamo sono, intrinsecamente, delle percezioni, che dire del nostro cervello stesso? Dal momento che i nostri cervelli fanno parte del mondo fisico, proprio come le braccia, le gambe, o qualsiasi altro oggetto, anch'esso deve essere una percezione, proprio come tutti gli altri oggetti.
Il cervello è un insieme di cellule costituite di molecole proteiche e lipidiche. È formato da cellule nervose chiamate neuroni. Non esiste, in questo pezzo di carne, un potere che osservi le immagini, che costituisca la coscienza, o crei l'essere che chiamiamo "me stesso".
Un esempio riguardante i sogni chiarirà ulteriormente l'argomento. Immaginiamo di percepire il sogno nel nostro cervello, secondo quanto è stato detto finora. Nel sogno, avremo un corpo immaginario, un braccio immaginario, un occhio immaginario, e un cervello immaginario. Se durante il nostro sogno ci venisse chiesto: "Dove vedi?", risponderemmo: "Vedo nel mio cervello". Tuttavia, in realtà non c'è alcun cervello di cui parlare, ma una testa immaginaria e un cervello immaginario. Colui che vede le immagini non è il cervello immaginario del sogno, ma un "essere" che è di gran lunga "superiore" ad esso.
Sappiamo che non esiste alcuna distinzione fisica tra lo scenario di un sogno e quella che noi chiamiamo la vita reale. Di conseguenza, quando, nella situazione che noi chiamiamo vita reale, ci viene posta la già menzionata domanda "Dove vedi?", rispondere "nel mio cervello" non avrebbe senso, come nell'esempio di cui sopra. In entrambe le condizioni, l'entità che vede e percepisce non è il cervello, che, dopo tutto, è solo un pezzo di carne.
Quando analizziamo il cervello, vediamo che in esso non c'è altro che molecole di lipidi e di proteine, che esistono anche in tutti gli altri organismi viventi. Ciò significa che, nel pezzo di carne che noi chiamiamo "cervello", non c'è nulla che osservi le immagini, che costituisca la coscienza, o che crei l'essere che noi chiamiamo "me".
L'unico Essere Reale e Assoluto è la Coscienza.
La nostra vita non può, non deve essere normale
Ci sono giorni nella vita in cui non succede niente, giorni – che passano senza nulla da ricordare, senza lasciare una traccia, quasi non si fossero vissuti. A pensarci bene, i più sono giorni così, e solo quando il numero di quelli che ci restano si fa chiaramente più limitato, capita di chiedersi come sia stato possibile lasciarne passare, distrattamente, tantissimi. Ma siamo fatti così: solo dopo si apprezza il prima e solo quando qualcosa è nel passatoci si rende meglio conto di come sarebbe averlo nel presente. Ma non c’è più.
Il 10 settembre 2001 per me, e son certo non solo per me, fu un giorno di questo tipo: un giorno di cui non ,ricordo assolutamente nulla. So che ero ad Orsigna, l’estate era finita, la famiglia s’era di nuovo sbrancata in tutte’ le direzioni ed io probabilmente preparavo vestiti e carte per tornare in India a svernare.
Pensavo di partire dopo il mio, compleanno, ma non contavo i giorni e quel 10 settembre 2001 passò senza che me ne accorgessi, come non fosse nemmeno stato nel calendario. Peccato. Perché per me, per tutti noi – anche per quelli che ancora oggi si rifiutano di crederlo -, quel giorno fu particolarissimo, uno di cui avremmo dovuto, coscientemente, gustare ogni momento. Fu l’ultimo giorno della nostra vita di prima: prima dell’ 11 settembre, prima delle Torri Gemelle, della nuova barbarie, della limitazione delle nostre libertà, prima della grande intolleranza, della guerra tecnologica, dei massacri di prigionieri e di civili innocenti, prima della grande ipocrisia, del conformismo, dell’indifferenza o, peggio ancora, della rabbia meschina e dell’orgoglio malriposto; l’ultimo giorno prima che la nostra fantasia in volo verso più amore, più fratellanza, più spirito, più gioia venisse dirottata verso più odio, più discriminazione, più materia, più dolore.
Lo so: apparentemente poco o nulla è cambiato nella nostra vita. La sveglia suona alla stessa ora, si fa lo stesso lavoro, nello scompartimento del treno squillano sempre i telefonini ed i giornali continuano ad uscire ogni giorno con la loro dose di mezze bugie e mezze verità. Ma è un’illusione, l’illusione di quel momento di silenzio che c’è fra il vedere una grande esplosione in lontananza ed il sentirne poi il botto. L’esplosione c’è stata: enorme, spaventosa. Il botto ci raggiungerà, ci:assorderà. Potrebbe anche spazzarci via. Meglio prepararsi in tempo, riflettere prima che si debba correre, anche solo figurativamente, a cercare di salvare i bambini o a prendere qualche ultima cosa da mettere in borsa.
Il mondo è cambiato. Dobbiamo cambiare noi. Innanzitutto non facendo più finta che tutto è come prima, che possiamo continuare a vivere vigliaccamente una vita normale.
Con quel che sta succedendo nel mondo la nostra vita non può, non deve, essere normale. Di questa normalità dovremmo avere vergogna.
Tiziano terzani
Per non dimenticare
Gli attacchi terroristici dell'11 settembre causarono circa 3 000 vittime.
Nell'attacco alle torri gemelle morirono 2 752 persone, tra queste 343 vigili del fuoco e 60 poliziotti. La maggior parte delle vittime erano civili di 70 diverse nazionalità.
Assassinando la natura, assassiniamo noi stessi
Assassinando la natura, assassiniamo noi stessi. Ci assassiniamo perché ben presto mancheranno le risorse per vivere. Mancherà l’aria, mancheranno la pioggia e l’acqua. Nella nostra presunta superiorità ci crediamo gli unici degni di vivere. Senza ricordare che noi siamo quello che siamo perché un giorno gli aminoacidi si sono raccolti in catene, perché si sono formate le cellule e un batterio, infilandosi nella cellula, è diventato un mitocondrio. È successo così per tutti: per il protozoo, per l’alga unicellulare e per tutte le forme di vita che ci hanno preceduto.
Al nostro interno giace la memoria di ogni forma evolutiva precedente e anche la memoria di ciò che non è mai stato vivo. Dentro di noi sognano anche il sasso, la terra, la sabbia. Perchè il sasso, la terra, la sabbia sono stati la piattafórma da cui si è lanciata la vita.
Come si può essere così distratti da pensare che la redenzione e la salvezza si compiano soltanto nell’uomo!
Si salverà tutta la creazione oppure non si salverà neanche l’uomo. Non resterà solo a custodire un palazzo ormai vuoto.
Susanna Tamaro
Al nostro interno giace la memoria di ogni forma evolutiva precedente e anche la memoria di ciò che non è mai stato vivo. Dentro di noi sognano anche il sasso, la terra, la sabbia. Perchè il sasso, la terra, la sabbia sono stati la piattafórma da cui si è lanciata la vita.
Come si può essere così distratti da pensare che la redenzione e la salvezza si compiano soltanto nell’uomo!
Si salverà tutta la creazione oppure non si salverà neanche l’uomo. Non resterà solo a custodire un palazzo ormai vuoto.
Susanna Tamaro
Sii paziente
Sii paziente, rispondi a ogni domanda che i bambini ti porgeranno, quella che oggi è la soddisfazione di una curiosità, domani diventerà un grande tesoro le cui gemme, monete e pietre preziose saranno il sapere acquisito, e tu genitore avrai contribuito ad arricchirli
Imparerai a tue spese...
“Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti”
L.Pirandello
Giovanni Bellini pittore Rinascimentale
Giovanni Bellini (Venezia, 1430 circa Venezia, 1516) è stato un pittore italiano, uno dei più celebri del Rinascimento, famoso anche con il nome Giambellino.
Molti dipinti dellartista trattano episodi della vita di Gesù, il tema più frequente è quello della crocifissione, rappresentata a volte con la Madonna e San Giovanni ai piedi della croce.
Le figure, gli elementi vegetali, animali e paesaggistici assumono molto spesso una valenza simbolica ben codificata.
dipinti devozionali con Madonna e il Bambino da soli o accompagnati da santi di piccolo formato erano destinati generalmente ad una committenza privata.
Il loro significato non è banalmente un 'rapporto affettuoso madre/figlio' bensì più complesso e riassumibile nel preannuncio della Passione di Cristo.
Bellini coniuga il plasticismo metafisico di Piero della Francesca e il realismo umano di Antonello da Messina (non quello esasperato dei Fiamminghi) con la profondità cromatica tipica dei Veneti, aprendo la strada al cosiddetto "tonalismo" veneto. Viene inoltre influenzato dal cognato Andrea Mantegna, che lo fa entrare in contatto con le innovazioni del Rinascimento fiorentino. Sempre Mantegna, con cui ha modo di lavorare a contatto nel soggiorno padovano, lo influenza nell'espressività dei volti e nella forza emotiva che trasmettono i paesaggi sullo sfondo. A Padova, Bellini conosce inoltre la scultura di Donatello, che in questo periodo imprime una carica espressionistica alla sua opera (vedi S. Maddalena), avvicinandosi ad uno stile più vicino all'ambiente del Nord. Bellini porta quindi grandi innovazioni nella pittura veneziana, quando il padre Jacopo e il fratello Gentile erano ancora legati alla ieracità bizantina, e al tardo gotico che a Venezia, nell'architettura, inizia a tramontare solo a partire dal 1470.
Discorso di John Kennedy del 1961
Famoso discorso, pronunciato da John Fritzgerald Kennedy, il 27 aprile 1961, sulla reale minaccia, che le società segrete, costituiscono per tutto il mondo, e per la libertà, di ogni essere umano.
l'ultimo presidente USA che ha contrastato la Fed. Il 4 giugno 1963 il presidente Kennedy firmò l'ordine esecutivo numero 11110. Quest'ordine diede al Ministero del Tesoro degli USA il potere di emettere denaro reale senza la Fed, ma 6 mesi dopo venne ucciso a Dallas. Il nuovo presdente Lyndon Johnson, eliminò l'ordine di Kennedy e da lì in poi nessun presidente si è più azzardato a sfidare i poteri segreti dietro la Fed..così le banche diventarono sempre più ricche stampando sempre più denaro..
Il codice di Hammurabi 1792 - 1750 a.C.,
Questa raccolta di 282 leggi del re Hammurabi di Babilonia fu scolpita su di una stele in diorite, roccia molto resistente, alta circa 225 cm, e venne rinvenuta verso la fine dell'Ottocento nella città di Susa (Shushi capitale amministrativa della Contea di Shushi, nella provincia iraniana di Khūzestān). Si ritiene che fosse originariamente esposta nella capitale, e che sia stata trasportata sul luogo del ritrovamento come bottino di guerra dall'esercito elamita. Attualmente si trova a Parigi, nel Museo del Louvre. Una copia si trova al Pergamonmuseum a Berlino.
Il corpus legale è suddiviso in capitoli che riguardano varie categorie sociali e di reati, e abbraccia in pratica tutte le possibili situazioni dell'umano convivere del tempo, dai rapporti familiari a quelli commerciali ed economici, dall'edilizia alle regole per l'amministrazione della cosa pubblica e della giustizia. Le leggi sono notevolmente dettagliate, e questo ha fornito un aiuto prezioso agli archeologi, consentendo loro di ricostruire importanti aspetti pratici della società mesopotamica. L'importanza del codice di Hammurabi risiede certo nel fatto che si tratta di una delle prime raccolte organiche di leggi a noi pervenuta, ma soprattutto nel suo essere pubblico, o per meglio dire pubblicamente consultabile, esplicitando il concetto giuridico della conoscibilità della legge e della presunzione di conoscenza della legge.
Il cittadino babilonese aveva perciò la possibilità di verificare la propria condotta secondo le leggi del sovrano, e quindi di evitare determinati comportamenti, o di scegliere di attuarli a suo rischio e pericolo. Per la prima volta nella storia del diritto, i comportamenti sanzionabili e le eventuali pene vengono resi noti a tutto il popolo (o almeno a chi fosse in grado di leggere).
Il codice fa un larghissimo uso della Legge del taglione, ben nota nel mondo giudaico-cristiano per essere anche alla base della legge del profeta biblico Mosè. La pena per i vari reati è infatti spesso identica al torto o al danno provocato: occhio per occhio, dente per dente. Ad esempio la pena per l'omicidio è la morte: se la vittima però è il figlio di un altro uomo, all'omicida verrà ucciso il figlio; se la vittima è uno schiavo, l'omicida pagherà un'ammenda, commisurata al "prezzo" dello schiavo ucciso. Il codice suddivide la popolazione in tre classi:
awīlum (lett. "uomo"), cioè il cittadino a pieno titolo, spesso nobili e paragonabili agli ateniesi della Grecia classica.
muškēnum, uomo "semilibero", cioè libero ma non possidente e paragonabili ai perieci spartani della Grecia classica (in seguito la parola passò a definire un povero o mendicante, e pare che sia all'origine dell'attuale termine "meschino", arabo maskîn),
wardum (fem. amat), a tutti gli effetti schiavo di un padrone, ma con molte analogie con i servi della gleba medievali.
Le varie classi hanno diritti e doveri diversi, e diverse pene che possono essere corporali o pecuniarie. Queste ultime sono commisurate alle possibilità economiche del reo, nonché allo status sociale della vittima.
Non viene riconosciuto nel Codice il diritto di responsabilità personale, ossia la pena non è differente a seconda che il danno commesso sia volontario o colposo. Un esempio classico è l'architetto che progetta una casa; se essa crolla e uccide coloro che vi abitano, la colpa è di chi l'ha progettato, e la pena è come se egli avesse ucciso di persona le vittime.
L'impostazione basata sulla legge del taglione modifica il pensiero giuridico dominante nel periodo precedente, attestato dal Codice di Ur-Namma, che prevedeva per alcuni reati semplici sanzioni pecuniarie invece di quelle fisiche. È possibile che questo cambiamento sia da attribuire alla diversa composizione della popolazione sud mesopotamica del periodo: nel XXI secolo a.C., data a cui risale il codice di Ur-Namma, i sovrani erano ancora di origine sumerica e la popolazione accadica era solo una parte, sebbene importante, del totale; nel XVIII secolo a.C. gli Accadi, semiti, erano ormai la maggioranza e le stesse leggi vennero scritte in akkadico anziché in sumerico.
Pulsar e Quasar
Una pulsar, nome che stava originariamente per sorgente radio pulsante, è una stella di neutroni, nome derivante dal fatto che contiene 20 volte più neutroni che protoni; nelle prime fasi della sua formazione, in cui ruota molto velocemente, la sua radiazione elettromagnetica in coni ristretti è osservata come impulsi emessi ad intervalli estremamente regolari. Nel caso di pulsar ordinarie, la loro massa è pari a quella del Sole, ma sono compresse in un raggio di una decina di chilometri, quindi la loro densità è enorme. Il fascio di onde radio emesso dalla stella è causato dall'azione combinata del campo magnetico e della rotazione. Le pulsar si formano dopo che una stella collassa con le modalità da supernova e le cui regioni interne implodendo costituiscono una stella di neutroni. Un quasar (contrazione di QUASi-stellAR radio source, radiosorgente quasi stellare) è un oggetto astronomico che somiglia ad una stella in un telescopio ottico (cioè è una sorgente puntiforme), e che mostra un grande spostamento verso il rosso (redshift) del suo spettro. Il consenso generale è che questo grande redshift sia di origine cosmologica, cioè il risultato della legge di Hubble. Questo implica che i quasar siano oggetti molto distanti e che debbano emettere più energia di dozzine di normali galassie. Infatti, i quasar sono considerati tra gli oggetti più luminosi dell'Universo osservabile e una loro caratteristica è di emettere la stessa quantità di radiazione in quasi tutto lo spettro elettromagnetico, dalle onde radio ai raggi X e gamma.
Alcuni quasar mostrano rapidi cambiamenti della loro luminosità, il che implica che siano molto piccoli (un oggetto non può cambiare luminosità più velocemente del tempo che la luce impiega ad attraversarlo). Se l'interpretazione cosmologica è giusta, l'enorme luminosità e le brusche fiammate di un quasar sono totalmente inimmaginabili per la mente umana: un quasar medio può incenerire l'intero pianeta Terra da numerosi anni luce di distanza ed emettere tanta energia in un secondo quanta il Sole ne emette in centomila anni.