domenica 25 novembre 2012

Cina: dopo tigri e squali a rischio estinzione anche le mante


Le cifre fanno impressione: 73 milioni di squaliuccisi ogni anno per le loro pinne. Sembra che il popolo cinese abbia una vera e propria “passione” per questo splendido animale, purtroppo però, invece che accontentarsi di ammirarlo nel suoambiente naturale, lo utilizza per cucinare zuppe "portentose".
Ad appesantire il triste bilancio arriva il nuovo rapporto dell’Ong Shark Savers, che denuncia un radicato quanto pericoloso fenomeno: l’utilizzo dibranchie di manta nella medicina cinese. «In alcune zone come il mare di Cortez la manta è praticamente scomparsa - spiegano gli esperti - e una forte pressione si registra in diversi stati asiatici come Sri Lanka, India e Indonesia. Questi animali hanno imboccato la stessa strada verso l'estinzione degli squali».
Secondo quanto riportato dall’associazione, il mercato delle branchie varrebbe già 11 milioni di dollari l’anno, spinto dalla convinzione che queste parti stimolino il sistema immunitario e possano guarire una serie di malattie, dai problemi di fertilità ad alcuni tipo di cancro. Credenze che stanno velocemente portando le mante a far parte dei grandi pesci in via di estinzione: proprio la manta è una delle specie marine che maggiormente risente del sovrasfruttamento dellapesca, impiegando circa dieci anni a raggiungere la maturità sessuale, la femmina partorisce un singolo piccolo ogni due o tre anni. Ecco perché l’animale difficilmente potrà resistere ad un continuo prelievo di esemplari.
«Anche se le branchie hanno un valore, il loro commercio deruba le economie e l'ambiente di una delle creature più carismatiche dell'oceano - spiega Shawn Heinrichs, che ha diretto il team impegnato nella ricerca - ogni esemplare può far guadagnare un milione di dollari l'anno grazie all'ecoturismo».

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