martedì 4 aprile 2017

Per la prima volta sono stati avvistati cuccioli di tigre indocinese


Per la prima volta le fototrappole hanno ripreso cuccioli di tigre indocinese (Panthera tigris corbetti)​. 
Si tratta di un evento unico, dal momento che il progetto per la salvaguardia della tigre indocinese, cominciato nel 1999, non aveva ancora visto sino ad ora dei nuovi nati.

 I cucciolotti, complessivamente sei appartenenti a quattro madri differenti, sono stati filmati all’interno dall’area protetta del Hai Kha Kaheng Sanctuary, nella zona occidentale della Thailandia. Grande soddisfazione per gli avvistamenti è stata espressa dal direttore della Divisione Parchi Nazionali del Dnp, Songtam Suksawang, che ha elogiato il lavoro di lotta al bracconaggio compiuto in questi anni a favore della tutela delle specie più vulnerabili.
 La notizia è stata accolta con grandissima soddisfazione dal Dipartimento nazionale per la protezione della fauna selvatica. 
La tigre indocinese, infatti, è fortemente a rischio di estinzione e si stima che, in natura, ne rimangano solo 221 individui sparsi su tre stati. 
Le stime parlano di un centinaio individui in Thailandia, 85 in Myanmar, 20 in Vietnam. In Cambogia, invece, questo felino è considerato estinto. 
L’Iucn, l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, ha classificato la specie come “In pericolo”.


I biologi stimano che un secolo fa la popolazione di tigre indocinese contasse alcune centinaia di migliaia di individui e fosse sparsa su tutto il sub continente.
 Quali sono state le cause di un tanto drastico calo? 
La colpa è da imputare alla caccia di frodo e alla credenza – peraltro ancora ampiamente diffusa in Asia – che la pelle, le vibrisse e le ossa delle tigri abbiano proprietà curative. 
In Vietnam, più della metà della popolazione di tigre indocinese è stata uccisa negli scorsi decenni per alimentare la richiesta di preparati per la medicina tradizionale cinese. 
Inoltre, l’esiguo numero di individui rimasti ha portato all’accoppiamento tra consanguinei, limitando il ricambio genetico e indebolendo la specie. 

 FONTE: RIVISTANATURA.COM

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