domenica 26 gennaio 2014
PER UNA IPOTESI DI CITTADINANZA
Ovunque, nella parte ‘sviluppata’ e opulenta del pianeta, si moltiplicano i sintomi dell’allontanamento delle persone dalla politica, della crescita dell’apatia politica e del calo d’interesse per il funzionamento del processo politico.
Ma la politica democratica non può sopravvivere a lungo di fronte alla passività dei cittadini che si alimenta dell’ignoranza e dell’indifferenza politica.
Le libertà dei cittadini non sono beni acquisiti una volta per tutte, non sono al sicuro se rinchiuse in casseforti private.
Esse sono piantate e radicate in un suolo sociopolitico che richiede di essere concimato quotidianamente ed è destinato a inaridirsi e sbriciolarsi se non viene coltivato giorno dopo giorno dalle azioni informate di un pubblico competente e impegnato.
Non sono soltanto le abilità tecniche a dover essere aggiornate continuamente, non è soltanto la formazione orientata al lavoro a dover essere permanente.
Ne ha bisogno, e con urgenza ancora maggiore, anche la formazione alla cittadinanza”.
A più di quarant’anni di distanza, il messaggio profetico di don Milani e quello allarmato di Bauman si rincorrono nel senso e nella lettera.
Se il primo ci giunge come anelito e speranza di un mondo ancora in costruzione, il secondo ci colpisce con la forza greve di una sconfitta e di una disillusione.
Il pericolo che incombe è quello della perdita di un bene tanto faticosamente conquistato.
La scuola può fare qualcosa?
“La scuola serve a promuovere le abilità di tutti e di ciascuno.
E le materie, le stesse materie scolastiche, a che servono se non a migliorare l’individuo?
Con tutto il rispetto, le materie che contribuiscono a fare il programma, non varrebbero la carta in cui sono scritte se non servissero a far diventare migliori gli alunni, a formare un cittadino ‘democratico’ consapevole dei propri diritti e dei propri doveri e, soprattutto, capace di pensare agli altri”.
L’urgenza di costruire una palestra di democrazia è sentita anche a livello istituzionale.
Con la nuova disciplina “Cittadinanza e Costituzione” abbiamo la possibilità di dare una risposta a questa esigenza di democrazia e partecipazione.
In una nota ministeriale del 4 marzo 2009, si legge: Cos’è “Cittadinanza e Costituzione”: E’ una disciplina di studio introdotta nei programmi di tutte le scuole di ogni ordine e grado dalla legge 169 del 30/10/2008.
Si tratta di un insegnamento che, oltre ai temi classici dell’educazione civica comprende anche l’educazione ambientale, l’educazione alla legalità, i principi di una corretta competizione sportiva e i valori del volontariato, le basi dell’educazione stradale e dell’educazione alla salute, il valore del rispetto delle regole.
Perché “Cittadinanza”? Perché gli studenti sono giovani cittadini che esercitano diritti inviolabili e rispettano i doveri inderogabili della società di cui fanno parte ad ogni livello - da quello familiare a quello scolastico, da quello regionale a quello nazionale, da quello europeo a quello mondiale - nella vita quotidiana, nello studio e nel mondo del lavoro.
Perché “Costituzione”? Perché ogni studente dovrebbe conoscere la Costituzione, documento fondamentale della nostra democrazia e “mappa di valori” utile per esercitare la cittadinanza a tutti i livelli. La scuola come palestra di democrazia
La scuola italiana può e deve essere una palestra di democrazia.
Per questo particolare importanza sarà data alla partecipazione attiva degli studenti a tutti i livelli: dalla rappresentanza di classe a quella d’Istituto, dall’impegno nelle Consulte provinciali degli studenti a quello nelle Associazioni studentesche.
Cittadini italiani, cittadini del mondo Educare alla cittadinanza e alla Costituzione è anche l’occasione per costruire nelle nostre classi, dove sono presenti ragazze e ragazzi con provenienze, storie, tradizioni e culture diverse, delle vere comunità di vita e di lavoro, che cerchino di dare significati nuovi alla convivenza ed elaborino percorsi che costruiscano contemporaneamente identità personale e solidarietà collettiva, competizione e collaborazione.
Percorsi per le scuole:
Nella Scuola dell’infanzia: si dovranno trasmettere conoscenze specifiche sul concetto di famiglia, di scuola e di gruppo, i modi di agire corretti con i compagni, con i genitori, con gli insegnanti e con gli altri adulti.
Nella scuola primaria: si dovranno insegnare le prime nozioni sulla Costituzione e sulla convivenza, in particolare i diritti fondamentali dell’uomo, il significato delle formazioni sociali, l’importanza della tutela del paesaggio, alcune basilari nozioni di educazione stradale, la salvaguardia della salute, il valore del rispetto delle regole.
Nella scuola secondaria di primo grado: si studierà la Costituzione, con una particolare attenzione ai diritti e ai doveri del cittadino e al diritto internazionale in materia di diritti umani.
Una prima occasione concreta di approccio al tema della cittadinanza attiva potrebbe essere l’adesione al progetto dell’Amministrazione comunale relativo al Consiglio comunale dei ragazzi.
Questa esperienza di partecipazione attiva alla vita politica e amministrativa potrebbe aiutare i ragazzi, più di tante parole, a comprendere i meccanismi decisionali di una democrazia. Pensiamoci! Buon cammino a tutti noi, insieme.
di Francesco Callegari
Un paese vitale La fotografia degli italiani fatta dal Censis evidenzia due aspetti: da una parte un'energia potenziale che cerca sbocchi, dall'altra l'incapacità di trovarli.
In pratica:
"vorrei fare qualcosa ma non so cosa”. Il 59,4% degli italiani si sente vitale (addirittura il 47,7% degli over 65).
Il Paese non è spento – dice il Censis – ma disorientato, si cerca un segnale, e una regia che sembra mancare totalmente nel panorama nazionale.
Comunque c'è desiderio di recuperare i beni morali come “beni rifugio” in un contesto percepito come degradato.
Preoccupazione L'85% degli italiani si dice "preoccupato”,
il 71,2% "indignato”.
Questo malessere generalizzato non sembra ancora sfociare in una situazione esplosiva:
il 13% si dice "disperato”, una percentuale alta ma che gli esperti non considerano pericolosa.
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