mercoledì 26 settembre 2012
Lo sapevate che??......... loro le ostriche e lo champagne a noi pane e acqua
Ai consiglieri paghiamo anche la liquidazione
Hanno avuto a disposizione soldi, auto blu, segretarie, rimborsi chilometrici. Ora, dopo che la presidente del Lazio ha deciso di «mandarli a casa», avranno anche quasi 25 mila euro a testa. È l’indennità di fine mandato. Una piccola consolazione per i settanta consiglieri (più la governatrice) che hanno perso la poltrona. Anzi che la perderanno, visto che resteranno in carica (ovviamente con stipendio, indennità di funzione, uffici e personale) fino all’insediamento del nuovo Consiglio. Ogni rappresentante eletto alla Pisana versa in un apposito capitolo del bilancio regionale l’1 per cento della propria indennità lorda per costruire, appunto, l’indennità di fine mandato. A conti fatti si tratta di poco più di 8 mila euro per ogni anno di permanenza alla Pisana. Dunque, anche se i settanta consiglieri eletti in questa legislatura sono stati sfortunati, porteranno a casa comunque una bella sommetta. Peccato per gli altri 16 mila che non potranno ottenere. Chi l’avrebbe mai immaginato: non era mai successo che il mandato dei rappresentanti della Regione Lazio s’interrompesse a metà. Ma tant’è. Il «tesoretto» dei consiglieri costerà, in tutto, 1 milione 775 mila euro. È la liquidazione. Un diritto. Anche se non piacerà molto ai cittadini che hanno già speso più di 100 milioni all’anno per mantenere un Consiglio tra i più cari d’Italia. Anche perché i contributi ai gruppi politici del Lazio sono aumentati in modo esponenziale. Prima, nel gennaio del 2010, quando ancora la Regione era guidata da Piero Marrazzo e il presidente del Consiglio regionale era il Democratico Bruno Astorre, un milione di euro. Poi, in due anni, dopo la vittoria della Polverini, 13,5 milioni. Niente male. Ogni gruppo politico ha diviso i fondi tra i consiglieri a suo modo. C’è chi li ha utilizzati per fare contratti ai collaboratori (come Sel) e chi, invece, li ha divisi, più o meno equamente, tra i rappresentanti del gruppo, come è successo al Pdl, in cui ogni componente aveva a disposizione 100 mila euro all’anno da spendere per una non meglio precisata «attività politica». Sappiamo come è andata a finire. Alcuni consiglieri hanno finanziato convegni, manifestazioni, associazioni. Altri, invece, hanno speso per macchine, viaggi, alberghi, cravatte, vini e champagne, book fotografici. Hanno commesso un reato? Lo valuterà la Procura di Roma che ipotizza il peculato per l’ex capogruppo Fiorito. Fatto sta che, con le leggi che regolano i fondi, la discrezionalità dei singoli consiglieri è piuttosto elevata. Ma questo è niente. Gli incarichi dei consiglieri sono 87. Loro 70. Le Commissioni sono 19 (fino a poco tempo fa erano 20: una addirittura sui Giochi olimpici del 2020 benché la scadenza della legislatura fosse il 2015). I 20 presidenti di Commissione hanno potuto contare su un’indennità aggiuntiva di 1.500 euro (oltre allo stipendio, più o meno, di 10 mila euro). Non solo. Hanno avuto in dotazione, ma solo nei giorni di convocazione della Commissione, l’auto blu. I due vicepresidenti hanno incassato invece 800 euro al mese ciascuno. Poi ci sono i capigruppo: anche loro hanno un’idennità aggiuntiva di 1.500 euro al mese. Per non parlare dei monogruppi (quelli con un unico consigliere) che hanno ottenuto uffici e cinque addetti. Un paradiso. Per loro. Anche per quelli (e sono tanti ovviamente) che abitano lontano dal Consiglio. Le parole magiche sono «rimborso chilometrico». Gli eletti che risiedono a più di 15 km dalla sede del Consiglio regionale hanno diritto ad un rimborso pari al quinto del prezzo di un litro di benzina per i chilometri percorsi andata e ritorno, per 18 presenze mensili. Non c’è nemmeno il rischio di perdere soldi con l’aumento della benzina. Ovviamente il rimborso «non compete a coloro che hanno in assegnazione una autovettura di servizio» precisa la norma. Anche qui la libertà è piena perché «la percorrenza, quindi e non già la distanza, deve essere dichiarata dal consigliere, secondo il percorso più breve dal proprio domicilio sino alla sede consiliare (Roma, via della Pisana 1301). Come per la diaria, il rimborso è ridotto di un diciottesimo per ogni giorno di assenza del consigliere». Ma adesso la festa è finita. Almeno apparentemente. Il Consiglio, infatti, verrà sciolto ma le spese continueranno. Le elezioni regionali, infatti, si dovrebbero svolgere nella primavera 2013, con le Politiche e le Comunali. Anche se il centrosinistra chiede di anticipare i tempi addirittura a novembre. Sarebbe possibile ma le resistenze nel centrodestra sono parecchie. Difficile raggiungere un’intesa. In ogni caso la decisione travalica le competenze locali. Tanto che ieri il ministro dell’Interno Cancellieri ha ricordato che «la presidente Polverini ha tre mesi di tempo per indire le elezioni». Insomma, ha aggiunto, «è ancora presto. Bisogna rifletterci. Abbiamo tempo per ragionarci». I consiglieri saranno d’accordo. Infine rimane aperta la questione della riduzione dei rappresentanti da 70 a 50 e degli assessori da 16 a 10. È una modifica statutaria e richiede quindi un doppio passaggio in aula con almeno 2 mesi di intervallo. Ci saranno i tempi tecnici, e soprattutto le condizioni politiche, per approvare questi due provvedimenti nella fine della legislatura? Ma sì, in fondo i consiglieri non hanno fretta.
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