martedì 2 aprile 2019
Da oscenità a icona, la piramide del Louvre di Parigi compie 30 anni
Da «oscenità» architettonica a icona in tutto il mondo.
Ne ha fatta di strada la piramide del Louvre che celebra i suoi primi trent'anni nel cuore di Parigi!
Per festeggiare quest'importante traguardo JR, uno dei più famosi street artist al mondo, sta realizzando un collage gigante aiutato di 400 volontari per rivelare il «Segreto della Grande Piramide».
Ma i festeggiamenti andranno avanti per mesi, con mostre e concerti in più sedi.
Una grande festa che avrà al centro il capolavoro in vetro dell'architetto statunitense di origine cinese Ieoh Ming Pei, vincitore nel 1983 del Pritzker Prize, il Nobel dell'architettura, inaugurato il primo aprile 1989.
A commissionarglielo furono l'allora presidente socialista Francois Mitterrand e il suo ministro della Cultura Jack Lang ma fu presto definita una «scelta azzardata»: il visionario architetto volle trasformare il cortile Napoleone - in quegli anni utilizzato come parcheggio - in una zona di aggregazione, incastonando al suo centro una doppia piramide di vetro, una esterna, circondata dalle fontane, l'altra sommersa, all'incrocio delle gallerie museali, donando nuova luce.
La struttura in acciaio della piramide pesa 95 tonnellate e poggia su un telaio in alluminio di 105 tonnellate.
È ricoperta da 603 quadrati e 70 triangoli di vetro, tenuti insieme da 6 mila barre e 200 mila nodi, per 35 metri d'altezza.
E ci sono voluti quattro anni per costruirla.
Ma quel progetto, ora diventato un simbolo per il mondo intero, non è stato accolto nel migliore dei modi, tanto da essere considerato sacrilego per la sua sfacciata modernità abbinata a uno storico palazzo rinascimentale.
Il quotidiano satirico Le Canard Enchainé, ad esempio, paragonò la piramide ad una tomba egizia, ironizzando sul fatto che Mitterrand, già ammalato, volesse diventare il primo faraone della storia francese.
Contro l'architetto si scatenò una vera campagna di ostracismo.
L'allora direttore del Louvre, André Chabaud, rassegnò le dimissioni.
Un sondaggio ha affermato che al 90% dei parigini non piaceva la ristrutturazione del Louvre.
Insomma, la stessa sorte che era toccata all'altro simbolo della città, la Tour Eiffel, inizialmente descritta come un'opera «inutile», «mostruosa» e «colonna odiosa di metallo con bulloni».
Ma la storia ha dato ragione a Pei. E anche grazie all'accesso centrale, il Louvre ha registrato un boom di visitatori, fino ai 10 milioni di oggi.
E lo stesso architetto, oggi 102enne, è tornato a lavorare sul suo capolavoro per adattarlo al nuovo flusso di visitatori.
«Il Louvre è l'unico museo al mondo la cui entrata è un capolavoro.
La piramide è il suo simbolo moderno.
Un'icona alla stregua dei capolavori che custodisce, come la Gioconda e le Venere di Milo», ha dichiarato il direttore del museo, Jean-Luc Martinez.
Fonte: lastampa.it
Nessun commento:
Posta un commento