mercoledì 9 gennaio 2019
Scoperta la copia dell’Ultima Cena in un convento abbandonato in Calabria
In un convento ormai abbandonato e ridotto a rudere nell’entroterra calabrese della provincia cosentina è stato ritrovato un affresco raffigurante una copia dell’Ultima Cena dipinta da Leonardo da Vinci.
Siamo a Saracena e il convento è quello dei Cappuccini, la cui fondazione risalirebbe alla fine del 1500.
Una scoperta che farebbe sperare in un nuovo prezioso tesoro dell’arte e dell’archeologia calabrese, anche se ancora non si conoscono autore ed epoca.
La notizia è stata diffusa su Facebook dalle associazioni “Mistery Hunters” e “Mistyca Calabria”.
Il convento, raggiungibile solo a piedi, fu fondato nel 1588 e acquisì importanza nei secoli XVII e XVIII, diventando sede del noviziato e luogo di studi.
La struttura chiuse definitivamente nel 1915 e l’ultimo utilizzo fu come prigione nel 1917 e 1918.
“Noi ci siamo limitati soltanto a segnalare che esiste il dipinto – dichiara Giuseppe Oliva, presidente dell’Associazione culturale Mistery Hunters – è logico che stiamo consultando dei documenti ma ci aspettiamo anche che studiosi e appassionati contribuiscano a fare in modo che si possano avere delle informazioni sempre più dettagliate e precise.
Adesso che abbiamo catalizzato l’attenzione di molti, il prossimo passo è fare un sopralluogo con archeologi ed esperti d’arte che possano attraverso rilievi e studi acquisire quanti più elementi possibili”.
Del Cenacolo di da Vinci esistono numerose copie, le più famose delle quali sono quella a grandezza naturale del Giampietrino che si trova oggi al Magdalen College di Oxford e un'altra più piccola attribuita a Marco d'Oggiono, esposta al Museo del Rinascimento del Castello di Ecouen, di proprietà del Louvre.
L'originale venne realizzato dal maestro tra il 1494 e il 1498 nel refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie, a Milano.
La particolare tecnica pittorica utilizzata da Leonardo si rivelò nel tempo molto sensibile all’umidità, tanto che sono stati fatti molti interventi di restauro, che si sono conclusi solo nel 1999.
Germana Carillo
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