lunedì 25 giugno 2018

Sudeley, il castello di Katherine Parr


La strada verso Sudeley Castle attraversa campi verdi con le pecore, laghetti con le anatre e boschi lussureggianti.
 E’ già uno spettacolo della natura in sé, con le vedute panoramiche che si aprono su Winchcombe e la sua chiesa. Offre uno squarcio sulle bellezze, già numerose, delle Cotswolds, la regione a sud ovest dell’Inghilterra fatta di colline, campagna e cottege caratteristici.


Anche il borgo di Winchcombe rientra in questo quadro, con le sue vie piene di case di pietra, le passeggiate vicino al fiume, i pub tradizionali, le sale da te, e i giardini ricchi di fiori.
 Proprio una di queste stradine in discesa, costellata da una serie di cottage piccoli uno dietro l’altro, conduce al cancello del castello. Anzi, ad una prima entrata, quella che permette l’accesso ai visitatori lungo un percorso immerso nella natura.


Fino a quando si arriva a vederlo, questo castello che rappresenta un aspetto delle Cotswolds che spesso passa in secondo piano: la Storia.

 Questa parte di Inghilterra ne ha vista tanta, a cominciare dalle battaglie della Guerra delle Due Rose.
 Sudeley ha ospitato re e regine, una in particolar modo, Katherine Parr, la sesta moglie di Enrico VIII, la sopravvissuta al sovrano despota, la vedova che era piuttosto una badante, che si prese cura del consorte infermo e dispotico, senza rinunciare alle sue idee riformiste.
 Una volta deceduto Enrico, Katherine si rifece una vita proprio qui al castello, che era di proprietà del suo nuovo sposo, una figura controversa, un arrivista senza scrupoli, malato di potere, zio del giovane erede alla corona, Thomas Seymour.
 La Parr era molto innamorata del fascinoso barone, che però non ci ha pensato due volte a usarla per conservare l’influenza sul trono e complottare a proprio favore.

 Nel 1548 l’ex regina morì, otto giorni dopo aver dato alla luce una bambina, di cui la Storia ha perso le tracce, e venne sepolta nella cappella di St Mary del castello.
 Ed è ancora lì, in una tomba di marmo bianco, che Emma Dent, proprietaria del maniero nell’Ottocento, volle creare in stile vittoriano, dopo aver scoperto nel precedente sepolcro un mucchietto di cenere.
 Un giusto riconoscimento ad una donna particolare, sensibile e “moderna” per il Cinquecento, che rimane legata in modo indelebile a Sudeley.
 Nonostante, sia prima che dopo la Parr, il castello abbia visto diversi padroni, è sempre considerato come suo.


Le fondamenta di Sudeley sono state create su una fortificazione del tempo dei re anglosassoni, fu Ralph Boteler nel 1441 a costruire il palazzo antenato di quello odierno, ma venne confiscato, perché la famiglia aveva appoggiato la fazione nemica, da Edoardo IV: da allora ha fatto parte della corona. 
Edoardo lo donò al fratello Riccardo, al tempo Duca di Gloucester, che vi edificò una grande ala destinata ai banchetti e ai ricevimenti, oggi vedibile in una sorta di scheletro di pietra poco lontano dall’entrata del palazzo.


Da allora vide la visita di numerosi re, tra cui proprio Enrico VIII che ci venne in compagnia della seconda moglie, Anna Bolena, nel 1503.
 Per ironia della Storia, che spesso si accanisce con il sovrano Tudor, la residenza, una volta ereditata dal giovane figlio Edoardo venne donata allo zio Seymour, che la ampliò e abbellì, e ci venne a vivere con Katherine Parr, ospitando per un periodo le loro protette, la prossima sovrana Elisabetta I e la sfortunata Jane Grey. 
 Per questo un angolo, pieno di rose in boccio, è chiamato giardino delle tre regine, mentre da una camera aperta al pubblico un fantoccio rappresentate una delle dame di compagnia di Katherine che guarda desolata attraverso la finestra fino alla cappella, dove la Parr amava pregare con la figliastra.


Ma non è finita qui. Seymour venne accusato di tradimento contro la corona e fu decapitato, nel Seicento Sudeley finì tra le pieghe della guerra civile e fu quasi completamente distrutto. 
Soltanto alla fine del Settecento ci si ricordò che la cappella, rimasta intatta, custodiva le spoglie di una regina e nell’Ottocento i nuovi proprietari, la famiglia Dent, diedero il via ai restauri. 

L’aspetto attuale si deve soprattutto a Lady Emma che dopo aver sposato John Dent, volle riportare all’antico splendore il palazzo e si concentrò moltissimo sulla sistemazione del parco, lo stesso dove oggi si ammira nella sua incantevole perfezione, tra siepi, aiuole di erbe officinali, alberi secolari, labirinti verdi, un laghetto, una zona con voliere con uccelli esotici e tantissimi fiori di ogni colore.




Tutto questo e molto altro si apprende visitando Sudeley, che oggi è proprietà dei baroni Ashcombe, che l’hanno aperto al pubblico, usano anche una sala preposta a location per matrimoni e alcune aree del giardino per manifestazioni ed eventi vari.

 Si possono visitare solo un paio di sale al primo piano del palazzo, le altre rimangono private. 

 I baroni hanno saputo creare un’atmosfera calorosa e ospitale nelle zone destinate alla visita, mettendo in mostra oggetti preziosi, come antichi libri, i mobili, i quadri e soprattutto le fotografie. 
Vedendo quelle del Lord, della Lady, dei loro giovani figli e persino del cane si ha l’impressione di essere accolti davvero in famiglia e ammirando una foto sorridente del Principe Carlo e di sua moglie Camilla, grandi amici degli Ashcombe, e la partecipazione delle loro nozze è come spiare da vicino l’inarrivabile nobiltà inglese e i suoi reali.
 La Duchessa di Cornovaglia è stata spesso in visita del castello, ci sono foto che la ritraggono in compagnia della Baronessa e del suo cane tra i sentieri del giardino.
 Gli stessi che i fortunati visitatori possono percorrere alla scoperta di questo splendido angolo delle Cotswolds, consacrato a Katherine Parr.



Fonte: latitudinex.com

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