giovedì 26 ottobre 2017

Baikal: il lago più profondo del mondo è soffocato da inquinamento e alghe


Il lago Baikal, il lago d’acqua dolce più profondo del mondo è fortemente inquinato e ha raggiunto livelli estremamente preoccupanti.
 Con i suoi 25 milioni di anni è anche il più antico del mondo, un vero peccato lasciarlo morire così.


Sta subendo la più grave crisi di sempre e gli esperti dicono che un inquinamento così ad oggi non si era mai visto.

 Il lago Baikal che si trova in Russia ed è sito Unesco con i 1700 metri di profondità è sempre stato luogo turistico per le sue acque cristalline. 

 Sul problema inquinamento è intervenuto anche il presidente Putin specificando che preservare il bacino ‘è senza dubbio una priorità del governo russo’. 
Ma anche tutte le zone adiacenti sono vittime del degrado. Infatti, proprio per questo motivo, qualche mese fa è stata aperta un’indagine sull’inquinamento illegale intorno al lago Baikal e la promessa del presidente russo è stata quella di affrontare al più presto i danni all’ambiente e bonificare i territori inquinati.

 Attorno al lago vivono oltre 3600 specie vegetali e animali, negli ultimi anni però il turismo sfrenato ha contribuito alla distruzione dell’ecosistema.
 Diverse specie sono scomparse e il lago ghiacciato è sommerso da alghe, un fenomeno che per la prima volta si era verificato nel 2011. 
 Secondo gli esperti, si tratterebbe di alghe Spirogyra, la cui diffusione è dovuta anche allo sversamento di fosforo e prodotti inquinanti che mai dovrebbero raggiungere le acque di un lago. 
Le conseguenze sono ad esempio la diminuzione di una specie della famiglia di salmoni.

 Un paio di anni, c’era stata la scomparsa delle spugne nell’area del lago Baikal tra Capo Tolsty e Listvyanka, e anche in quel caso una delle teorie ipotizzate dagli esperti era quella dell’impatto disastroso dei turisti e dell’inquinamento prodotto, con la conseguente crescita di alghe dannose e maleodoranti.


E pensare che una legge speciale del 1999 prevede anche misure di prevenzione per il lago, norme che vengono evidentemente disattese.

 Dal 2012, il governo russo finanzia programmi di trattamento e pulizia, ma i risultati a quanto pare tardano ad arrivare, il tutto a discapito di un bellissimo lago che sta piano piano morendo
.


Dominella Trunfio

Il più antico astrolabio marino


È a tutti gli effetti un astrolabio, un antico "disco dei naviganti", l'oggetto di difficile interpretazione rinvenuto nel 2014 nel relitto di una nave portoghese al largo della costa dell'Oman.


Nel ventre dell'Esmeralda, vanto della flotta di Vasco da Gama, primo esploratore europeo a navigare direttamente verso l'India doppiando il Capo di Buona Speranza, è stato trovato quello che oggi si ritiene essere il più antico degli astrolabi marini, strumenti usati dai naviganti per determinare l'altezza del Sole sopra l'orizzonte a mezzogiorno e avere così un'idea della propria posizione. 

 La nave affondò durante una tempesta nell'Oceano Indiano nel 1503. L'astrolabio risalirebbe invece a una manciata di anni prima, tra il 1495 e il 1500. 
 Il disco di bronzo di 2 millimetri di spessore e 17,5 centimetri di diametro è stato riportato in superficie nel 2014, insieme ad altri 3.000 reperti, da una spedizione congiunta dell'Università di Bournemouth (UK), del Ministero della cultura dell'Oman e della società privata Blue Water Recoveries, con il supporto del National Geographic Society Expeditions Council.

 Da subito era sembrato un oggetto di grande valore: recava infatti due stemmi, quello della corona portoghese e quello che in seguito è stato identificato come l'emblema personale di Don Manuel I, Re di Portogallo dal 1495 (da qui la possibile datazione). 
 Si sospettava potesse essere un astrolabio, ma non si vedevano le tacche che permettono di determinare l'altezza del Sole. 

Una più recente analisi con scanner laser effettuata nei laboratori dell'Università di Warwick (UK) ha infine messo in luce le segnature a raggiera dal centro ai bordi del disco, separate l'una dall'altra da angoli di 5 gradi.


Gli astrolabi marini sono piuttosto rari: prima di questo ne sono stati trovati in tutto 108. 
Quello dell'Esmeralda, realizzato per forza di cose prima del 1502 (l'anno in cui la nave salpò da Lisbona) e dopo il 1495 (incoronazione del re del Portogallo) precede i più antichi strumenti di navigazione conosciuti di almeno 30 anni.

 Fonte: focus.it