martedì 24 ottobre 2017
Donald R. Griffin e la “bomba pipistrello”
Donald R. Griffin (1915-2003) è stato uno dei più grandi zoologi americani del XX Secolo.
Quando era ancora studente ad Harvard iniziò a indagare sulle straordinarie e, ai tempi, inspiegabili capacità di orientamento dei pipistrelli nell’oscurità.
Per approfondire le sue ricerche Griffin installò, all’interno di un piccolo fienile, una serie di ostacoli che dovevano essere evitati dagli animali in volo, nel buio pressoché totale.
Con queste ricerche, condotte in collaborazione col neuroscienziato Robert Galambos, Griffin riuscì a identificare il sistema di navigazione dei pipistrelli, a cui nel 1944 diede il nome di “ecolocalizzazione”.
Grazie a un sistema in grado di registrare anche le frequenze non udibili, gli scienziati scoprirono infatti che i pipistrelli emettevano note di un’ottava più acute del limite massimo di sensibilità dell’orecchio umano.
Basandosi sull’eco generata da questi suoni, gli animali erano così in grado di identificare gli ostacoli con grande precisione.
La controprova venne data dal fatto che i pipistrelli, se venivano loro tappate la bocca o le orecchie, non erano più in grado di orientarsi al buio.
In seguito questo sistema venne scoperto anche nei cetacei e in alcune specie di uccelli.
Griffin proseguì brillantemente la sua carriera, insegnando zoologia in diversi atenei americani e scrivendo saggi di grande successo. Tra i suoi testi più celebri, “L’animale consapevole” del 1976 ebbe una fondamentale importanza nel campo delle scienze del comportamento, perché fu tra i primi a sostenere che gli animali sono dotati di coscienza propria.
Questo lavoro gettò le basi per lo sviluppo della moderna etologia cognitiva, lo studio della consapevolezza e delle intenzioni nel comportamento animale.
Nonostante gli indiscutibili meriti però, il professore americano è noto anche per vicende che poco hanno a che fare col welfare animale.
Nel corso della Seconda guerra mondiale, infatti, fu proprio Griffin a suggerire all’allora presidente americano Franklin Delano Roosevelt di sfruttare la Bat bomb, letteralmente “Bomba pipistrello”, per attaccare le città giapponesi.
Questo sistema, sviluppato da un dentista della Pennsylvania, tal Lytle S. Adams, prevedeva l’utilizzo di una sorta di “ordigno”, suddiviso al suo interno in un migliaio di cellette.
Ciascuna di queste conteneva un pipistrello della specie Tadarida brasiliensis in stato di ibernazione.
A ognuno di questi animali era collegata una piccola bomba incendiaria al napalm, dotata di timer.
Il grande ordigno veniva rilasciato da un aereo, si apriva in volo lasciando liberi gli animali, che volavano e trovavano rifugio sotto i tetti, nelle grondaie, dentro ad ogni anfratto. Le case giapponesi, realizzate principalmente in materiali infiammabili come carta e bambù, avrebbero facilmente preso fuoco.
Il risultato finale sarebbe stato un incendio su vasta scala, generato da centinaia di piccoli focolai ben distribuiti.
Dopo due milioni di dollari spesi, alcuni test e un deposito militare incendiato per errore, il progetto venne abbandonato dall’esercito americano: sarebbe stato pronto per l’utilizzo soltanto verso metà 1945, quando la bomba atomica era già in fase di completamento.
FONTE: RIVISTANATURA.COM
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