lunedì 16 maggio 2016

Roma, lo straordinario orologio ad acqua del Pincio


Il Pincio non è solo il luogo incantato per vedere lo scorcio di Roma più bello, ma è un posto che nasconde bellezze e segreti come l’orologio ad acqua, un esemplare unico di architettura meccanica tramandato a noi fin dall’Ottocento. 
 L’artefice di questo singolare esperimento è Giovanni Battista Embriaco, un frate dell’ordine domenicano che presentò, all’Esposizione Universale di Parigi, due prototipi di orologio ad acqua, uno di questi nel 1873, divenne una delle più belle attrazioni del Pincio a Roma.

 L’idea originale su cui si basa questa fantastica opera di ingegneria meccanica è quella di utilizzare la forza motrice dell’acqua per spostare il pendolo e caricare l’orologio, aggiungendo anche una suoneria che inizia a farsi sentire, grazie al riempimento alternato di due bacinelle. 
 Gioacchino Ersoch si occupò di trovare la giusta collocazione ambientale a questo particolare orologio, inserendolo in una torre al centro di un laghetto, decorato con dettagli di legno e posto su uno scoglio. 
Ersoch pensò volutamente a questo tipo di sistemazione per dare una sorta di continuità all’opera, ponendola al centro di un contesto naturale particolare, un modo per dimostrare come sia possibile conciliare al meglio tecnologia e natura.



L’orologio ha quattro quadranti richiamando idealmente il tronco di un albero e permettendo così di vedere l’orario da quattro direzioni diverse, da notare le sue lancette a forma di rami di albero per fare di questa struttura un elemento architettonico quasi naturale in perfetta sintonia con Villa Borghese.

 Dopo molti anni, l'orologio, smise di funzionare, anche per avere subito atti vandalici che lo danneggiarono e fu necessario un delicato restauro per renderlo ancora capace di scandire le ore. 
Nel 2007, una volta rimesso a nuovo, venne posto nel suo luogo d’origine perfettamente funzionante. 

 Questo particolare orologio necessita di cure costanti derivati dalla delicatezza dei suoi meccanismi che ne permettono il funzionamento anche dopo 142 anni per questo, il Comune di Roma, ha affidato l'opera ad una scuola professionale capace di monitorare costantemente il suo funzionamento.

 Fonte: bb-roma.it

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