lunedì 11 aprile 2016
Quel buco nero da record che può contenere 17 miliardi di soli
Scoperto un nuovo buco nero supermassiccio.
Il suo peso è pari a quello di 17 miliardi di soli e si trova al centro di una galassia in una zona dell'universo scarsamente “popolata”.
Le osservazioni, effettuate dal telescopio spaziale Hubble e dal telescopio Gemini alle Hawaii, indicano che questi oggetti possono essere più comuni di quanto si pensasse finora.
Fino ad ora, i più grandi buchi neri supermassicci - quei circa 10 miliardi di volte la massa del nostro sole - sono stati individuati in ammassi di galassie molto grandi.
Il buco nero gigante appena scoperto si trova al centro della galassia ellittica massiccia NGC 1600, situata in una zona cosmica depressa, un piccolo gruppo di circa 20 galassie.
A scoprirla è stato Chung-Pei Ma dell'University of California-Berkeley astronomo e capo dello studio Survey che si occupa di esaminare le galassie e i buchi neri supermassicci nell'universo locale.
Se trovare un buco nero gigante in una galassia massiccia in una zona affollata dell'universo è prevedibile, è decisamente meno probabile trovarla nei piccoli centri dell'universo.
I ricercatori hanno anche scoperto che il buco nero è 10 volte più massiccio di quanto previsto per una galassia di questa massa.
Sulla base delle precedenti rilevazioni Hubble sui buchi neri, gli astronomi avevano sviluppato una correlazione tra la massa di un buco nero e quella della sua galassia ospite.
Il buco nero si trova a circa 200 milioni di anni luce dalla Terra in direzione della costellazione Eridanus.
Un'ipotesi per spiegarne le dimensioni è quella che prevede la fusione con un altro buco nero avvenuta tempo fa, quando le interazioni di galassie erano più frequenti.
Quando due galassie si fondono, i loro buchi neri centrali si stabiliscono nel nucleo della nuova galassia e orbitano uno intorno all'altro.
In alcuni casi uno divora l'altro formando un buco nero ancora più grande.
Il buco nero generato poi continua a crescere inghiottendo il gas liberato dalle collisioni tra le galassie.
Una scoperta che ha aperto affascinanti interrogativi.
Lo studio è stato pubblicato su Nature.
Fonte: nextme.it
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