mercoledì 3 giugno 2015

Come riutilizzare i vecchi spazzolini da denti


Strano a dirsi ma il vecchio spazzolino da denti rientra tra gli oggetti da riciclare per dar vita ad insolite creazioni. 
Questo indispensabile strumento d’igiene quotidiana, infatti, può avere risvolti inaspettati.
 Ecco alcuni modi per dare ad esso nuova vita: utilizzatelo come spazzolina colorata per le bambole di piccole dimensioni (es. Barbie o Winx) per dare ai vostri figli un pettine su misura a costo zero. 

In alternativa, impiegatelo per pulire il guscio dei mitili.
 I gusci di cozze e vongole verrebbero in pochi secondi privati delle impurità; per non parlare, poi, dei suoi tanti utilizzi nell’ambito delle pulizie domestiche: si presta benissimo alla rimozione delle incrostazioni nei punti inarrivabili della casa: pensiamo alle fughe delle mattonelle (soprattutto quelle dietro il piano cottura), al coprifuoco dopo aver cucinato, alla pulizia di rubinetterie di bagno e cucina e in numerosi punti dove polvere e sporco vanno ad annidarsi in modo persistente. 

Le setole, imbevute di tempera, possono rivelarsi utili nella realizzazione di dipinti, con effetto spruzzo per rallegrare le tele o vecchi oggetti. 

Come per magia, gli spazzolini si trasformano in giochini per i gatti, che strusciano piacevolmente il musetto su di essi.
 Potete, inoltre, pulire con essi le zampine di cani e gatti.


Usateli per distribuire il mascara, separano le ciglia per avere uno sguardo più intenso, per mettere in ordine le sopracciglia, per esfoliare le labbra, per eliminare le cellule morte e rigenerare la pelle. 

Impiegateli per rimuovere le macchie più ostinate dai vestiti, per pulire i pettini ( avvalendovi di acqua calda e un pizzico di bicarbonato), per ravvivare le parti più comsumate di giacche e scarpe scamosciate, per lucidare le calzature in pelle, raggiugendo i punti più ostinati come gli inserti e le cinghie, oppure adoperateli per realizzare bracciali e collane multicolor.


Inseriti all’interno di una cornice, magari dopo averli verniciati con uno spray oro o argento, si prestano benissimo a diventare un quadretto stile shabby chic da appendere in bagno.
 Inoltre, sono utilissimi nella pulizia della parti lavorate deii gioielli, e per la pulizia delle foglie impolverate o sporche di terriccio delle vostre piantine. Le setole, asciutte o leggermente inumidite, le renderanno lucidissime.


Fonte: meteoweb.eu

Il segreto degli Sciti scoperto in vasi d'oro di 2400 anni fa


Il misterioso popolo degli Sciti, descritto nelle storie di Erodoto, non manca di riservare sorprese ai ricercatori che si stanno occupando degli scavi negli imponenti tumuli funerari, i Kurgan, che punteggiano le steppe dalla Mongolia al Mar Nero, territori dell'antica Scizia. 
Secondo lo storico greco, vissuto tra il 484 e il 425 a. C questi fieri nomadi che imposero il loro dominio per dieci secoli terrorizzando Greci e Persiani, avevano dei rituali che prevedevano l’uso di cannabis durante le cerimonie funebri: una pianta di canapa - assai simile al lino - veniva bruciata sopra pietre roventi, producendo un fumo "che nessun bagno a vapore della Grecia può eguagliare".

 Ora i suoi racconti sono stati confermati dalla straordinaria scoperta, avvenuta nell’estate 2013 ma divulgata solo ora per preservare il sito dagli sciacalli, dentro un tumulo funerario antico di 2400 anni, corredato da raffinati vasi in oro contenenti tracce di oppio e cannabis. 
"Scoperte come questa avvengono una volta ogni cento anni ", afferma Anton Gass, archeologo della Prussian Cultural Heritage Foundation di Berlino.


"Questi manufatti d'oro del Caucaso sono tra gli oggetti più belli che conosciamo dalla regione", aggiunge. 

Tutto è iniziato quando Andrei Belinski, un archeologo residente a Stavropol, nella Russia sud-occidentale, iniziò a scavare il kurgan, chiamato Sengileevskoe-2, aprendo la strada a una serie di scoperte. All’interno del Kurgan si è imbattuto in uno spesso strato di argilla che nascondeva una camera rettangolare rivestita con grandi pietre piatte, e all’interno di questa c’era il tesoro risalente a 2400 anni fa: due piccoli vasi d'oro capovolti, con l'imbocco girato verso terra, dentro i vasi tre coppe d'oro, un anello, due collier rigidi, e un bracciale. In tutto, i manufatti d'oro ben conservati, pesano oltre tre chili e duecento grammi.



Le analisi del contenuto - un residuo nero - trovato all'interno delle coppe hanno confermato i racconti di Erodoto: gli sciti utilizzavano droghe nei loro rituali.
 Secondo Belinski e Gass il residuo appiccicoso trovato all'interno delle coppe è una mistura a base d'oppio utilizzata per preparare una pozione da bere, mentre si bruciava cannabis nelle vicinanze. "Che entrambe le sostanze siano state utilizzate contemporaneamente è fuor di dubbio", afferma Gass.
 Le tensioni politiche della regione hanno bloccato gli scavi, ma i ricercatori sperano di tornare sul campo molto presto. "È come l'indagine di un detective. 
Non si può capire tutto e subito", dice Gass.
 "Abbiamo bisogno di continuare a scavare e studiare."

 

Fonte: caffeinamagazine.it

Meraviglie dagli abissi: esplorato per la prima volta il Grand Canyon sommerso


E' stato esplorato per la prima volta il Grand Canyon sommerso. L'impresa è stata compiuta al largo dell'Australia da un team internazionale che comprende l'Ismar-Cnr.
 I ricercatori hanno mappato in dettaglio 4.000 chilometri quadrati, rinvenendo pareti di corallo solitario e scogliere viventi e subfossili di coralli coloniali.
 I campionamenti permetteranno di comprendere meglio l'evoluzione climatica degli oceani. 


Si tratta della conclusione della campagna oceanografica della nave Falkor che ha per la prima volta esplorato visualmente il Canyon di Perth, nell'Oceano Indiano al largo delle coste dell'Australia occidentale, rilevando fra l'altro la presenza di coralli viventi e subfossili.
 A realizzare l'impresa, un team scientifico che comprende l'Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Ismar-Cnr) di Bologna. 
"Abbiamo scoperto il corallo solitario di profondità Desmophyllum dianthus che, in una parete verticale del Canyon, si presenta come una sorta di muro formato da numerosissimi individui. 
Le associazioni più ricche sono state individuate per la prima volta fra i 600 e i 1.000 metri di profondità", spiega Marco Taviani dell'Ismar-Cnr, che ha descritto le caratteristiche geologiche e biologiche del fondale man mano che il Rov (Remotely Operated Vehicle) 'Comanche', imbarcato sulla Falkor, mandava in diretta le immagini. 
Si tratta di un ritrovamento significativo poiché, spiegano i ricercatori, essendo questa specie diffusa in tutto il mondo, incluso il Mar Mediterraneo, permetterà di comprendere meglio la distribuzione geografica della fauna che si cela nelle grandi profondità marine.
 L'analisi in laboratorio degli individui di Desmophyllum campionati fornirà inoltre importanti dati sull'evoluzione climatica degli oceani, dato che gli scheletri calcarei di questi coralli sono autentici archivi della storia del mare.






"I loro 'cugini' mediterranei sono stati rivelatori della variazione della temperatura e fertilità del mare, fornendo indicazioni per gli scenari futuri sul riscaldamento globale e sulla progressiva acidificazione delle acque marine", aggiunge Paolo Montagna dell'Ismar-Cnr. 
"Oltre ai coralli solitari sono stati trovati cespugli di corallo rosso, una specie diversa da quella che s'incontra in Mediterraneo, e piccole scogliere viventi e subfossili di coralli coloniali.
 La datazione dei coralli fossili mediante il metodo dell'uranio/torio permetterà di comprendere meglio la storia evolutiva di uno dei più diffusi ma inosservati ecosistemi dell'intero pianeta, le scogliere coralline di grande profondità".

 Il Canyon di Perth è una grande incisione nel margine continentale australiano, a cinquanta chilometri dalla cittadina di Fremantle. Presenta all'incirca le dimensioni del Grand Canyon americano, del quale è più profondo, spingendosi fino a 4.200 metri, mentre la parte superficiale arriva a circa 50 metri. 
I ricercatori hanno mappato in grande dettaglio un'area vasta 4.000 chilometri quadrati.

 Roberta Ragni
 Fonte:greenme.it

Una passeggiata su due ponti da brivido

Uno è già percorribile a Sochi, in Russia.
 L'altro aprirà l'anno prossimo nella provincia cinese dello Hunan.


Iniziamo dallo Skybridge, il ponte pedonale più lungo del mondo: 439 metri di puro terrore nello scenario spettacolare della valle di Krasnaya Polyana, tra le montagne del Caucaso, non lontano dalla cittadina olimpica di Sochi, in Russia.

 La struttura, che raggiunge i 207 m di altezza ed è stata progettata e realizzata da architetti russi e neozelandesi, ha richiesto 740 tonnellate di metallo e 2000 metri cubi di calcestruzzo e vanta una solidità e una sicurezza da manuale.
 I turisti che si avventurano su questo ponte possono stare tranquilli: è progettato per poter sopportare in contemporanea un terremoto di magnitudo 9, forti venti, neve e grandine.


Lo Skybridge è divenuto una meta popolare per gli appassionati di bungee jumping, che possono lanciarsi nel vuoto a 112 km orari mentre godono della vista suggestiva della valle circostante.


I meno impavidi lo affrontano invece rinfrancati dai numeri: si dice che il ponte possa sopportare la presenza contemporanea di 30 mila persone. 
 Dalla cima del ponte si gode di una visuale panoramica mozzafiato dei monti del Caucaso, fino al Mar Nero. Parola d'ordine: non guardare indietro. 
La realizzazione del ponte ha richiesto due anni.


Dalle foto ai disegni concettuali: questo secondo ponte non è ancora stato inaugurato, ma promette di sorgere entro il 2016 sopra allo Zhangjiajie Grand Canyon, nella provincia cinese dello Hunan, uno dei luoghi che avrebbero ispirato i paesaggi di Pandora nel film Avatar.


Per non farsi mancare nulla, questo ponte commissionato allo studio di architettura israeliano Haim Dotan, promette di essere completamente trasparente.
 Si estenderebbe per 370 m a circa 400 m dal suolo, misure che gli garantirebbero il titolo di ponte pedonale trasparente più lungo del mondo.


Accoglierà fino a 800 visitatori contemporaneamente e potrà essere utilizzato per sfilate di moda ad alta quota, ma soprattutto come base per i "voli" dei bungee jumpers.
 Il ponte accoglierà infatti la più alta piattaforma per lanci di questo tipo, che batterà anche quella della Macau Tower (Macao, Cina), attuale detentrice del record (con salti da 233 m di quota).


Fonte : focus.it