mercoledì 3 giugno 2015

Il segreto degli Sciti scoperto in vasi d'oro di 2400 anni fa


Il misterioso popolo degli Sciti, descritto nelle storie di Erodoto, non manca di riservare sorprese ai ricercatori che si stanno occupando degli scavi negli imponenti tumuli funerari, i Kurgan, che punteggiano le steppe dalla Mongolia al Mar Nero, territori dell'antica Scizia. 
Secondo lo storico greco, vissuto tra il 484 e il 425 a. C questi fieri nomadi che imposero il loro dominio per dieci secoli terrorizzando Greci e Persiani, avevano dei rituali che prevedevano l’uso di cannabis durante le cerimonie funebri: una pianta di canapa - assai simile al lino - veniva bruciata sopra pietre roventi, producendo un fumo "che nessun bagno a vapore della Grecia può eguagliare".

 Ora i suoi racconti sono stati confermati dalla straordinaria scoperta, avvenuta nell’estate 2013 ma divulgata solo ora per preservare il sito dagli sciacalli, dentro un tumulo funerario antico di 2400 anni, corredato da raffinati vasi in oro contenenti tracce di oppio e cannabis. 
"Scoperte come questa avvengono una volta ogni cento anni ", afferma Anton Gass, archeologo della Prussian Cultural Heritage Foundation di Berlino.


"Questi manufatti d'oro del Caucaso sono tra gli oggetti più belli che conosciamo dalla regione", aggiunge. 

Tutto è iniziato quando Andrei Belinski, un archeologo residente a Stavropol, nella Russia sud-occidentale, iniziò a scavare il kurgan, chiamato Sengileevskoe-2, aprendo la strada a una serie di scoperte. All’interno del Kurgan si è imbattuto in uno spesso strato di argilla che nascondeva una camera rettangolare rivestita con grandi pietre piatte, e all’interno di questa c’era il tesoro risalente a 2400 anni fa: due piccoli vasi d'oro capovolti, con l'imbocco girato verso terra, dentro i vasi tre coppe d'oro, un anello, due collier rigidi, e un bracciale. In tutto, i manufatti d'oro ben conservati, pesano oltre tre chili e duecento grammi.



Le analisi del contenuto - un residuo nero - trovato all'interno delle coppe hanno confermato i racconti di Erodoto: gli sciti utilizzavano droghe nei loro rituali.
 Secondo Belinski e Gass il residuo appiccicoso trovato all'interno delle coppe è una mistura a base d'oppio utilizzata per preparare una pozione da bere, mentre si bruciava cannabis nelle vicinanze. "Che entrambe le sostanze siano state utilizzate contemporaneamente è fuor di dubbio", afferma Gass.
 Le tensioni politiche della regione hanno bloccato gli scavi, ma i ricercatori sperano di tornare sul campo molto presto. "È come l'indagine di un detective. 
Non si può capire tutto e subito", dice Gass.
 "Abbiamo bisogno di continuare a scavare e studiare."

 

Fonte: caffeinamagazine.it

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