lunedì 20 aprile 2015

Parco Nazionale della Valle di Jiuzhaigou, un ecosistema ricco di tesori naturali nel cuore della Cina


La Valle del Jiuzhaigou , che si estende su una superficie di 240 km quadrati, ospita nella sua area 9 villaggi tibetani di cui oggi rimane ben poco, ed ecco perché si traduce, letteralmente, in Valle dei 9 villaggi.
 Riserva naturale nell’ovest della provincia del Sichuan, in Cina, inserita nel 1992 dall'UNESCO nella lista del Patrimonio Naturale Mondiale è una delle vallate più belle e note al Mondo, con i suoi impatti scenici, i suoi colori, il numero di cascate e laghi multicolori che spesso diventano persino di ghiaccio e che creano effetti panoramici mozzafiato!
 Azalee, foglie d'acero ed erbe di varie specie incorniciano tutti gli stagni, grandi e piccoli. 
Nella valle si raccolgono le acque provenienti da 3 diverse gole, che poi vanno a confluire nel sistema fluviale dello Yangtze.
 Oltre 140 specie di uccelli e 4.000 specie di piante fanno parte dell'entourage di Jiuzhaigou.


L’anima di Jiuzhaigou sono i 100 laghi multicolori di alta montagna che i tibetani locali chiamano Haizi, figli del mare.

La leggenda narra che, in un tempo remoto, il dio della montagna, Dago, si fosse perdutamente innamorato della dea Semo e le avesse regalato uno specchio, fatto di vento e nuvole.
 Il loro amore era però turbato dalla presenza di un demone. 
Semo, inavvertitamente, ruppe lo specchio, che si frantumò in 108 pezzi, i quali, cadendo sulla Terra, si trasformarono nei coloratissimi laghi della Valle di Jiuzhaigou, chiamati anche “Haizi” (“Figli del mare”) dalle genti del posto

Dal momento che tutta la zona è caratterizzata da una morfologia di tipo carsico, le acque dei laghi sono ricche di particelle di calcio, magnesio e acido carbonico, che riflettono fortemente i raggi azzurri e verdi, per cui, in aggiunta alle più di 200 specie di alghe variopinte, i colori dell'acqua diventano estremamente vari.
 L'acqua degli Haizi è trasparente, per cui si possono vedere chiaramente i ciottoli, le piante acquatiche ed i rami secchi sul fondo, inoltre ha colori mutevoli, presentandosi in certi punti blu come un turchese ed in altri verde come la giada, separati da brillanti strisce gialle.
 Ad esempio, il maggiore lago di Jiuzhaigou, il Lago Lungo, da vicino pare verde smeraldo e trasparente, e da lontano azzurro e calmo, mentre i monti verdi delle rive si riflettono sulla superficie, creando un quadro meraviglioso.




Nella zona esistono 17 gruppi di cascate dal dislivello non forte, ma piuttosto ampie, al punto che spesso si presentano come maestose cortine d'acqua che ricoprono le pareti di interi precipizi. 
Tra queste c'è la cascata Nuorilang, ritenuta la più ampia della Cina, le cui acque precipitano da una parete lunga più di 100 metri e che, sotto i raggi del sole, originano una serie di arcobaleni, una scena dalla bellezza indescrivibile!


Si tratta di un luogo non solo naturalmente bello ma anche importante; infatti Jiuzhaigou è un ecosistema ricco di tesori naturali che la popolazione locale, di etnia tibetana, rispetta, cura e protegge.
 La stagione migliore per visitarlo è l’autunno, magari ammirando prima le foreste variopinte e poi le acque, ancora più surreali in questo periodo grazie al riflesso della luce, all’abbondanza d’acqua e alle coloratissime foglie.

 Fonti: 100viaggi.it
         
           meteoweb.eu

Tiger Temple: basta agli abusi e ai maltrattamenti nel tempio delle tigri in Thailandia


Abusi, maltrattamenti e commercio illegale di specie selvatiche. Avveniva da anni all'interno del Tiger Temple di Kanchanaburi, in Thailandia, dove ai turisti era consentito di scattare ambiti selfie con le tigri recluse, dar loro da mangiare e persino meditare in compagnia dei loro cuccioli.
 Dopo anni di proteste, finalmente le tigri verranno spostate dal tempio buddista grazie a una decisione del governo.

 Il successo del Tiger Temple si è sempre basato sul fatto che le sue tigri fossero state salvate da bracconieri per vivere e muoversi liberamente e pacificamente tra i monaci del tempio, attivamente impegnati nel lavoro di conservazione della specie. 
Peccato che non ci siano mai state prove sul fatto che le donazioni e i biglietti pagati siano stati devoluti per questa causa.

 La prima perplessità a tal proposito deriva dal fatto che le tigri sono allevate dai monaci, non da esperti della fauna selvatica o da ambientalisti. Per non parlare, poi, delle terribili condizioni in cui sono costretti a vivere gli animali.


Gabbie troppo piccole e affollate prive di qualsiasi arricchimento in cui le tigri passavano 20-21 ore al giorno. 
Esemplari con comportamenti ripetitivi dovuti a stress da cattività. I felini erano costretti a interagire con gli ospiti per circa tre ore in un momento in luce diretta del sole, senza ombra e acqua.
 Abusi fisici e maltrattamenti per rendere le tigri più collaborative con gli esseri umani e insegnare a essere sottomesse ai custodi. Tirate per la coda, colpite con piccole canne, innervosite dai turisti fatti sedere sulle loro schiene e sempre troppo vicini, senza alcuno spazio in cui ripararsi.
 Nutrite solo con pollo, perché più economico.
 Stranamente apatiche e calme, forse sedate.
 In natura, poi, le tigri adulte tendono a vivere solitarie, incontrandosi solo per accoppiarsi o quando i cuccioli sono troppo piccoli per vivere da soli. Ma al Tiger Temple sono state ospitate fino a 90 tigri in una sola volta.




Ma ora, in seguito a una serie di eventi drammatici, comprese aggressioni agli ospiti, Nipon Chotiban, direttore generale del Dipartimento dei Parchi Nazionali della Thailandia, ha finalmente ordinato che tutte le tigri siano trasferite dalla struttura entro la fine di aprile.

 Questa è una grande notizia per gli ambientalisti della fauna selvatica e per gli attivisti per i diritti degli animali che hanno combattuto per oltre 15 anni per chiudere questo tempio degli orrori. 
E soprattutto per le tigri, che hanno il diritto di essere libere dallo sfruttamento.

 Fonte:greenme.it

La Land Art sbarca in Europa con il progetto Water Blooming


Natura ed arte dialogheranno mercoledì 29 aprile alle ore 17.00 ai Giardini di Sissi a Merano. 
Ad attendere i visitatori un ospite d’eccezione: l’artista giapponese Ichi Ikeda che svelerà l’installazione “Water Blooming”, un’opera di Land Art appositamente realizzata per il Laghetto delle Ninfee dei Giardini di Castel Trauttmansdorff e che si inserisce all’interno del progetto artistico Merano Art & Nature – Spring 2015.

 “Water Blooming” è un’opera unica, la prima di grandi dimensioni realizzata da Ichi Ikeda in Europa, che sviluppa una nuova visione dell’acqua, tema ricorrente nelle installazioni dell’artista giapponese. 
L’opera rappresenta il rapporto tra uomo e natura, che Ikeda percepisce come armonioso, in un incessante flusso di immagini tra cellule vegetali esagonali, mani stilizzate e acqua corrente che scaturisce dal centro dell’installazione.
 L’opera pone l’attenzione sull’utilizzo sostenibile dell’acqua, quale risorsa più preziosa della Terra. 
  

 Fonte: www.teatronaturale.it