martedì 27 gennaio 2015

Cartamela e pellemela : i progressi del riciclaggio “made in Italy”


I limiti della sostenibilità e del riciclo non hanno confini, per fortuna. 
Le ricerche in materia di reimpiego di scarti per la produzione di innovati materiali è attiva; dagli scarti della lavorazione industriale delle mele nasce la ‘cartamela’, carta sostenibile per la produzione di fazzolettini e rotoli da cucina e la ‘pellemela’ per calzature e rivestimenti di divani. 
Quegli scarti organici già da diversi anni venivano utilizzati per alimentare gli impianti a biogas, cosa che avviene tuttora: ma attraverso nuove lavorazioni è stato possibile creare materiali innovativi e sono per giunta made in Italy.

 Nel 2009, a Bolzano, Hannes Parth ha fondato la Frumat, un laboratorio di analisi chimiche che ha iniziato ad effettuare dei test per stabilire se, dagli scarti della lavorazione industriale delle mele era possibile ricavare delle materie prime da impiegare per realizzare prodotti ecocompatibili. 
“Il primo prodotto che abbiamo realizzato è stata la cartamela – spiega Hannes Parth – un prodotto creato con pura cellulosa arricchita con gli scarti di lavorazione delle mele che dopo la l’iniziale produzione di carta igienica, oggi trova diverse declinazioni sia come rotoli da cucina, fazzolettini da naso, scatole per il packaging. 
La nostra ricerca e le nostre sperimentazioni però non si fermano e ora siamo impegnati nella realizzazione della ‘pellemela’, un prodotto ottenuto sempre dagli scarti di lavorazione delle mele ma destinato alla legatoria, alle calzature e ai rivestimenti di divani e sedie.


 
L’attività di Frumat si concentra nella ricerca e nello sviluppo di prototipi che, dopo essere stati opportunamente testati, vengono realizzati a livello industriale”. 
I risultati parlano chiaro: in 5 anni le tonnellate di buccia di mele utilizzate sono arrivate a 30 tonnellate al mese.

 “L’Italia- prosegue Parth- “sta dimostrando un particolare interesse verso i processi di trasformazione in materie prime ottenute da sottoprodotti e scarti di lavorazione alimentare.
 Stiamo riscontrando un notevole interesse da parte dei fruitori di questi prodotti ecosostenibili non solo a livello nazionale, ma anche oltreconfine dove, in Paesi come la Germania, l’Austria, la Svizzera e la Francia la sensibilità verso queste produzioni ha radici ben più antiche rispetto a quelle italiane . "Eppure, e questo è un dato a mio avviso molto interessante – conclude Parth – nell’arco di pochi anni ho potuto constatare che anche nel nostro Paese le aziende interessate a produrre utilizzando scarti ottenuti dalla lavorazione industriale di alimenti, in questo caso specifico quelli delle mele, sono in continuo aumento”.

 Fonte: adnkronos.com

Sopravvive ai laboratori, ai proiettili e al cancro: ecco la storia di Nelly


Nelly non ha mai smesso di scodinzolare.
 Ha dovuto superare tante difficoltà, ma non ha mai smesso di scodinzolare, di ringraziare chiunque le donasse un po’ di felicità. 

Nelly è una femmina di Beagle trovata, a inizio dicembre scorso, in uno scatolone abbandonato ai bordi di una strada di campagna in Florida (Stati Uniti). Era insieme ad altri cuccioli. 
Qualcuno aveva sparato a tutti loro e li aveva abbandonati come fossero sacchi di immondizia. 
Tutti morti, tranne Nelly che è rimasta aggrappata alla sua voglia di vivere.
 Il proiettile era entrato e uscito nella zona sotto la giugulare e la ferita si era già quasi rimarginata. 
 Portata dai veterinari per essere curata, si è scoperto il suo passato: sull’orecchio dei quattro cani c’era un codice numerico tatuato. Il segno che erano stati utilizzati in laboratori per esperimenti sugli animali. 
I suoi denti erano molto consumati, probabilmente nel tentativo di liberarsi dalle gabbie o catene con cui era tenuta prigioniera.
 Ma c’era qualcosa di più importante che preoccupava il veterinario che l’ha visitata: un tumore che aveva intaccato l’area vicina alle sue zampe posteriori, nonché una ghiandola mammaria.


Ma questa piccola Beagle ha uno spirito da combattente e sta affrontando la malattia senza perdere la voglia di scodinzolare, dimostrando tutto il suo amore nei confronti degli operatori del Beagle Freedom Project che si stanno occupando di lei.

 Per chi l’ha abbandonata e ha cercato di ucciderla lei era solo un numero identificatevo, ma Nelly ogni giorno dimostra di avere un coraggio e un amore che nessuna provetta potrà mai riprodurre.

 Fulvio Cerutti