martedì 3 novembre 2015
La rarissima balenottera di Omura
Un team internazionale di biologi marini ha diffuso un video che mostra per la prima volta un esemplare di balenottera di Omura, una specie molto rara scoperta solo nel 2003 e che in precedenza non era mai stata filmata o fotografata in modo chiaro.
La breve sequenza è stata girata al largo delle coste settentrionali del Madagascar in una data non meglio precisata tra il 2013 e il 2015, nell'ambito di uno studio pubblicato sulla rivista Royal Society Open Science.
La scoperta della Balaenoptera omurai risale a poco più di una decade fa, per merito di tre scienziati giapponesi, Shiro Wada, Masayuki Oishi e Tadasu K. Yamada, che l'hanno descritta su Nature dopo avere confrontato il DNA di un esemplare spiaggiato su un isola del Mar del Giappone nel 1998 con quello di otto balenottere uccise "per ragioni scientifiche" nelle acque australi nel 1970.
Finora di questo mammifero marino si sapeva comunque pochissimo, tanto da far sorgere dubbi sulla sua effettiva esistenza all'interno della comunità cetologica.
Come spiega il biologo americano Salvatore Cerchio, che ha guidato questa nuova ricerca con l'appoggio della Wildlife Conservation Society, «nel corso degli anni c'è stato qualche possibile avvistamento della balenottera di Omura, ma nessuna reale conferma».
Nel 2013, a seguito di alcune segnalazioni, Cerchio e colleghi hanno focalizzato le loro indagini nell'Oceano Indiano, dove sono riusciti a individuare 44 gruppi di balenottere. La spedizione ha permesso di raccogliere campioni biologici da 18 esemplari adulti e di acquisire, per la prima, foto e video che certificano l'esistenza del cetaceo.
Simile nell'aspetto alla balenottera comune, la Omura ha una lunghezza che varia dai 10 ai 12 metri e tende a vivere in branchi sparuti, un'abitudine che la rende ancora più difficile da osservare. Nonostante l'eccezionale testimonianza, sono ancora tante le domande bisognose di risposta, una delle quali riguarda il preciso numero di esemplari esistenti oggi in natura.
Fonte: focus.it
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