mercoledì 23 settembre 2015
Esfoliazione naturale - fa bene a noi e all'ambiente
Microgranuli, microsfere, microbeads: tutti nomi ormai familiari ai più che vogliono dire una sola cosa, rinnovamento della pelle.
Ma questi tanto amati alleati della nostra bellezza contenuti in saponi, dentifrici e creme, sono in realtà un cancro per l’ambiente e per noi stessi.
Panico? No, ecco che allora, complici le coscienze etiche di più o meno interessati imprenditori e di semplici consumatori, spuntano come funghi le soluzioni green, amiche sia della nostra salute che degli ecosistemi terrestri e marini. Il marketing, si sa, riesce a fare miracoli, anche far sembrare innocue e indispensabili delle microsferette colorate che altro non sono che plastica, pura e semplice. E quindi, la vanità femminile, unita alla voglia di praticità, ha creato un’autostrada all’immissione sul mercato di centinaia di prodotti che stanno ammalando l’ambiente e gli ecosistemi. E di fatto cosa c’è di più semplice del massaggiare sul corpo un bagnoschiuma “esfoliante” e sciacquare via schiuma, cellule morte e granuli giù per lo scolo
E quindi giù nel mare, nei fiumi e laghi di conseguenza nelle nostre terre.
Il problema dell’inquinamento da microgranuli di plastica è ormai allarmante e sotto gli occhi di tutti, financo i pigrissimi (almeno riguardo le questioni ambientali e di salute), gli USA hanno preso dei provvedimenti contro i prodotti cosiddetti esfolianti, non naturali. Ma se sono così pessime, queste microsfere, perché si usano?
E’ molto semplice, perché la plastica convive all’interno di qualunque formulazione senza deteriorarsi; mi spiego meglio, sale e zucchero per esempio (prodotti esfolianti per eccellenza) mantengono la loro struttura solo in un composto grasso, in un bagnoschiuma o in un dentifricio si scioglierebbero quindi, le microsfere sono invece “addizionabili” in qualunque prodotto senza che ne sia modificata la struttura, sono poi indeteriorabili, riproducibili e pronte all’uso nella filiera produttiva. La verità è che come sempre le microsfere sono il volto di una falsa innovazione. L’esfoliazione esiste nella cultura dei popoli del mediterraneo da secoli e si è sempre praticata con metodi meccanici e naturali, le sferette di plastica non hanno fatto altro che creare un finto bisogno con una finta soluzione innovativa. Non abbiamo bisogno di bagnoschiuma esfolianti, ma solo di un bagnoschiuma organico e di una spugna di luffa, e neanche di dentifrici al morbillo blu, ma di un pizzico di bicarbonato sullo spazzolino.
Vediamo allora, una per una, alcune soluzioni amiche dell’ambiente e della nostra salute. La luffa è una zucca fortemente fibrosa che, essiccata e privata dei semi, si trasforma in una spugna cilindrica dura come la carta vetrata; una volta inumidita si ammorbidisce tanto da diventare un delicato ammasso di cordicelle dal potere esfoliante. Se si rompe, o volete cambiarla, non dovete fare altro che gettarla nell’umido o nel compost: dalla natura alla natura insomma. Zucchero e sale, come già detto, sono granuli esfolianti per eccellenza: basta massaggiarli con un po’ di olio d’oliva o di mandorla su tutta la pelle e poi procedere alla doccia. L’argilla, mescolata a un po’ di acqua, sapone oppure olio, non solo aiuta il ricambio cellulare, ma rigenera la pelle purificandola e nutrendola. Il caffè, la posa ovviamente, come l’argilla può essere usato un po’ con qualunque preparato perché non perde consistenza; in più, ha un effetto tonico.
Il bicarbonato è utilissimo per i denti e le gengive, così come il bastoncino di siwak: entrambi oltre che pulenti sono anche disinfettanti. Al di là di questi esempi poi c’è la nostra fantasia, tutto ciò che pensate abbia un effetto scrub ed è naturale può fare al caso nostro: strisce di lino grezzo, paglia bagnata, financo le spezie, come i semi di cumino, sono grandi alleate della nostra bellezza. Se infine avete la fortuna di avere una spiaggia a “portata di gambe” non dimenticate il rimedio più economico e semplice del mondo: la sabbia, da strofinare delicatamente sul corpo mentre siete a mollo nel mare.
Alessandra De Sio
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