lunedì 18 maggio 2015

Sacro Cenote Blu: il “pozzo dei sacrifici” nel cuore della giungla dello Yucatan


Milioni di anni fa, tale penisola era coperta dall’oceano.
 Durante l’ultima era glaciale però, il livello delle acque si è abbassato e tutti i reefs e la normale vita marina si son trasformati in fossili.
 La pioggia, filtrando lentamente, ha scavato giganteschi sistemi sotterranei, caverne e tunnel.
 Le precipitazioni, poi, hanno trasportato minerali fino nel profondo della terra, formando stalattiti e stalagmiti che, con i millenni, si sono sviluppate in incredibili formazioni rocciose. 

La parola cenote deriva dal termine maya “D’zonol” che significa, nell’antica lingua, cavità sotterranea che contiene permanentemente acqua. 
I cenote erano considerati dai Maya come l’entrata di un mondo mitico e spirituale, oltre ad essere l’unica fonte di acqua dolce nel mezzo della giungla.


Essi possono avere qualsiasi forma e dimensione, si possono presentare come lagune o come un piccolo buco sulla terra. L’acqua che entra al loro interno si chiama “spring side” mentre quella uscente si chiama “sifon”. 

Le civiltà Maya precolombiane sacrificavano oggetti ed esseri umani all’interno del cenote, adibito come luogo di culto di Chaac, il dio Maya della pioggia e durante l’equinozio qui si tenevano numerose cerimonie religiose. 

Situato nel nord della penisola dello Yucatan, appena 10 minuti a nord del complesso archeologico Chichen Itza, dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità ed inserito tra le Sette meraviglie del Mondo, vi è un magnifico cenote; un “pozzo dei sacrifici” spettacolare, con un diametro di 60 metri, una profondità di 39 metri e un’altezza di 26,5 metri.


Conosciuto per la sua imponenza e grandiosità, caratteristiche che lo rendono il luogo ideale per la competizione di tuffi da grande altezze, il Cenote Ik Kil (Azul Sagrado o Sacro Cenote Blu), questo il suo nome, con le sue acque limpidissime, incontaminate ed i suoi giochi di luci ed ombre, regala scenari unici, soprattutto se osservato dall’alto.
 E’ circondato da piccole cascate in una lussureggiante giungla di alberi e piante esotiche, popolate da centinaia di uccelli selvatici (tucani, pappagalli, tordi ecc). 
Aperto al pubblico tutto l’anno, esso costituisce la più importante attrazione naturale del Parco eco-archeologico di Ik Kil ed è possibile tuffarsi nelle sue acque dolci, nuotando tra piccoli pesci gatto scuri ed effettuando immersioni nell’acqua fresca.
 L’élite di tuffatori da grandi altezze non vede l’ora di ritornare in questo incantevole paesaggio nel cuore della giungla dello Yucatán.




Fonte: meteoweb.eu

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