martedì 19 maggio 2015

Il ritrovamento al largo di Panama è la Encarnaciòn


Nel 2011 un gruppo di archeologi setacciava i fondali della costa caraibica nei pressi del Rio Chagres alla ricerca dei relitti di cinque navi appartenenti al leggendario corsaro inglese Henry Morgan, affondate nel 1671 durante una spedizione per saccheggiare la città di Panama. 
Una nave la trovarono, ma già dai primi indizi si capì che non si trattava di una nave pirata. Era infatti carica di merci, cosa strana visto che, secondo una ricostruzione dei movimenti della flotta di Morgan, i suoi galeoni ancora non erano approdati. 

 A distanza di oltre tre anni un team di archeologi ha attribuito un nome al misterioso relitto. 
Si tratta della Nuestra Señora de Encarnación, un galeone appartenente alla flotta mercantile spagnola Tierra Firme.
 Queste navi trasportavano beni di ogni genere, tra cui metalli preziosi, dalle Americhe all’Europa, mentre in direzione opposta rifornivano le colonie di oggetti di uso quotidiano provenienti dal Vecchio Mondo.
 Encarnación è simile a quella delle altre 15 navi spagnole ritrovate nei pressi delle coste americane. Fu costruita in Messico e, forse dopo alcune traversate, affondò nel 1681 a causa di una tempesta al largo di Panama, prima di approdare. 

Quello che la rende speciale è il suo stato di conservazione: a differenza di tutte le altre il suo scafo è praticamente intatto e non è stata saccheggiata né divorata da batteri e tarme, probabilmente perché era semi-sotterrata nel fondale.


Frederick “Fritz” Hanselmann dell’Università del Texas, che con il suo team di archeologi sta studiando Encarnación, racconta entusiasta: 
«È un relitto interessantissimo: la parte inferiore dello scafo è integra e contiene ancora le merci trasportate, tra cui una grande varietà di prodotti: barili di legno, oltre 100 scatole di legno contenenti lame di spada, forbici, ferri di cavallo, chiodi, ceramiche e altri oggetti che accompagnavano materiale deteriorato, come i sigilli di piombo».


Hanselmann e colleghi stanno analizzando il relitto per capire come venivano costruite le navi spagnole in quell’epoca. 
Hanno scoperto per esempio che venivano rivestite da un materiale chiamato granel, una sorta di cemento composto da sabbia, calce e ghiaia. 
Questo rivestimento, probabilmente utilizzato per dare stabilità alle navi, era diffuso anche nella costruzione degli edifici in tutto il Nuovo Mondo. 
Uno dei punti interessanti da chiarire è se questa fosse una tecnica locale o importata dall’Europa. 

 Nel frattempo le ricerche dei relitti di Morgan proseguono, assicura Hanselmann: «Le acque che circondano la foce del Rio Chagres e la costa caraibica di Panama nascondono oltre 500 anni di storia marittima. 
La ricerca dei vascelli perduti di Morgan continua e chissà che cosa troveremo ancora lungo la strada!». 

Fonte: focus.it

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