venerdì 8 maggio 2015

Il pittoresco arcobaleno di colori dei Butchart Gardens


I Butchart Gardens si estendono per ben 22 ettari sull’isola di Vancouver, in Canada.
 Si tratta di uno dei cinque parchi pubblici migliori del Nord America, un’attrazione capace di richiamare più di un milione di visitatori all’anno grazie alla bellezza delle sue piante fiorite, ma non solo, il particolare metodo di gestione ne fa un valorosissimo esempio di sostenibilità. 

 Quando all’inizio del ‘900 la famiglia Butchart si trasferì in Canada, non avrebbe mai pensato che da una cava di calcare sarebbe riuscita a far nascere uno dei giardini fioriti più belli al mondo. 
Proprietari di un cementificio, presero casa nell’isola di Vancouver proprio per recuperare la materia prima di cui avevano bisogno. E mentre il signor Butchart coltivava la cava, la signora Butchart abbelliva la loro abitazione, situata nelle vicinanze, ornandola di rose e fiori di ogni genere. 
Quando la vicina cava si esaurì completamente, decisero che sarebbe diventata parte integrante del loro giardino e così esso crebbe sempre di più, in dimensioni e valore, fino a divenire lo spettacolo unico che può essere ammirato oggi.


Entrando nei giardini Butchart si è accolti da un’opera d’arte tutta italiana, un cinghiale bronzeo copia di una statua del famoso Piero Tacca, artista toscano del ‘600.
 Poco più in là, il punto di ristoro “Benvenuto” fa da crocevia tra le serre e il giardino all’italiana. Una green house che si estende per più di un ettaro; e proprio qui, oltre a un’esposizione esemplare di specie da interno, vengono moltiplicate e messe a germogliare le piante annuali che andranno a ornare le aiuole del parco: tulipani, papaveri dell’Himalaya, ciclamini, crocchi, begonie da tubero e gerani.
 Il giardino all’italiana, invece, brilla per i giochi d’acqua e le composizioni floreali attorniate da siepi di bosso. 
Poco oltre, il giardino mediterraneo; una zona rocciosa in cui i Butchart misero a dimora specie rustiche, come ad esempio i sedum, piante colorate e lussureggianti in quasi tutti i periodi dell’anno.

 

Continuando la vostra visita verrete ammaliati dal giardino giapponese. 
Realizzato nel lontano 1907, è caratterizzato da laghetti e ponticelli orientali che regalano quiete e serenità a chi passeggia, in particolar modo durante l’autunno, quando le foglie rosse degli aceri (Acer japonicum e Acer palmatum) creano uno scenario unico.
 Dopo aver superato la fontana dei 3 storioni, opera originale dell’italiano Sirio Tofanari, ci si imbatte nel roseto di Mrs. Butchart.
 Ornato da aiuole di Delphinium, il roseto fu il fiore all’occhiello per la capostipite di famiglia, tradizione rispettata poi dai suoi successori, abilissimi nella cura di rose rampicanti, ricadenti e moderne dai colori sgargianti.

 






Ma il vero cuore pulsante del giardino, è il Sunken Garden letteralmente “il giardino sommerso” si tratta di una zona verde realizzata all’interno della vecchia cava, una depressione che permette lo sviluppo di specie ornamentali tipiche degli ambienti umidi.
 Tutt’attorno una selezione raffinata di arbusti e alberi da fiore intervallati da aiuole, uno spettacolo che può essere vissuto in prima persona passeggiando tra narcisi e tulipani, magnolie e meli da fiore, o ammirato da punti panoramici per una visuale d’insieme mozzafiato.


Il giardino dei Butchart è senza dubbio unico, per stile e per bellezza; ma lo è ancor di più se si considera il modo con cui viene gestito, particolarmente attento a ridurre l’impatto ambientale e votato al risparmio delle risorse.
 Le piante vengono protette limitando al massimo l’impiego di pesticidi e viene comunemente utilizzata la lotta biologica; l’acqua piovana viene puntualmente recuperata e la gestione dell’impianto di irrigazione è sempre più efficiente, finalizzato ad azzerare lo spreco della risorsa idrica. 
Il riciclo dei rifiuti, invece, è un vero e proprio vanto per i gestori del parco che nel 2013 sono riusciti a recuperare quasi 30 tonnellate di cartone da imballaggio, 57mila contenitori per bevande e ben 5 tonnellate tra vetro, metallo e carta.

 I Butchart gardens sono un esempio di come un parco può essere gestito secondo pratiche ecocompatibili senza perdere l’appeal con il pubblico; un modo intelligente e all’avanguardia per valorizzare uno spazio verde che affonda le sue radici in più di un secolo di storia.


Fonte: growtheplanet.com

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