giovedì 23 aprile 2015
Addio ai telescopi spaziali, sostituiti da una “nuvola di glitter”
Saranno i glitter a rivoluzionare i telescopi spaziali del futuro: una nuvola di sottilissime polveri riflettenti potrebbe infatti sostituire i costosi e pesanti specchi usati negli osservatori tradizionali abbattendo i costi fino a 100.000 volte.
A sviluppare questa nuova tecnologia e’ l’italiano Marco Quadrelli, a capo di un gruppo di ricerca del Jet Propulsion Laboratory (Jpl), i cui primi incoraggianti risultati potrebbero portare a telescopi ancora più potenti del Webb, il ‘sostituto’ di Hubble.
“La difficoltà per lo sviluppo di telescopi spaziali più potenti – ha spiegato Quadrelli all’ANSA – e’ legata alla dimensione del cosiddetto specchio primario, il James Webb che sara’ lanciato nel 2018 ha uno specchio di oltre 6 metri ma farne di più grandi e’ un grandissimo problema, sia di costi che di trasporto in orbita”.
Per superare questo limite Quadrelli lavora su più idee e una delle più promettenti e’ quella di rivoluzionare la tecnologia degli specchi, trasformarli da un ‘monolite’ a una nuvola di glitter.
“L’idea – ha spiegato il ricercatore italiano – e’ quella si spezzettarlo in una nuvola di granellini molto piccoli, di pochi micron, che possono essere allineati a formare un piano grazie a dei laser”.
Si avrebbe cosi’ uno specchio sottilissimo formato da miliardi di nanospecchi, un metodo che elimina i costi per produrre specchi ‘monolitici’, i complessi dispositivi di allineamento e gli enormi pesi: un abbattimento dei costi di 10.000 o 100.000 volte.
L’unico inconveniente e’ pero’ che l’immagine non e’ ‘perfetta’ ma risulta spezzettata in miliardi di pezzi.
L’ottimismo arriva pero’ dai grandi risultati ottenuti per ‘pulire’ l’immagine: il lavoro realizzato con il politecnico di Rochester di New York ha permesso di ricostruire correttamente l’immagine di una stella doppia riflessa dalla nuvola di glitter.
Il prossimo obiettivo sara’ quello di testare, forse entro 5 anni, questa tecnologia sulla Stazione Spaziale Internazionale in ambiente di gravita’ zero e se i risultati dovessero essere positivi si potrebbe arrivare a telescopi ‘glitter’ entro 10 o 20 anni.
Parallelamente i ricercatori stanno lavorando anche alla realizzazione di telescopi ‘a schiera’, ossia tanti telescopi, che perfettamente allineati e disposti nei punti ‘giusti’, possano funzionare come un unico strumento.
Due tecnologie che unite potrebbero portare al lancio di decine di telescopi, molto leggeri, la cui ‘somma’ porterebbe a un grande telescopio di decine di metri di specchio e migliorare la ‘vista’, tanto da vedere la composizione dei pianeti extrasolari.
Fonte: meteoweb.eu
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