venerdì 27 marzo 2015
La "cascata sottomarina" davanti all'Isola di Mauritius
Qualcosa di molto strano sta forse accadendo davanti a Mauritius, una delle perle dell'Oceano Indiano, a quasi 2 mila chilometri dall'Africa.
Il basso fondale sabbioso al largo della punta sudoccidentale dell'isola sembra aprirsi in uno squarcio, che lascia precipitare l'acqua cristallina verso una voragine blu scuro.
Che si tratti di una cascata sottomarina o di qualche altro insolito fenomeno geologico?
Niente di tutto ciò.
Si tratta, come è facile immaginare, di un'illusione ottica favorita dalla prospettiva aerea di questi scatti.
A creare l'effetto tridimensionale di un salto d'acqua sottomarino sono i depositi di sabbia e fango creati dall'acqua della risacca. L'ampia gamma di colori dell'oceano e del fondale completa lo scherzo fotografico.
Basta infatti osservare la punta sudovest dell'isola da un'altra angolazione per veder sparire l'ipnotica illusione.
L'idea di una cascata sottomarina rimane però, molto affascinante, come tutto ciò che riguarda il mondo - ancora poco conosciuto - degli oceani.
La penisola di Le Morne Brabant, questo il nome del promontorio, ospita un blocco di roccia basaltica alto 556 metri da cui si gode di una splendida vista.
L'altura e la laguna circostante sono, dal 2003, Patrimonio dell'Umanità tutelato dall'Unesco, e non solo per il valore paesaggistico.
In alcune grotte di questa collina, protetta dalla vegetazione e un tempo praticamente inaccessibile, si rifugiarono, nel 1800, piccole comunità di schiavi fuggiaschi (Mauritius fu infatti, fino al XIX secolo, uno dei centri nevralgici per lo smistamento di schiavi africani).
Si racconta che nel 1835, quando la schiavitù fu abolita per legge sull'isola, una pattuglia di poliziotti si recò sull'altura per dire agli schiavi che erano liberi e che questi, non avendo capito il messaggio, si gettarono in mare per non perdere di nuovo la libertà, morendo per l'impatto.
Da allora il colle è simbolo della lotta contro la schiavitù e della difesa dei diritti umani.
Tratto da: focus.it
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