giovedì 8 gennaio 2015

Il viaggio nel tempo dalla mitologia antica alla scienza moderna

Che cosa è il tempo? Quando nessuno me lo chiede, lo so; ma se qualcuno me lo chiede e voglio spiegarglielo, non lo so! 

 Con questa lapidaria affermazione, Agostino d’Ippona, filoso e teologo del 6° d.C., ammetteva la difficoltà della filosofia nel comprendere un concetto così sfuggevole come il tempo.


Ma non è solo la filosofia a dover fare i conti con questa difficoltà. Quando Albert Einstein, con la sua Teoria della Relatività, ha rivelato che il tempo è una dimensione della realtà insieme allo spazio, i fisici hanno cominciato a studiarne la natura, scoprendo sempre più che si tratta di una nozione che spesso travalica la comprensione umana dell’Universo. Soprattutto perché le equazioni di Einstein suggeriscono che il tempo non è una dimensione assoluta, ma relativa.
 Il fisico tedesco comprese che quanto più un oggetto si muove a velocità vicine a quelle della luce, tanto più il suo tempo relativo rallenta.

 Dopo che il tempo ha assunto la dignità di dimensione, molti scienziati si sono chiesti se, come per lo spazio, sia possibile spostarsi al suo interno, andando indietro nel passato o avanti nel futuro.
 I numerosi paradossi legati all’ipotetico viaggio nel tempo hanno, però, convinto i più a ritenere che questa possibilità sia semplicemente impedita a causa della struttura intima dell’universo. 
 Eppure, diversi fisici teorici si dicono convinti del contrario. Secondo costoro, un giorno l’umanità sarà in grado di spostarsi nel tempo sia nel passato che nel futuro, con tutti i problemi etici che ciò comporta. Quali sarebbero le conseguenze di una qualsiasi alterazione del passato e quali effetti avrebbero sul futuro?
 Chi avesse accesso a tale tecnologia, in pratica avrebbe il potere di modificare la storia.


Sebbene quello del viaggio nel tempo sembra essere un tema solo appannaggio della fantascienza e della fisica teorica, molti testi antichi fanno riferimento a tale possibilità.

 La mitologia indù fa riferimento alla storia del re Raivata Kakudmi, il quale viaggia nel tempo per incontrare Brahma, il creatore del mondo. Anche se il viaggio non fu molto lungo, quando Kakudmi ritornò sulla Terra erano trascorsi 108 yuga (uno yuga si pensa rappresenti circa 4 milioni di anni umani e 12 mila anni divini).
 La spiegazione che Brahma diede a Kakudmi fu che il tempo scorre in modo differente sui diversi piani dell’esistenza.

 Allo stesso modo, ci sono riferimenti al viaggio temporale anche nella tradizione cristiana, in quella che viene chiamata la storia dei Sette Dormienti di Efeso.
 La vicenda narrata principalmente nella Legenda Aurea di Jacopo da Varazze, da Gregorio di Tours e da Paolo Diacono nella sua Historia Langobardorum.

 Durante la persecuzione dei cristiani promossa dall’imperatore Decio nel 250, sette giovani cristiani di Efeso furono chiamati davanti ad un tribunale a causa della loro fede. Essi, rifiutando di sacrificare agli idoli pagani, furono condannati ma momentaneamente rilasciati. 
 Per evitare nuovamente l’arresto si nascosero in una grotta sul monte Celion. Scoperti dai romani, vennero murati vivi nella grotta stessa. 
I sette giovani si addormentarono nella loro prigione nell’attesa della morte. Quando i giovani furono risvegliati da un gruppo di muratori che, sfondata la parete, volevano costruire un ovile, si resero conto che erano trascorsi duecento anni. 
Tornando ad Efeso, scoprirono con stupore che il Cristianesimo non solo era ormai tollerato, ma era divenuto persino la religione dell’Impero. 
Uno dei giovani, preso per pazzo, venne poi creduto quando il vescovo e i cittadini salirono alla grotta avvalorando il racconto.

 La vicenda dei dormienti non è esclusiva del mondo cristiano. Anche nell’Islam essa ha un ruolo centrale, tanto che il racconto dà il titolo ad una sura del Corano, la diciottesima, detta Sura della Caverna.
La storia presenta qualche differenza rispetto a quella cristiana. I giovani, cercando di sfuggire alla persecuzione, sotto la guida di Dio, i giovani ripararono in una grotta dove Dio li mise a dormire. Al loro risveglio, gli uomini si resero conto che erano passati 309 anni. 
 Un' altra narrazione è contenuta nella leggenda giapponese di Urashima Taro, il quale si tramanda avesse visitato il palazzo sottomarino del Dio Dragone Ryujin. 
Urashima vi rimase per tre giorni, ma quando tornò in superficie si rese conto che erano passati 300 anni.


Infine, nel testo buddista Pali Canon si apprende che nel paradiso dei trenta Deva (il luogo degli Dei), il tempo scorre con un ritmo diverso, dove cento anni terrestri corrispondono ad un solo giorno per gli dei.
 Una concezione simile del tempo è contenuta anche nella Bibbia ebraico-cristiana, dove nel Salmo 89/90 si legge che agli occhi di Dio mille anni sono come il giorno di ieri che è passato. 


Probabilmente, una delle storie recenti più note in occidente sul viaggio nel tempo è quella del cosiddetto Esperimento di Philadelphia.


L’esperimento avrebbe avuto luogo nel 1943, con lo scopo di rendere invisibile un’intera nave da guerra ai radar nemici. Tuttavia, gli esiti dell’esperimento furono di tutt’altra natura.
 La nave, la USS Eldridge, non solo scomparve fisicamente dal porto di Philadelphia, ma fu teletrasportata a Norfolk, compiendo un balzo indietro nel tempo di 10 secondi. 
 Quando la nave apparve di nuovo, alcuni membri dell’equipaggio furono trovati fisicamente fusi alle paratie della nave, molti svilupparono disturbi mentali, altri scomparvero definitivamente e altri ancora affermarono di essere stati chi nel passato e chi nel futuro. 

 Nel 1960 si riporta un altro caso interessante, riguardante lo scienziato Pellegrino Ernetti, il quale sostenne di aver inventato un dispositivo capace di vedere eventi del passato, il cosiddetto Cronovisore.
 Lo sviluppo di questa tecnologia si basava sulla teoria che tutto ciò che accade nell’Universo lasci una traccia energetica dietro di sé che non potrà mai essere distrutta.
 Il dispositivo di sua ideazione sarebbe stato in grado di rilevare, ingrandire e convertire questa energia in un’immagine, qualcosa di simile ad un televisore che mostra eventi del passato. 

 Passando al 2004, Marlin Pohlman, uno scienziato e ingegnere, ha fatto domanda per brevettare un dispositivo in grado di distorcere la gravità e causare uno spostamento temporale. E solo l’anno scorso, Wasfi Alshdaifat ha depositato un brevetto per una macchina capace di comprimere e dilatare il tempo, fenomeno che a suo dire potrebbe essere usato per spostarsi nel tempo.
 Il fisico Ronald Mallett Lawrence dell’Università del Connecticut sta lavorando al concetto di viaggio nel tempo da alcuni anni, basandosi sulle ricadute della teoria della relatività di Einstein. 
Egli è assolutamente convinto che sia possibile spostarsi nel tempi, anche se non sarà possibile prima della fine di questo secolo. Anche il fisico delle particelle Brian Cox concorda su tale possibilità, ma crede sia possibile spostarsi sono in una direzione.


Insomma, il viaggio nel tempo, così come in passato, continua ad appassionare e suggestionare numerosi uomini di scienza e inventori. 
Verrà il giorno in cui l’umanità saprà muoversi nel tempo?
 E se qualcuno dal futuro è già tornato indietro modificando il nostro passato? 

 Fonte: ilnavigatorecurioso.it

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