martedì 13 gennaio 2015
Giovanni Aldini: il dott.Frankenstein italiano, quello vero.
Giovanni Aldini, definito da molti il dott.Frankenstein italiano per via dei suoi esperimenti, da molti giudicati visionari, spettacolari e…raccapriccianti.
Per parlare del discusso fisico Aldini, vissuto nella prima metà del diciannovesimo secolo, dobbiamo prima fare un cenno allo zio al quale lui dové gran parte dei suoi “macabri” studi e spettacoli.
Si tratta di Luigi Galvani, grande fisiologo e anatomista, convinto che nei muscoli degli animali fosse concentrata della carica elettrica che li faceva contrarre quando venivano stimolati dallo scalpellino con cui li toccava; in genere provava l’esperimento sulle rane morte.
Galvani era spesso in polemica con Volta; Volta infatti sosteneva che alla base del fenomeno c’era la composizione dei due diversi metalli dello scalpellino.
Si arrivò in breve tempo all’invenzione della pila: tanto cara ad Aldini quanto le idee dello zio di applicazione sulle rane.
Giovanni Aldini nato a Bologna nel 1792 e morto a Milano nel 1834, fu a differenza dello zio molto discusso, pur essendo comunque riconosciuto come uno dei più grandi scienziati ed inventori del secolo.
A lui dobbiamo, oltre ad importanti applicazioni dell’elettricità in campo medico, anche applicazioni nel campo dell’illuminazione: la costruzione di fari e di impianti antincendio.
Docente all’Università degli Studi di Bologna approfondì gli studi sull’elettricità animale e fu artista di grande talento: fece numerosi e grandi spettacoli, strabiliando il pubblico con i suoi terribili esperimenti.
Non parliamo più di rane, ma di cadaveri umani.
I suoi esperimenti erano definiti spettacolarmente raccapriccianti dai suoi stessi contemporanei.
Il suo intento iniziale era quello di divulgare le ultime scoperte scientifiche, ma gli spettacoli gli portarono invece grande notorietà e una grande fortuna economica, che devolse poi alla fondazione della Scuola di Scienze Naturali a Bologna, in modo che qualcuno potesse raccogliere la sua eredità e magari realizzare il suo sogno: resuscitare i morti.
Aldini scelse per i suoi esperimenti i condannati a pena capitale.
Dato che l’Europa non andava bene perché puniva solitamente i condannati con la decapitazione ,nel 1803 Aldini si recò a Londra, dove l’impiccagione gli garantiva cadaveri interi.
Uno dei suoi spettacoli più famosi è quello legato al sig. George Forrest, trovato nelle prigioni londinesi e non ancora processato.
George, probabilmente innocente, fu accusato dell’omicidio di moglie e figlia e fu giudicato candidato ideale da Aldini.
Si racconta che Aldini comprò i giudici per farlo condannare ed impiccare.
Presa una grande pila fece uno dei suoi spettacoli più teatralmente riusciti sul cadavere; tanto riuscito che il suo “assistente” morì d’infarto la notte stessa della “resuscitazione”.
Il cadavere parve ricominciare a respirare ed il cuore a battere, questo solo per la durata degli stimoli elettrici, il cervello era ovviamente morto.
Altri suoi famosi esperimenti e spettacoli erano quelli sulle teste mozzate di cani che aprivano e chiudevano la mascella sotto stimolazione dei muscoli facciali e quelli sulle teste umane.
I volti si contorcevano e gli occhi si dilatavano in modo impressionante.
Aldini soggiornava spesso dietro ai tribunali penali, ogni corpo era un terrificante e fruttuoso spettacolo per lui.
Mary Shelley si ispirò proprio a questi esperimenti, famosi nel mondo, per la creazione del suo capolavoro: il dott. Frankenistein.
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