venerdì 30 maggio 2014

Le Gargolle , i mostri di pietra


La gargolla o garguglia è la parte terminale dello scarico dei canali di gronda (erroneamente chiamati grondaie) e spesso ornata con figure animalesche, fantastiche o mostruose, come i gocciolatoi a protomi leonine dei templi greci.
 Si trova in molte chiese e cattedrali cristiane, ma anche su edifici civili (come municipi) del periodo medioevale.
 In italiano garguglia si può considerare sinonimo di doccione, anche se talvolta, un po' impropriamente, col nome di gargolla (o più spesso gargoyle, all'inglese) si indica la figura fantastica senza che essa abbia necessariamente funzione di doccione; viceversa i doccioni comunemente intesi non sempre hanno figure scolpite. 

Gargolla e garguglia vengono dal francese gargouille che a sua volta deriva dal latino gurgulio, -onis, termine onomatopeico collegato al gorgoglìo dell'acqua che passa attraverso un doccione. L'inglese gargoyle ha lo stesso etimo.


Dal punto di vista architettonico una gargolla ha in genere la funzione di doccione, cioè è la parte finale di un sistema di scarico per l'acqua piovana che si protende da un cornicione o da un tetto, con lo scopo di far defluire l'acqua piovana, impedendo che questa, scorrendo lungo i muri li danneggi o penetri nelle fondazioni.


A partire dal X-XI secolo iniziò a diffondersi in Europa l'utilizzo della pietra per il doccione.
 L'epoca in cui si raggiunse il maggior utilizzo di gargolle iniziò a partire dal XIII secolo e verso la fine del secolo si cominciò a fare uso di caricature e figure grottesche. 
Nel corso del tempo divennero sempre più elaborati: inizialmente veniva scolpito solo il busto dell'animale o della creatura fantastica, in seguito si scolpì l'animale intero, spesso avvinghiato con gli artigli all'edificio. 
Spesso raffiguravano draghi o leoni e di solito l'acqua scorreva lungo la schiena o all'interno della figura per defluire poi dalla bocca.


La spiritualità visionaria medioevale creò gargolle di ogni sorta, da figure demoniache a facce gioconde, fino a creature metà uomini e metà bestie. 
La simbologia delle gargolle è complessa e attinge dalle Sacre Scritture e dall'universo pagano.
 Il retaggio delle creature ibride greche e egiziane si mischiò nel medioevo all'universo mitico dei bestiari come Il Fisiologo, libri illustrati con descrizioni di animali fantastici di terre lontane.
 Gli artisti influenzati da tali testi scolpirono dei doccioni bestiali e affascinanti. 
Le caratteristiche degli animali immaginari furono reinterpretate in chiave cristiana. Alcuni studiosi hanno teorizzato che le gargolle siano state utilizzate come guardiani delle chiese per tenere lontano i demoni.
 Altri pensano che questi doccioni simboleggiassero demoni, da cui i passanti avrebbero trovato scampo in chiesa.


Una leggenda francese parla di un drago chiamato Grand'Goule, che possedeva ali e corpo da rettile; viveva in una caverna nei pressi della Senna e si placava soltanto con offerte sacrificali annuali. 
Intorno al 600 giunse a Rouen un sacerdote di nome Romano (futuro arcivescovo di Rouen e santo), che promise di liberare il paese dal drago in cambio della conversione di tutti i cittadini e la costruzione di una chiesa.
 Romano sottomise il mostro con il segno della croce ed esorcizzandolo, e lo portò fuori dal paese legato a un guinzaglio fatto con la sua tonaca.
 Gargouille fu bruciato su un rogo, ma il collo e la testa non bruciarono e vennero perciò staccati dal corpo e posti sulle mura di Rouen, divenendo così il modello per le gargolle.

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