venerdì 16 maggio 2014

I pinguini del Capo


Boulders è una spiaggia pressoché incontaminata, quasi nascosta dai grandi massi di granito che la caratterizzano e con il colore dell’oceano che va dal celeste cristallino al blu profondo fino al turchese chiazzato di Kelp.
 Dal 1982 Boulders è uno dei pochi luoghi dove si può avvicinare il pinguino del Capo o pinguino africano. Ed è proprio a poche centinaia di metri dal centro della cittadina che si è insediata la più numerosa colonia di pinguini di tutto il Paese.

 Siamo in Sudafrica, nei pressi di Simon’s Town, ex stazione baleniera e villaggio di pescatori, oggi nota per essere la sede della più grande base navale sudafricana della Marina e, stagionalmente, per la presenza dei grandi squali bianchi che pattugliano le fredde acque di False Bay in cerca di otarie. 
Cape Point è poco più in là.
 Qui vivono circa 3.500 esemplari di questa specie che si riproduce con una certa facilità nonostante sia a stretto contatto con l’uomo. Sono passati più di trent’anni da quando le prime coppie di pinguini del Capo (Spheniscus demersus) scelsero l’incantevole spiaggia di Boulders per nidificare.


La nidificazione, che avviene fino ad agosto, è un compito che la coppia assolve insieme dandosi il cambio per procacciarsi il cibo in mare.
 Con i primi piccoli impiumati e protetti dai genitori fino al quarto mese di età, la spiaggia a fine febbraio è un punteggiare di padri e madri intenti nella cova e pronti a difendere il nido da potenziali predatori.
 Ecco, infatti, apparire un paio di gabbiani.
 Si fanno strada, spavaldi, tra le decine di nidi sulla spiaggia bianchissima e sotto un sole ancora caldissimo della fine estate australe. Sono alla ricerca di cibo, di quelle uova. Sanno che una distrazione nella covata potrebbe portare ad un pasto eccezionale.
 I pinguini, dal canto loro, non si lasciano intimidire né sorprendere dal curioso atteggiamento dei gabbiani che, dopo ore di attesa senza risultati, fingono di non interessarsi più ai nidi continuando ad aggirarsi nelle strettissime vicinanze ma con lo sguardo rivolto altrove. 
Questo nuovo, stupefacente atteggiamento, sembra funzionare, almeno inizialmente, i pinguini abbassano la guardia e non seguono più i movimenti degli uccelli. 
Ecco che parte l’attacco.
 Una, due, tre volte.
 Basterebbe un colpo di becco per arrivare al tuorlo.
 Macché! Le madri ed i padri non lasciano neanche un istante il loro posto ed anzi, altri pinguini intervengono in loro difesa per scacciare, almeno per ora definitivamente, gli aggressori che, un battito d’ali, sorvolano già l’oceano.
 È andata bene, almeno ai pinguini, ma non è sempre così.
 La caparbietà dei gabbiani è nota e prima o poi darà i suoi frutti. Gruppi di pinguini riprendono il mare, la minaccia è sventata e ci sono altre bocche da sfamare.


La goffa camminata che li caratterizza sulla spiaggia si trasforma in elegante agilità tra le onde ed in un attimo scompaiono. Il pinguino del Capo, in acqua, ha una velocità di crociera di circa 8 chilometri, che può arrivare a 30 durante le fasi della caccia.
 Sono piccoli rispetto ai cugini che vivono sui ghiacci. Arrivano a 60 cm di altezza per 3/3,5kg di peso. 
La spiaggia si riempie di suoni e di versi. Qualche maschio cerca invano di conquistarsi i favori di una femmina con la quale farà, poi, coppia per tutta la vita. 
Formidabili cacciatori, i pinguini africani si nutrono di pesci, crostacei e calamari immergendosi ben oltre i 100 metri di profondità con apnee che superano i tre minuti.
 Sono loro stessi prede, tuttavia, di otarie e squali. 
Lo squalo bianco, presente nella False Bay da febbraio a settembre, non se ne nutre se non occasionalmente ed attacca i pinguini in rarissime occasioni.
 Diverso il caso della preda per antonomasia dello squalo bianco stesso, l’Otaria Orsina del Capo che vive a Seal Island, poche miglia al largo da Boulders.
 Le otarie, nonostante le abbia osservate in diverse occasioni condividere con i pinguini l’isola stessa, sono un grosso pericolo per i pennuti che, una volta catturati, vengono sbranati e mangiati parzialmente. 
 Molte di quelle uova ormai sono vicine alla schiusa. Dopo circa 40 giorni dalla deposizione apparirà un piccolo che, tra mille pericoli, imparerà a cacciare e per i prossimi 12 anni contribuirà alla crescita della colonia dei pinguini di Boulders Beach.

 Fonte: National Geographic

Nessun commento:

Posta un commento