martedì 1 aprile 2014
Le origini del Pesce d’Aprile
Le origini del tradizionale Pesce d'aprile, ricorrenza che si tramanda da secoli in molti paesi del mondo, sono incerte e sono numerose le ipotesi.
Non si conosce esattamente il periodo in cui ebbe inizio, né per opera di chi.
Gli studiosi di tradizioni popolari forniscono diverse versioni - basate più su congetture teoriche che su dati antropologicamente provati - che avvolgono la nascita di questa tradizione in un alone di mistero.
Si dice, per esempio, che il primo Pesce d'aprile sia stato ordito in Egitto, intorno al 40 a.C., addirittura da Cleopatra, quando sfidò l'amante Marco Antonio a una gara di pesca.
Lui tentò di fare il furbo, incaricando un servo di attaccare all'amo una grossa preda che lo avrebbe fatto vincere. Ma Cleopatra, scoperto il piano, diede ordine di far abboccare un grosso finto pesce in pelle di coccodrillo.
L’ipotesi più accreditata negli ambienti accademici fa risalire l’origine del pesce d’aprile ad un periodo antecedente al 154 A.C., quando il primo di aprile segnava l’inizio dell’anno.
Più tardi, la Chiesa soppresse la festa stabilendo l’inizio dell’anno il primo di gennaio.
La vecchia tradizione continuò comunque a sopravvivere tra i pagani che per questo venivano derisi e scherniti.
Più in generale vi è chi sostiene che l'usanza derivi semplicemente dalle prime pesche primaverili, agli inizi di aprile appunto, quando era frequente che i pescatori ancora non trovassero pesci sui fondali e, tornando in porto a mani vuote, suscitassero l'ilarità dei compaesani.
Una diversa teoria si rifà invece alla riforma gregoriana del calendario.
Fino al 1582, infatti, il Capodanno veniva festeggiato tra il 25 marzo e il primo aprile. A seguito della riforma da parte di Gregorio XIII, il capodanno fu spostato al primo gennaio.
Non tutti però si abituarono subito al cambiamento e questi vennero chiamati gli "sciocchi d'aprile".
Un’altra ipotesi, abbastanza diffusa, si rifà invece al rito pagano, legato all’antico calendario giuliano, quando il primo di aprile segnava l’inizio del solstizio di primavera.
Terminato l’inverno, l’avvento della stagione primaverile segnava il rinnovamento della terra e della vita. In questa occasione, tra il 25 di marzo e il primo di aprile, si usava propiziare gli dèi offrendo doni e facendo sacrifici in loro onore.
La festa era anche occasione per esprimersi in massima libertà con lazzi, burle e buffonerie.
Quali che siano le origini di questa tradizione burlesca, indubbio è il fatto che ogni si assiste a una vera e propria gara alla ricerca dello scherzo più fantasioso e meglio riuscito.
Pesci... storici
Sono state tantissime le clamorose beffe che sono state giocate nell’arco della storia nel fatidico primo giorno del mese d’aprile. Scherzi a volte di dimensione e architetture starbilianti.
Oggi io volerò sotto i vostri occhi, sopra le vostre teste
La bravata più antica di cui si ha notizia è quella del maestro Buoncompagno da Firenze.
Sul finire del XIII secolo questo simpatico personaggio fa sapere al popolo bolognese che il 1 aprile avrebbe sorvolato la città usando un congegno di sua invenzione.
Tra la popolazione la curiosità è tanta e tutti, nel giorno stabilito, si recano al Monte di Santa Maria per assistere allo strepitoso spettacolo.
Puntuale, Buoncompagno si presenta all’appuntamento con un paio di enormi ali ma… un improvviso vento sfavorevole impedisce il volo! Quella che doveva essere una simulazione del volo d’uccello in realtà era un goliardico pesce d’aprile.
La cremazione del mahrajà indiano sulle rive dell’Arno
Nel marzo 1878 la Gazzetta d’Italia annuncia un’altra strana notizia. Il 1 aprile, nel parco delle Cascine, i fiorentini avrebbero potuto assistere alla cremazione di un mahrajà indiano.
La curiosità per una cerimonia del tutto sconosciuta in quell’epoca attira una grande folla.
Inizia l’attesa, passano le ore ma non arriva nessun carro funebre con la salma dell’indiano da cremare. Poi, all’improvviso, tra i cespugli, si fa strada un gruppo di ragazzi che gridano: "Pesci d’Arno fritti!".
Fortunato l’indiano, che non era morto, e beffati i fiorentini che, come raccontano le cronache dell’epoca, si allontanano ammutoliti... facendo gli indiani.
La Guerra dei Mondi
Lo scherzo più difficile, ma anche uno tra i più riusciti, è quello di Orson Welles.
Per il 1 aprile 1938 il celebre regista americano progetta uno speciale programma radiofonico. A causa di problemi tecnici, però, non è possibile mandarlo in onda. Ma Welles non si arrende e decide di riprovarci nel giorno della festa di Halloween, il 30 ottobre.
La radio trasmette "La Guerra dei Mondi": radiocronaca dello sbarco dei marziani.
Tra la popolazione è subito panico generalizzato.
I centralini radiofonici delle stazioni di polizia e dei giornali vengono invasi da centinaia di telefonate: gli americani vogliono capire cosa stia succedendo.
Qualcuno tira fuori la maschera antigas della prima guerra mondiale, tutti scappano terrorizzati nelle strade, prendendo d’assalto autobus e treni.
C’è persino chi afferma di averli visti davvero quei marziani. La cronaca della radio, che già all’epoca era considerata - soprattutto tra le masse - un medium di massima fiducia, si trasformava in una realtà da incubo.
L’indomani torna finalmente la calma, ma per le strade si contano danni per milioni di dollari.
Il giorno prima non era stato il 1 aprile, ma ugualmente il programma di Orson Welles era stata una bella beffa per gli americani.
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