giovedì 10 aprile 2014
I canti d'amore kamikaze delle rane tungara
Che cosa non si farebbe per amore.
I maschi di rana tungara (Engystomops pustulosus) che popolano le zone stagnanti delle foreste centroamericane, sono disposti persino a rischiare la pelle, pur di richiamare l'attenzione della partner.
I loro canti producono infatti vibrazioni che mettono i pipistrelli, loro naturali predatori, sulle tracce dei romanticoni.
È quanto si legge in uno studio pubblicato su Science.
Queste rane hanno sviluppato una grande laringe in grado di produrre suoni molto forti e profondi.
Per produrre i richiami inoltre, utilizzano una sacca vocale che gonfiano e sgonfiano riciclando l'aria fino alla fine del verso. Due sono i tipi di chiamate per lusingare le partner: la prima, più semplice, è simile ad un lamento; la seconda è arricchita di schiocchi che, se da un lato garantiscono migliori possibilità di successo, creano anche minuscole onde sull'acqua (simili a quelle che si formano intorno a un sasso lanciato).
La rumorosa corte non è però priva di rischi.
I movimenti dell'acqua attirano i pipistrelli della specieTrachops cirrhosus, che hanno sviluppato la capacità di individuare, con l'ecolocazione - la capacità di emettere suoni e rilevare gli echi da essi prodotti - le increspature prodotte dai canti.
I ricercatori dello Smithsonian Tropical Research Institute hanno verificato che, riproducendo il canto delle rane in diverse piscine, alcune con onde e altre senza, i pipistrelli si avvicinano alle acque agitate il 36,5% delle volte in più.
È la prima volta che una specie di pipistrello mostra di saper individuare anche le basse frequenze sonore emesse dalle rane.
Dal canto loro, gli anfibi sanno di rischiare grosso e quando sentono approssimarsi il nemico, smettono di cantare e si immergono in acqua (spesso troppo tardi, però).
Elisabetta Intini
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