mercoledì 12 marzo 2014
La leggenda del Serpente Piumato
Quetzalcoatl, il dio serpente, signore della creazione, del sapere e del vento, era il re della città degli dei.
Era totalmente puro, innocente e buono.
Nessun compito era troppo umile per lui.
Spazzava persino i sentieri degli dei della pioggia, così che essi potessero venire a portare acqua alla terra.
L’astuto fratello di Quetzalcoatl, Tezcatlipoca, il dio dei guerrieri, del cielo notturno e del fulmine, era infuriato per la sua assoluta bontà. Così decise, con alcuni amici, di fargli un brutto scherzo, trasformandolo in un furfante in cerca di piaceri. “ Gli daremo un volto ed un corpo umani !” sogghignò. Mostrarono a Quetzalcoatl il suo nuovo aspetto umano in uno specchio fumoso.
Appena Quetzalcoatl vide il suo nuovo volto, si sentì posseduto da tutti i desideri materiali che affliggono il genere umano. Allora Quetzalcoatl gridò inorridito “ Non sono più adatto ad essere un re! Non posso comparire davanti al mio popolo in questo modo!
” Il dio chiamò a sè Xolotl, il coyote. Questi era legato a Quetzalcoatl come fosse la sua stessa ombra, gli fece un manto di piume verdi, rosse e bianche prese dall’uccello quetzal.
Gli fece anche una maschera di turchesi, una parrucca e una barba di piume blu e rosse.
Poi gli dipinse le labbra di rosso, colorò la fronte di giallo e fece in modo che i suoi denti sembrassero quelli di un serpente.
Quetzalcoatl assunse così le sembianze del leggendario serpente piumato.
Ma Tezcatlipoca aveva pensato a uno scherzo da fare al fratello. Gli diede del vino, dicendo che era una pozione per curare la sua malattia.
Quetzalcoatl, che non aveva mai bevuto alcolici, si ubriacò.
Mentre era stordito, Tezcatlipoca lo convinse a fare l’amore con sua sorella, Quetzalpetatl.
Quando ritornò in sé, Quetzalcoatl si vergognò amaramente di quel che aveva fatto.
“ Questo è un giorno funesto! ” disse, e decise di morire. Quetzalcoatl ordinò ai suoi servitori di fare una cassa di pietra, poi vi si stese e rimase lì dentro per quattro giorni. Infine si rialzò e disse ai suoi servitori di riempire la cassa con tutti i suoi tesori più preziosi e di sigillarla.
Detto questo il dio si recò sulla riva del mare e lì indossò il manto di piume di quetzal e la maschera di turchesi.
Poi si diede fuoco, e di lui non rimase più niente, a parte le ceneri sulla spiaggia.
Da queste ceneri sorsero degli uccelli favolosi che salirono al cielo, i quetzal, appunto.
Quando morì Quetzalcoatl il sole non sorse per quattro giorni, poiché il dio era sceso nella terra dei morti con Xolotl per vedere il padre, Mictlantecuhtli.
Quetzalcoatl disse a suo padre che era venuto a prendere le preziose ossa che custodiva per popolare la Terra, e il signore dei morti acconsentì.
Quetzalcoatl e Xolotl presero le ossa preziose e ritornarono nella terra dei vivi.
Quetzalcoatl spruzzò il suo sangue sulle ossa e diede loro la vita. Le ossa divennero il primo popolo, i Toltechi.
Il dio insegnò al genere umano molte cose importanti. Egli trovò il mais, che era custodito dalle formiche, e insegnò agli uomini a coltivarlo.
Insegnò agli uomini come lucidare la giada, come fare tessuti e creare mosaici. Ma soprattutto insegnò loro come misurare il tempo e capire le stelle, e stabilì il corso dell’anno e delle stagioni.
Alla fine giunse il giorno in cui il serpente piumato dovette lasciare che gli uomini se la cavassero da soli.
Quando quel giorno sorse, apparve nel cielo la stella Quetzalcoatl, ovvero il pianeta Venere.
Per questo il dio è chiamato Signore dell’Alba.
Alcuni dicono che Quetzalcoatl andò verso est su una zattera di serpenti, ma un giorno tornerà.
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