martedì 14 gennaio 2014
Triora , il paese delle streghe
Triora, comune in provincia di Imperia posto a 780 metri sul livello del mare, è il paese delle Streghe. Il perché lo si può capire visitando il locale “Museo regionale etnografico e della stregoneria”, nei cui sotterranei, già sede della carceri, accanto a vari oggetti che ripercorrono tutta l’iconografia legata alla stregoneria, sono esposti documenti conservati nell’Archivio di Stato di Genova che raccontano di spietati interrogatori e tremendi supplizi.
La storia di Triora è, infatti, segnata, dai famosi processi di stregoneria condotti a partire tra il 1587 ed il 1589, dopo che la colpa della durissima carestia che per due anni aveva flagellato i trioresi era stata data ad alcune streghe locali, dimoranti nel quartiere detto della Cabotino.
Iniziati nell’ottobre 1587 dal vicario dell’Inquisitore di Genova, i processi furono proseguiti dal giugno 1588 dal commissario straordinario Giulio Scribani che si applicò con insensato zelo alla sua missione sottoponendo le donne sospette ad atroci torture e condannandone decine a morte.
I verbali degli interrogatori parlano di donne accusate delle colpe più orrende: l’infanticidio, l’accoppiamento carnale con il diavolo, l’inaridimento delle mammelle delle mucche e l’inacidimento del latte materno.
Emblema di quella tragica caccia alle streghe fu Franchetta del fu Battista Borelli che negò ostinatamente ogni colpa nonostante fosse stata torturata per due giorni.
L’inumano Commissario Scribani, vittima di veri e propri raptus di sadismo, venne scomunicato per la sua ferocia ed implacabilità (per essere, successivamente, assolto per questioni meramente politiche e di convenienza).
Presso la Cabotina, casolare dall’aspetto tetro da sempre creduto dimora delle streghe, durante certe notti nebbiose sembrano ancora risuonare grida gutturali, mentre bagliori improvvisi illuminano la zona, dandole un aspetto sinistro.
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