martedì 7 gennaio 2014

SUCCEDE SOLO IN ITALIA:

Pane e latte tassati 10 volte più del gioco d’azzardo (ma sapete, le lobby del pane e del latte non sono abbastanza ricche per “ricompensare” adeguatamente i nostri politici)




























A far notare questo piccolo dettaglio è Simone Feder, che sottolinea come beni di prima necessità, come il pane o il latte, raggiungano tassazioni del 4% e del 8,4%, contro lo 0,6% del gioco online.
Da una parte si grida allo scandalo e si parla a voce forte di lotta al gioco d’azzardo, dall’altro si votano in sordina emendamenti dell’ultimo minuto che in realtà lo favoriscono.
Guardando meglio, poi, si osserva qualcosa di ancora più curioso: il gioco online, se paragonato ad altro, è praticamente esentasse.
Se prendiamo ad esempio due beni di prima necessità come il pane e il latte, scopriamo poi che la differenza è addirittura abissale:
il pane infatti è tassato al 4%, mentre il latte al 8,4%.
Il gioco d’azzardo online? 0,6%.
Ovviamente, in Italia.
A far notare questa piccola differenza è Simone Feder, psicologo e coordinatore dell’Area Giovani e Dipendenze della Casa del Giovane di Pavia.
Assurdo, se si pensa che poi vengono spesi soldi pubblici, raccolti proprio attraverso le tasse, per realizzare pubblicità contro quella che è una vera e propria malattia in grado di rovinare intere famiglie.
Ma si sia, l’Italia è la culla dei paradossi, e per mantenere alta la reputazione è diventata, per l’appunto, uno dei Paesi che più favorisce la diffusione della dipendenza da gioco d’azzardo.
“Ora stiamo geolocalizzando tutte le macchinette di Pavia” spiega Feder, il quale è uno dei massimi promotori del “Movimento No Slot” che ha dato vita a una campagna di sensibilizzazione direttamente nei bar, “la battaglia deve esser vinta sul piano culturale.
I gestori dei bar possono mettere sulla loro vetrina un adesivo che indica che nel loro esercizio commerciale non ci sono Slot o Video Lottery.
Bisogna scegliere di andare a bere il caffè in questi locali”. Strano ma vero, per combattere il gioco d’azzardo tocca ai semplici consumatori intervenire, boicottando dal basso una pratica che sembra sempre più favorita dal legislatore nostrano per motivazioni che, apparentemente, trascendono una logica sociale.

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