giovedì 13 giugno 2013

I Lapponi, il popolo delle renne

I lapponi vivono in una regione chiamata Lapponia (Lappland in svedese, Lappi o Sápmi in finnico), situata a nord del Circolo Polare Artico e appartenente a Norvegia, Svezia, Finlandia e, per una piccola parte, alla Russia. 

 Essi hanno lingua e costumi propri e particolari caratteristiche somatiche: faccia larga e corta, zigomi pronunciati, bassa statura, capelli e occhi neri, pelle scura. Il loro abbigliamento caratteristico è costituito da una casacca in pelle di renna o di panno blu, chiusa da una cintura di nastri colorati, pantaloni in pelle e stivali.
Accampamento lappone del 1900

 Per secoli i lapponi sono stati una popolazione seminomade che, incurante dei confini nazionali, si spostava seguendo le mandrie di renne e dimorando nelle tipiche tende coniche trasportabili.

Le renne fornivano loro di che vivere, le carni, il latte e le pelli, e venivano impiegate anche come animali da tiro. 
Oggi l'intervento dei vari governi ha trasformato profondamente il modo di vita dei lapponi che hanno ora villaggi stabili e si dedicano alla pesca, all'allevamento bovino o hanno trovato impiego nell'industria del legno. 
 I modi di vita tradizionali sono stati conservati dai lapponi montanari.
 Nel 1986 il disastro ecologico, generatosi in seguito all'incidente alla centrale nucleare di Chernobyl, ha colpito in maniera particolare la Lapponia contaminando la tundra e di conseguenza interi branchi di renne. Si calcola che almeno 45.000 capi siano stati abbattuti, un danno enorme se si pensa anche che molti pascoli risulteranno contaminati ancora per anni.

San Marino – La repubblica del Titano


Alla fine del III secolo l’imperatore Diocleziano scatenò contro il cristianesimo l’ultima persecuzione.
 Secondo la tradizione, uno scalpellino dalmata, detto Marino, si rifugiò sul monte Titano. Qui eresse una prima rocca e fondò, il 3 settembre del 301, una libera comunità destinata a durare sino a oggi: la più piccola e al tempo stesso la più antica repubblica del mondo.

La fondazione dell’insediamento nel IV secolo da parte di San Marino è senz’altro una leggenda, ma è tuttavia documentato che già nel 754 esisteva sul monte una rocca. 
Nel 1243 furono eletti per la prima volta a capo della comunità due Capitani Reggenti. A presidio della libertà della repubblica furono costruite nel medioevo tre distinte fortificazioni, che fanno da caposaldo alla cerchia di mura e sono il simbolo stesso del piccolo ma orgoglioso Stato arroccato sul monte Titano. Esse figurano anche nello stemma della repubblica, appoggiate sopra una banda con la scritta Libertas (libertà).

Con il suo nucleo altomedievale, risalente al X o XI secolo, la rocca, o Guaita, è la parte più antica del complesso. Nel punto più alto del monte si erge la torre Cesta, mentre l’isolata torre Montale, a pianta pentagonale, è la più piccola delle tre fortificazioni, collegate l’una all’altra da cammini di ronda e mura.

San Marino ha potuto mantenere nei secoli l’indipendenza in parte grazie alla sua posizione in cima a un monte di difficile accesso e alla saldezza delle sue fortificazioni, ma molto anche per l’intelligenza e l’abilità diplomatica dei suoi capi politici, che sono talvolta ricorsi all’aiuto esterno, ma senza mai asservirsi ad altre potenze. 
Contro gli attacchi dei Malatesta riminesi, per esempio, San Marino si appoggiò ai Montefeltro, signori di Urbino. 
E quando nel 1739 il cardinale Giulio Alberini cercò di espugnare l’antica repubblica, intervenne un decreto del papa per salvaguardarne l’autonomia.

Anche Napoleone la protesse e anzi propose di estenderne i confini, ma i capitani reggenti si opposero, perché mai San Marino avrebbe occupato un territorio straniero.
 Abraham Lincoln, nell’Ottocento, lo definì “uno dei stati più onorevoli della storia”.

Dal punto di vista tipologico, le fortificazioni di San Marino riprendono uno schema assai diffuso nel medioevo italiano: un castello posto nel punto più alto di una cresta collinare, da cui si diparte una cortina muraria che abbraccia l’abitato e che è, nei punti critici, rinforzata da solide torri.

Ciò che gli conferisce un impatto unico e straordinario è la splendida posizione in cui l’insieme è sorto, sulla cima di un monte che strapiomba per 700 m verso la pianura. Questa situazione da “sentinella della Romagna”, che ne fa una fortificazione difficilissima da assalire, soprattutto se difesa con vigore, ha garantito nei secoli la sovranità della repubblica.

Da secoli San Marino possiede la stessa costituzione parlamentare: il suo testo risale infatti al XVII secolo. Il Gran Consiglio, composto da 60 delegati, viene tuttavia eletto direttamente dal popolo nella sua interezza e non più, come nel medioevo, dal assemblea dei capifamiglia. Il parlamento nomina due Capitani Reggenti, che restano in carica sei mesi e possono essere rieletti solo dopo un periodo di tre anni.

Ancora oggi San Marino è uno Stato neutrale e, secondo un’antica tradizione, dà sempre rifugio ai perseguitati politici. Giuseppe Garibaldi, patriota e rivoluzionario italiano minacciato nel 1849 da tre eserciti nemici, trovò qui protezione con i suoi compagni. Il piccolo Stato (61 km quadrato e 25 000 abitanti) è membro delle Nazioni Unite nonché firmatario di un’unione doganale con l’Unione Europea e di una monetaria con i Paesi dell’Euro, pur non facendo parte. I suoi francobolli sono assai apprezzati fra i collezionisti di tutto il mondo.

San Marino è una meta turistica ben nota a chi trascorre le vacanze in Italia. Il centro medievale e lo spettacolare panorama dal punto più alto delle fortificazioni attirano ogni anno centinaia di migliaia di visitatori.

Le tre fortificazioni principali, collegate da sentieri pedonali si innalzano dai resti delle mura concentriche medievali e sono visitabili compiendo una esaltante passeggiata lungo via della Rocca. Il nucleo originario della rocca Guaita, edificata sul luogo di un’antica torre d’guardia, è anteriore al 1253 e si distingue per la particolare posizione strategica che la rese imprendibile nel corso dei secoli.

La Cesta è anteriore al 1320 e venne successivamente modificata per adattarla alle nuove esigenze dell’architettura militare. 
Nella torre Cesta è allestito un Museo delle Armi, con una vasta collezione di armi e armature che spazia dal medioevo al XX secolo. Una curiosità per uno Stato che, grazie alla sua posizione e alla decisione dei suoi abitanti, non è mai stato trascinato in guerra.

La torre duecentesca Montale ha la particolarità di essere priva della cinta muraria. La sua costruzione venne probabilmente decisa per contrastare le mura espansionistiche dei Malatesta.

Da vedere il quattrocentesco palazzo del Governo, rifatto a fine Ottocento in stile gotico toscano e ristrutturato da Gae Aulenti nel 1996.

Vicino alla basilica di San Marino (contenente la tomba del santo) sorge l’antica chiesetta di San Pietro, in cui si trovano due anfratti scavati nella roccia che la tradizione indica come giacigli di San Marino e San Leo. Dal passaggio tra le due chiese si apre una spettacolare veduta.

ITALIA

Alcune notizie tratte da http://voxnews.info/


























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Non intendo essere razzista ma .......chi governa uno stato a mio avviso dovrebbe pensare prima ai bisogni impellenti dei suoi cittadini malati,vecchi, bambini,lavoratori,imprese ecc.ecc.e poi perchè no anche agli altri
INVECE...... posti letto tagliati,pensioni da fame,scuole degradate,disoccupati alla fame imprese che chiudono,quindi sempre più disoccupati.
QUESTI SIGNORI dimenticano sempre che sono stati eletti dagli italiani e che se hanno un posto privilegiato a tutti gli effetti lo debbono a chi li ha votati per gestire al meglio gli interessi dei loro elettori.
IN OGNI ALTRO PAESE AVVIENE QUESTO.....
Da noi in Italia è esattamente il contrario

Asti: la banca nega prestiti agli italiani, ma regala 20mila euro agli zingari
Dopo gli 85mila euro per interventi ordinari al Campo Nomadi, e la previsione da parte del Comune di spenderne altri 300mila per ristrutturarlo, è la volta della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, che, mentre continua a negare prestiti alle imprese e alle famiglie in difficoltà, ha stanziato 20mila euro a favore dei Rom. Per premiarli, nel caso mandino i figli a scuola.
Quindi, oltre a fornire il servizio scolastico a chi non paga tasse, vengono anche premiati per il loro parassitismo. E’ il cerchio che si chiude, e non è strano che le Banche siano a favore dei Rom: solidarietà tra colleghi.
In particolare è stato deciso di dare 100 euro a tutti gli zingari che nel corso del primo quadrimestre non abbiano superato i 30 giorni di assenza e 50 euro a quelli che abbiano maturato assenze superiori a 30 giorni ma inferiori a 45. Sempre che non siano italiani. Sono già 10 gli studenti che hanno riscosso nel 1° quadrimestre.

Omegna: arriva il campo nomadi, costerà 50mila euro Il Comune di Omegna amministrato dal Pd va avanti sulla strada della costruzione di un nuovo campo nomadi, il costo dell’operazione dovrebbe aggirarsi sui 50mila euro.
Tra roulotte, preparazione dell’area e costi di gestione. E proprio ieri si è svolto il consiglio comunale nel quale si sono scontrati Stefano Strada della Lega Nord, che ha accusato l’amministrazione di privilegiare gli zingari rispetto ai cittadini omegnanesi e l’esponente del Pd, Claudia Fortis che ha difeso la decisione di mettere alcun roulotte nuove di zecca in un’area attrezzata per l’occasione.
Erano presenti anche manifestanti leghisti con magliette «no al campo rom, prima gli omegnesi»,guidati dai consiglieri del Carroccio Stefano Strada e Sergio Bisoglio, e militanti e del centro sinistra che li accusavano di razzismo.
«Questo consiglio non ha permesso ai cittadini di esprimersi liberamente – ha attaccato per la Lega Nord Stefano Strada -. Non siamo xenofobi, non giriamo con cappucci bianchi per strada ma chiediamo semplicemente di far rispettare regole e che siano uguali per tutti».
«Vogliamo mettere a disposizione delle roulotte in un’area attrezzata – ha sottolineato Claudia Fortis del Pd – l’allarme è totalmente infondato».

Cagliari: estremisti di sinistra e zingari manifestano, vogliono le baby-sitter gratis
A Cagliari, estremisti di sinistra e zingari manifestano perché i privilegi dei secondi vengano garantiti. La protesta nasce dalla denuncia fatta da molti cittadini e portata avanti da Lotta Studentesca contro questo regalino del Comune – l’ennesimo – ai Rom:
Il Comune stanzia 40 mila euro: serviranno agli zingari ex abitanti del campo nomadi e ora residenti nelle villette donate dal comune, per frequentare corsi professionali, in modo da creare “nuove attività imprenditoriali per la salvaguardia dell’ambiente e il riciclaggio”.
Siamo allo sbando più completo. I pazzi hanno preso possesso del manicomio e ora lo dirigono a modo loro, da pazzi.
Per partecipare ai corsi, i “rom adulti” dovranno conseguire la licenza media, per questo il Comune, insieme alla famigerata Caritas e a tre istituti scolastici cagliaritani, ha firmato una convenzione che prevede il conseguimento della licenza. Stanziando 20 mila euro che verranno utilizzati per l’acquisto di libri e lezioni speciali ai rom.
Altri diecimila euro verranno girati all’associazione “Co.sa.s”, che metterà a disposizione insegnanti di italiano. I restanti diecimila verranno divisi tra gli istituti Manno, Cima e Pier Luigi Da Palestrina, Saranno stanziati anche soldi – non ridete – per un servizio di baby-sitteraggio, che attiverà la famigerata Caritas, per facilitare la frequentazione ai corsi delle mamme zingare. Come si evince anche da questa notizia, gli zingari sono proprio perseguitati in Italia.
E voi che i libri ai vostri figli li pagate di tasca vostra? E voi, mamme che lavorate, che non sapete a chi lasciare i figli perché gli asili comunali sono ormai “cosa loro”, chi ve la paga la baby-sitter?  Ormai il Comune di Cagliari sembra una sorta di paradiso per “nomadi”: villette, baby-sitter gratis, corsi e chi più ne ha più ne metta per i “fratelli” rom. Intanto i disoccupati cagliaritani sono alla disperazione, e qualcuno tenta il suicidio.
Ma di questa gente perbene agli oikofobici che manifestano non interessa.
Razzisti.