mercoledì 12 giugno 2013

L'asino sardo e l'asino dell'Asinara


L'asino sardo (classe mammiferi, ordine perissodattili, famiglia degli equidi, genere equus, specie asinus), originario dell'Etiopia (Equus aetiopicus), fu introdotto in Sardegna all'inizio del III millennio a.c. con lo sviluppo del commercio marittimo. Infatti dall'Africa orientale passò in Egitto, nella valle del Nilo, poi venne importato nell'Asia Minore e nell'Egeo, Grecia e penisola balcanica, Sicilia e Sardegna ove, per le caratteristiche condizioni ambientali, subì una riduzione della taglia originaria. 
 Una delle fonti ritiene che il nome Asinara sia stato assegnato all'isola dai navigatori arabi intorno al VI-VII secolo. Nelle carte geografiche medievali troviamo i nomi di Asenara, Acinara, Sinara. Il nome Asinara compare nel 1275 nella carta Pisana e fu attribuito in quanto nell'isola erano presenti asini in alta concentrazione. 

Nell'800 il Marchese di Mores, duca dell'Asinara, importò dall'Egitto l'asino bianco che veniva utilizzato per la soma. Nonostante questa sia la tesi più probabile sulle origini dell'asino bianco ce ne è un'altra più suggestiva che racconta del naufragio di un vascello sul finire del 1700 proveniente dall'Egitto verso la Francia, carico di asinelli che sarebbero riusciti a guadagnare la riva dell'isola dell'Asinara. 
 Ad ogni modo l'asino dell'Asinara è autoctono dell'omonima isola, 51,9 km2 di macchia mediterranea intervallata da aree coltivate, situata a nord ovest della Sardegna e colonia penale chiusa alla fine del secolo scorso.
 Testimonianze orali recenti raccontano della presenza di asini bianchi sull'isola sin dalla fine dell'ottocento, probabilmente abbandonati dagli asinaresi quando si trasferirono a Stintino nel 1885 a seguito della trasformazione dell'isola a demanio dello Stato.    In alcune parti dell'isola gli asini sono difficilmente avvicinabili mentre in altre sono maggiormente abituati alla presenza dell'uomo. La Facoltà di Medicina Veterinaria di Sassari ha pubblicato alcuni lavori sulle caratteristiche dell'asino dell'Asinara da cui si deduce che il numero di capi da 31 nel 1986 è aumentato a 56 nel 1989 ed ai circa 140 soggetti attuali.

ANTICHE TECNICHE DI ALLEVAMENTO

 Non esisteva una vera tecnica di allevamento in quanto gli asini erano lasciati liberi di pascolare e riprodursi casualmente. 
Di solito venivano utilizzati per pulire alcune aree da piante infestanti, da rovi o l'aia della trebbiatura prima dell'uso. 
 Nei paesi con una elevata popolazione asinina c'era il custode degli asini "su molentraxu" che li radunava e li conduceva al pascolo esonerando i proprietari dalla custodia; la ricompensa consisteva nel pagamento in natura (grano, fave od altro). 
 L'alimentazione era differente a seconda del tipo di utilizzo dell'animale: l'asino che girava la macina raramente pascolava, quindi mangiava foraggio grossolano e sottoprodotti del grano (crusca), eccezionalmente cereali e proteaginose (fave). 
 Quelli utilizzati nei lavori dei campi risultavano meglio alimentati in quanto terminati i loro lavori venivano lasciati liberi al pascolo ed alla sera ricevevano un'integrazione di paglia e cereali.
 In occasione dei festeggiamenti alcuni soggetti venivano scelti per le corse e preparati anche con razioni abbondanti a base di cereali, tra cui l'avena, imitando così la preparazione dei cavalli per le corse. Riguardo la doma, essa non presentava grosse difficoltà in quanto era favorita dalla taglia modesta e dalla docilità ed anche remissività dell'animale.
 Il metodo migliore era quello di abituare l'asinello alla vicinanza con l'uomo: si cominciava a mettergli la soma intorno ai due anni di età con una coperta (sottosella) e poi pian piano qualche cosa di più pesante sino ad un piccolo sacco di sabbia che veniva sistemato a mo di bisaccia per poi passare alla sella ed al basto. Poi gradatamente veniva abituato alla macina, attaccandolo alla "mola", al trasporto della legna dai boschi poco praticati da altri animali, al trasporto del latte dalla campagna alla casa, per attingere acqua dai pozzi, per trascinare piccoli carretti o per portare vari carichi (ceste, bisacce, bidoni, etc.). 
 Ogni famiglia soprattutto del Sarcidano aveva la macina all'interno dell'abitazione, nel locale del forno e quindi anche l'asinello; il lavoro di macinatura si protraeva per alcune ore della giornata in relazione con le necessità di farina della famiglia. Veniva anche utilizzato per alcuni lavori della terra (aratura).

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La fonte Pliniana di Torno



A Torno, in riva al lago (sul ramo di Como), in un’insenatura immersa nel verde, si trova la celebre Villa Pliniana, costruita nella seconda metà del XVI secolo dal governatore di Como Giovanni Anguissola. Ospitò personaggi famosi tra cui Napoleone, Byuron,Foscolo, Shelley, Bellini e Rossini. 
Alle sue spalle precipita verso il lago una cascata intermittente, già descritta da Plinio il giovane( da cui il nome della villa) e osservata anche da Leonardo da Vinci. 
Questo fenomeno naturale da secoli rende Torno conosciuto in tutto il pianeta. 
Protagonista del fenomeno è un’acqua sorgiva perenne che alimenta la famosa “Fonte Pliniana Intermittente”. “Una fonte copiosa che sempre cresce e cala ogni ora”: così la descrive Plinio il Vecchio nella sua “Naturalis Historia”. 
A lungo gli esperti – tra cui alla fine del XV secolo Leonardo da Vinci che venne a vistarla nel periodo in cui soggiornò a Milano – si arrovellarono sulla reale natura di questa fonte dal funzionamento oscuro e misterioso. 
L’intermittenza come scrive lo studioso tornasco Pietro Müller, secondo l’ipotesi moderna più plausibile sarebbe dovuta alla presenza di un sifone naturale in una cavità carsica. Quando l’acqua raggiunge all’interno della grotta una certa altezza, si scarica verso l’esterno. Diminuisce così la portata fino al successivo accumulo interno ed alla nuova tracimazione.
Ma ecco come descrive Plinio il Giovane (Como 61 o 62 d.c. – 112) la straordinaria fonte nell’ “Epistolario”, in 10 libri indirizzato all’imperatore Traiano, dove annotò fatti di interesse pubblico e privato… ( traduzione del Signor Mario Taroni): 

 Ti ho portato dalla mia patria come piccolo dono un argomento molto degno per la tua elevata erudizione. Una sorgente nasce nel monte, scorre attraverso i sassi , è raccolta da una stanza fatta a mano; qui trattenuta per poco tempo, sfocia nel lago Lario. Natura mirabile di questo : tre volte al giorno per accrescimenti e diminuzioni stabilite, aumenta e diminuisce. Si vede ciò chiaramente e con grande piacere è guardata (scorta). Siediti vicino e mangia, e anche dalla stessa fonte – infatti è freschissima – bevi; intanto essa, per determinati e calcolati mutamenti, o si ritira o si alza. Un anello o qualche cosa altro deponi in luogo secco, viene bagnato lentamente e infine viene nascosto, viene scoperto di nuovo e gradatamente abbandonato. Se osservi più a lungo, forse vedrai per la seconda volta e per la terza. Qualche aria più nascosta ora libera ora chiude la bocca della sorgente e la parte superiore della gola, in modo che premuta corre incontro e spinta fuori viene assorbita. Ciò che vediamo accadere nelle ampolle e negli altri oggetti dello stesso tipo , dai quali libera non si vede l’uscita.Infatti essa stessa sebbene discendente e degradante, per qualche ritardo dell’aria che si oppone , simili quasi a singhiozzo fanno comparire ciò che versano. Oppure come la natura dell’oceano e anche della fonte, in quella stessa misura viene spinta o riassorbita, così questo piccolo umore per cambi alternati viene soppresso o cacciato fuori ? Oppure come i fiumi che sfociano al mare per venti contrari e per il flutto che incontrano tornano indietro, così c’è qualche cosa che respinge il corso di questa fonte ? Oppure una certa capacità , nelle vene nascoste, che quando raccoglie ciò che aveva vuotato, il ruscello diventa più piccolo e pigro, e quando è colmo più snello e rigonfio ? Oppure non so quale contrappeso misterioso e invisibile che quando è vuoto innalza e fa scaturire la fonte e quanto è colmo la trattiene e la smorza ? Tu infatti puoi scrutare i motivi che fanno un prodigio così grande. A me basta se ti ho esposto a sufficienza ciò che si compie. Stai sano !

La motivazione ufficiale è......mancanza di soldi!?!?!?!?



Come già anticipato , la ERT , Televisione di stato greca ha smesso di trasmettere questa sera.
La decisione è gravissima in un paese al collasso tenuto in Europa per volontà tedesca in particolare, soltanto per evitare un effetto domino, un paese in cui il valore della finanza ha ormai sostituito quello sociale. Dopo questa ennesima decisione governativa , vien facile pensare ad Orwell e al suo Grande Fratello…
Di seguito le agghiaccianti immagini antiliberali del momento in cui la ERT che stava trasmettendo ancora una diretta, viene “brutalmente” chiusa.
Da un amico greco la traduzione delle ultime parole della giornalista è questa :
 ” la polizia sta spegnendo il segnale…









La Terra intera


Quando una goccia d’acqua cade nell’oceano,
quando un granello di polvere cade sulla terra,
in quel momento la goccia d’acqua non è più una goccia,
e il granello di polvere non è più un granello
ma la terra intera.

Taisen Deshimaru Roshi

Svizzera: Il Leone di Lucerna


Il Monumento del Leone (Löwendenkmal in lingua tedesca), o il Leone di Lucerna, è una scultura progettato da Bertel Thorvaldsen e realizzata nella pietra da Lukas Ahorn nel biennio 1820-1821. Commemora il sacrificio delle Guardie Svizzere massacrate nel 1792, durante i torbidi della Rivoluzione Francese, quando i rivoluzionari presero d'assalto il Palazzo delle Tuileries a Parigi, Francia (10 agosto 1792). 
Lo scrittore statunitense Mark Twain (1835-1910) ha elogiato la scultura del leone ferito a morte, come "il pezzo di pietra più triste e commovente del mondo."

Il prezzo da pagare


Che le cose siano così, non vuol dire che debbano andare così. Solo che, quando si tratta di rimboccarsi le maniche e incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare, ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare.

Giovanni Falcone

Le priorità del ministro italiano Cecile Kyenge

Dobbiamo garantire cittadinanza e piena partecipazione dei nuovi cittadini anche con il diritto di voto amministrativo.
Il mio intento è di arrivare un giorno a parlare di cittadini tout court senza il bisogno di aggiungere l’origine di provenienza. Libera circolazione, una nuova legge sulla cittadinanza, l’abrogazione della Bossi-Fini, la soppressione dei Cie e una sanatoria di massa dei clandestini.
Con queste parole d’ordine è stata celebrata, il primo marzo, la quarta Giornata senza di noi. Molto è cambiato dalla prima edizione.
Di tutto questo parliamo con Cécile Kyenge Kashetu, medico di origine congolese (Rdc), portavoce nazionale della Rete Primo Marzo e, da poco, neodeputata alla Camera per il Partito Democratico.
Ecco i progetti del ministro di un governo che Pdl e Lega si apprestano a votare. L’esatto contrario del loro programma elettorale: cittadinanza e voto agli immigrati, libera circolazione con scomparsa dei controlli già scarsi alle frontiere e abrogazione della legge sull’immigrazione.
E’ la loro “nuova italia”, quella degli ultimi arrivati. La presenza di questa persona al ministero fantoccio della “integrazione”, è la dimostrazione di come l’integrazione non esista. E di come chiunque, tranne noi, si occupi degli interessi della propria gente. Lei, l’africana ministra, si occupa e si occuperà dei “suoi”, curerà i loro interessi anche quando – sempre – sono e saranno in contrasto con gli interessi degli Italiani.
TRATTO DA http://voxnews.info/

Ps. La ministra si è dimenticata L'accoglienza!!!!
Le consiglierei Il tappeto rosso, la banda e perchè no le chiavi delle città

Una pagina libera




Una pagina che ho trovato molto interessante e consiglio a tutti voi

PS. 
per aprirla ciccare su'indirizzo sopra la foto e riciccare sulla scritta che appare vi porta direttamente alla pagina