martedì 28 maggio 2013
Cano Cristales, il fiume arcobaleno della Colombia
Il Cristales Cano è un fiume della Sierra de la Macarena, che si trova proprio nel comune omonimo in Colombia.
Questa zona, un tempo considerata molto pericolosa a causa della presenza dei guerriglieri del Farc, è ora diventata una meta di turisti di tutto il mondo che vi si recano per assistere allo spettacolo dei suoi colori cangianti; quando il fiume si trasforma, da semplice corso d’acqua, in luogo magico in cui i colori giocano a formare meravigliose composizioni artistiche dalle mille sfumature.
Ma questo succede soltanto nel breve intervallo di qualche giorno e durante la stagione delle piogge, quando le alghe e il muschio nascosti nei suoi fondali possono riscaldarsi al Sole senza essere bruciati.
Queste alghe, dai molteplici colori accesi, rosso, giallo, verde, blu e nero, creano un effetto visivo unico al mondo.
Pur essendo un piccolo fiume, che non raggiunge i 100 km di lunghezza, è ormai diventato famoso con diverse denominazioni che esaltano queste sue caratteristiche: “il fiume più bello del mondo”, "il fiume fuggito dal paradiso" e ancora “Il fiume dai cinque colori o “Il fiume arcobaleno” Il nome Caño, invece proviene dalla tradizione linguistica locale e designa i piccoli corsi d’acqua.
Il fiume inoltre è movimentato da rapide e cascate, con acque molto pulite e trasparenti che in estate prosciugano, permettendo alle alghe e ad altre piante di moltiplicarsi.
Oltre a questo sorprendente spettacolo, nella zona, ci sono anche le rocce della Macarena di 1.200 milioni di anni e che costituiscono il prolungamento ad ovest dell’ Escudo Guyanés de Venezuela, le cui rocce sono considerate le più antiche al mondo.
La Sierra de la Macarena è anche molto ricca di flora e fauna, e vi si trovano oltre 420 specie di uccelli, 10 di anfibi, 43 di rettili e 8 di primati. I pesci invece sono quasi inesistenti, a causa dell’ assenza di sedimenti.
Non vi è dubbio che il Cano Cristales meriti abbondantemente il nome di fiume più bello del mondo…
Voglia di riciclo Qualche idea
Occorrente
Rotoli cartone un po rigido
Lana o rafia o cotone o cordoncino
Un vecchi attaccapanni
Un po di pazienza e di fantasia
Occorrente
Vecchie matite colorate
Un temperamatite
Un cartoncino o quadretto
Colla vinilica e pennellino
Un vetro per coprire
Fantasia e pazienza
Occorrente
Scatolette
Mollette legno
Se volete colorarle colori acrilici
Eccezionali per cenette romantiche all'aperto
Occorrente
Vecchi geans
Forbici
Colla a caldo oppure si può cucire
Se volete potete fare un sacchetto per foderarla
ed ecco una bella borsa per il mare
Occorrente
Vecchie ciabattine
Buste plastica colorate
Cartoncino fare due cerchietti e quando è completata la copertuta legate nel centro ed è fatto il pom pom
Quando fate la legatura lasciate i lembi un po lunghi per poterlo applicare oppure usate la colla a caldo
Devi tornare ad appezzare la semplicità
Devi tornare ad apprezzare la semplicità. Non si puo' dare valore e importanza solo ai grandi eventi della vita. Bisogna sapere vedere la bellezza che c'e' anche nelle piccole cose. E' questo che ti fa sentire speciale, felice. Una volta Benjamin Franklin disse che la felicità umana non e' tanto frutto di grandi colpi di fortuna che capitano raramente, quanto delle piccole soddisfazioni quotidiane.
Sergio Bambarèn
Sahara - La misteriosa Struttura di Richat
Chiamata anche "l'Occhio dell'Africa", la struttura di Richat è una gigantesca formazione circolare di 50 chilometri di diametro in pieno deserto del Sahara vicino ad Ouadane (Mauritania) visibile solo dallo spazio.
Vista dal cielo sembra un monumentale occhio blu e verde o un enorme fossile.
Fu scoperta durante un volo spaziale americano nel 1965 e considerate le sue dimensioni e il suo aspetto caratteristico è rimasta a lungo un punto di riferimento per gli astronauti.
In origine si era pensato che la struttura di Richat fosse dovuta all'impatto di un meteorite, ma questa teoria non spiegava la sua conformazione i cui dislivelli possono raggiungere i 40 metri. L'assenza di una zona pianeggiante al centro della conformazione e il fatto che essa è priva di rocce da impatto, sembrava indicare il contrario.
Oggi l'interpretazione più accettata ipotizza che si tratti di una cupola vulcanica gigantesca che sarebbe crollata su se stessa nel corso dell'erosione durata diversi milioni di anni. Tuttavia finché le ipotesi non saranno confermate, l'origine esatta di questo fenomeno unico al mondo rimane un enigma per i ricercatori.
Un fiore di 140milioni di anni, il più antico del mondo
Lo hanno ritrovato in Cina all’interno di un frammento di calcare, a 400 chilometri da Pechino (nei pressi di Beipao, zona già nota per l’abbondanza di fossili), alcuni ricercatori cinesi dell’Università di Naijing ed un gruppo di colleghi americani della Cornell University. E’ il fiore fossile più antico del mondo: stava sbocciando circa 140milioni di anni fa in una terra giovane, ancora in formazione, con molti “brufoli” vulcanici sulla superficie. E fu proprio una eruzione vulcanica a ricoprire quell’antico fiore di cenere, consentendogli di conservarsi fino alla sua riscoperta avvenuta poco più di un decennio fa. Che si trattasse di un fiore gli scienziati che l’hanno ritrovato non hanno avuto il benché minimo dubbio: il povero fiore cinese non era ancora del tutto sbocciato, non ne conosciamo quindi i colori, ma nelle sue foglie sono stati chiaramente individuati dei semi, prova distintiva della natura floreale della pianta. I semi in questione erano racchiusi in bacelli disposti lungo il suo gambo, lungo circa 8 centimetri. Gli scienziati l’hanno battezzato “Archeofructus liaoningenesis”. Il fossile dell’Archeofructus non ci ha purtroppo rivelato quali potessero essere i suoi colori primitivi.
Il primo fiore di cui abbiamo una traccia cromatica è stato invece ritrovato nella Nuova Caledonia: si tratta dell’Amborella trichopoda, risalente a 90milioni di anni fa, di cui esistono ancora oggi “discendenti” che fioriscono nella stessa terra in cui è stato ritrovato il suo antenato fossile. Per questo ne conosciamo appunto i colori: un giallo-arancio intenso.
Al di là di questa accesa caratteristica cromatica, le prime piante fiorite della Terra dovevano comunque avere un aspetto alquanto “dimesso”, inizialmente erano probabilmente più erbacee che legnose, iniziarono a propagarsi in sordina, in un ambiente primitivo, spesso ostile, dominato da felci e conifere.
Ma le piante floreali, in particolare le angiosperme primitive (di cui l’Alborella è un’antesignana), avevano dalla loro parte una maggior capacità adattativa, che permise loro di proliferare proprio nelle pianure alluvionali e nelle regioni vulcaniche dove erano maggiori le turbolenze climatiche ed ecologiche.
A differenza degli alberi “concorrenti” che impiegavano anni per giungere a maturazione e produrre semi, le angiosperme, le prime piante floreali, si riproducevano infatti con cicli vitali molto più rapidi e brevi. Ed è stato proprio questo fattore che ha permesso loro di “colorare” il mondo con i loro petali, e successivamente di renderlo anche più dolce con la loro evoluzione naturale in piante da frutto.
Non fermarti all'apparenza
Non fermarti all’apparenza,
combatti il tuo stesso pregiudizio
andando a fondo nella conoscenza dei fenomeni che ci circondano.
Nulla succede per caso,
tutto ha un senso.
Se un evento ti sembra inspiegabile
prova a cambiare la prospettiva da cui lo guardi.
Troverai tanto male nel mondo, non posso negarlo.
Ma incontrerai anche gente che pensavi diversa
solo perché la società a cui appartieni
ti ha annebbiato la vista con tabù e preconcetti.
Allora fidati meno del sentito dire e di più del tuo istinto
delle tue sensazioni e soprattutto, della tua esperienza diretta.