martedì 28 maggio 2013
Un fiore di 140milioni di anni, il più antico del mondo
Lo hanno ritrovato in Cina all’interno di un frammento di calcare, a 400 chilometri da Pechino (nei pressi di Beipao, zona già nota per l’abbondanza di fossili), alcuni ricercatori cinesi dell’Università di Naijing ed un gruppo di colleghi americani della Cornell University. E’ il fiore fossile più antico del mondo: stava sbocciando circa 140milioni di anni fa in una terra giovane, ancora in formazione, con molti “brufoli” vulcanici sulla superficie. E fu proprio una eruzione vulcanica a ricoprire quell’antico fiore di cenere, consentendogli di conservarsi fino alla sua riscoperta avvenuta poco più di un decennio fa. Che si trattasse di un fiore gli scienziati che l’hanno ritrovato non hanno avuto il benché minimo dubbio: il povero fiore cinese non era ancora del tutto sbocciato, non ne conosciamo quindi i colori, ma nelle sue foglie sono stati chiaramente individuati dei semi, prova distintiva della natura floreale della pianta. I semi in questione erano racchiusi in bacelli disposti lungo il suo gambo, lungo circa 8 centimetri. Gli scienziati l’hanno battezzato “Archeofructus liaoningenesis”. Il fossile dell’Archeofructus non ci ha purtroppo rivelato quali potessero essere i suoi colori primitivi.
Il primo fiore di cui abbiamo una traccia cromatica è stato invece ritrovato nella Nuova Caledonia: si tratta dell’Amborella trichopoda, risalente a 90milioni di anni fa, di cui esistono ancora oggi “discendenti” che fioriscono nella stessa terra in cui è stato ritrovato il suo antenato fossile. Per questo ne conosciamo appunto i colori: un giallo-arancio intenso.
Al di là di questa accesa caratteristica cromatica, le prime piante fiorite della Terra dovevano comunque avere un aspetto alquanto “dimesso”, inizialmente erano probabilmente più erbacee che legnose, iniziarono a propagarsi in sordina, in un ambiente primitivo, spesso ostile, dominato da felci e conifere.
Ma le piante floreali, in particolare le angiosperme primitive (di cui l’Alborella è un’antesignana), avevano dalla loro parte una maggior capacità adattativa, che permise loro di proliferare proprio nelle pianure alluvionali e nelle regioni vulcaniche dove erano maggiori le turbolenze climatiche ed ecologiche.
A differenza degli alberi “concorrenti” che impiegavano anni per giungere a maturazione e produrre semi, le angiosperme, le prime piante floreali, si riproducevano infatti con cicli vitali molto più rapidi e brevi. Ed è stato proprio questo fattore che ha permesso loro di “colorare” il mondo con i loro petali, e successivamente di renderlo anche più dolce con la loro evoluzione naturale in piante da frutto.
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