sabato 13 aprile 2013
MIDWAY: l’atollo di plastica
L’Atollo di Midway si trova a oltre 2000 miglia dal continente più vicino ed è tristemente conosciuta come “un‘isola di plastica“.
Qui, i detriti provenienti dai nostri consumi giornalieri, si accatastano rovinando un luogo unico al mondo.
Ma non solo. Anche la fauna ne risente tantissimo: aprendo lo stomaco delle migliaia di albatros trovati morti, all’interno ci sono quantità letali di plastica che vengono ingeriti perché scambiati per cibo.
Come si legge sul sito di Chris Jordan, fotografo che ha realizzato il progetto “Midway” (una serie di foto che diventerà un film): “ Questi uccelli riflettono indietro un risultato spaventosamente emblematico della trance collettiva del nostro consumismo e della galoppante crescita industriale.
Come l’albatros, noi esseri umani non troviamo e non abbiamo la capacità di discernere ciò che è più nutriente da ciò che è tossico per la nostra vita e il nostro spirito. Soffocato a morte dai nostri rifiuti, l’albatros ci invita a riconoscere che la nostra sfida più grande non sta là fuori, ma qui dentro“.
Scoperta una misteriosa struttura circolare sul fondo del Mare di Galilea
Un’enigmatica struttura circolare in pietra è stata individuata sul fondo del famoso Mare di Galilea, in Isreale, tanto curiosa da lasciare perplessi gli archeologi, i quali non sono in grado di chiarire quale fosse il suo scopo e quanto tempo fa sia stata costruita.
Come spiega l’articolo comparso sull’ultimo numero della rivista International Journal of Nautical Archaeology, la struttura è stata scoperta nel 2003 durante una scansione con il sonar della zona sud-occidentale dello specchio d’acqua. Da quel momento, i ricercatori hanno continuato ad organizzare spedizioni subacquee per indagare sulla natura e analizzare il misterioso oggetto.
Mettendo insieme i dati raccolti nel corso delle indagini, i ricercatori hanno concluso che l’enorme struttura è di forma conica, con il diametro della base pari a circa settanta metri e un altezza di dieci metri, circa il doppio delle dimensioni di Stonehenge. Composta di ciottoli e massi di basalto grezzi, secondo una stima approssimativa, l’enorme cono di pietra dovrebbe pesare all’incirca 60 mila tonnellate, molto più pesante rispetto alla maggior parte delle navi mercantili dei nostri giorni.
I ricercatori hanno sottolineato che la forma e la composizione del ritrovamento non assomigliano a nessuna struttura naturale conosciuta e quindi la conclusione è che si tratti di una struttura artificiale. Ma la sua datazione rappresenta un vero enigma.
Il gigantesco cono sembra essere stato realizzato utilizzando una serie di rocce impilate le une sulle altre. Strutture di questo tipo sono noti in altre parti del mondo e talvolta sono utilizzate per contrassegnare delle sepolture. Ma, in questo caso, gli studiosi non riescono a capire se la struttura appena scoperta è utilizzata per questo scopo. “Le ispezioni subacquee hanno rivelato che la struttura è fatta con pietre di basalto grandi fino a un metro di lunghezza, senza nessuna finalità apparente che ne giustifichi la realizzazione”, scrivono i ricercatori nell’articolo.
“I massi sono di forma naturale, senza nessun segno di taglio o scalpellatura. Allo stesso modo, non abbiamo trovato nessun segno di unione o muri che delimitino questa struttura”.
I ricercatori sono sicuri che la costruzione sia stata costruita sulla terra ferma e solo più tardi fu ricoperta dalle acque del Mare di Galilea.
Per uno studio approfondito dell’intrigante ritrovamento, sembra essere necessario uno scavo archeologico sottomarino, affinché i ricercatori possano ritrovare manufatti correlati e determinare la data e lo scopo della struttura.
Secondo Yitzhak Paz, dell’Israel Antiquities Authority e professore alla Ben-Gurion University, la struttura potrebbe risalire ad oltre 4 mila anni fa. “Si tratta della conclusione più logica, dato che altre strutture megalitiche presenti nella zona risalgono a quel periodo”, spiega Paz in un’intervista rilasciata per livescience.com.
Un esempio è il sito monumentale di Khirbet Beteiha, a circa 30 chilometri di distanza, composto da tre cerchi concentrici di pietre, il più esterno dei quali misura un diametro di circa 56 metri”. Se la datazione della struttura si dovesse rivelare corretta, allora potrebbe essere messa in relazione con un’antica città ritrovata a circa un miglio a nord che i ricercatori chiamano “Bet Yerah” o “Khirbet Kerak”. Nel terzo millennio, la città era uno dei più grandi centri urbani della regione, ha spiegato Paz, considerata dagli archeologi come la città più potente e fortificata in tutto Israele. A darne una descrizione dettagliata è l’archeologo Raphael Greenberg, parlandone come una citta-stato fortificata di circa 30 ettari e con una popolazione di circa 5 mila abitanti, con strade lastricate e imponenti mezzi di difesa.
“Sono tutti indizi che indicano l’esistenza di un qualche tipo di autorità comunale in grado di mantenere le strutture pubbliche”, spiega Greenberg.
Secondo il team di ricerca, questo spiegherebbe anche la complessa realizzazione dal cono di pietra da parte dei leader di Bet Yerah, la cui costruzione ha richiesto una sofisticata progettazione e organizzazione. “Lo sforzo impiegato per realizzare l’opera è indicativo di una società ben organizzata, con capacità progettuali e capacità economica”, scrivono gli archeologi. Il professor Paz spera di poter organizzare quanto prima una spedizione archeologica subacquea per cominciare a scavare la struttura. Il ritrovamento di manufatti potrebbe aiutare a determinare la datazione del cono di pietra con più sicurezza. Paz ha sottolineato che l’Israel Antiquities Authority è già in possesso dei mezzi necessari per realizzare lo scavo: “cercheremo di farlo in un futuro molto prossimo, mi auguro, ma dipende da un sacco di fattori”, conclude Paz.
Le fusa dei gatti
Le fusa che fanno i gatti sono probabilmente una delle cose che ce li fanno amare di più, ci infondono così infatti serenità, in un modo piacevole, cioè che possiamo comprendere senza parole. D’altra parte, anche se il linguaggio degli uomini è su un altro livello, siamo pur sempre mammiferi, e abbiamo dei tratti in comune.
Lo stesso atteggiamento delle fusa nasce tra l’altro dalla gatta che ha appena partorito e così aiuta i piccoli a orientarsi, una cosa che deve essere ben fissata nel cervello dei cuccioli, e che sicuramente è associata a un senso di protezione e alla presenza di cibo che trovano nella madre.
I gatti adulti emettono fusa in diverse condizioni, ma servono ad esprimere necessità di nutrimento e protezione, trasmettendo questo segnale non solo ai simili, ma anche all’uomo.
La frequenza con cui vengono emesse le fusa è tra 25 e 150 Hertz e avviene tramite vibrazioni della laringe e/o del diaframma.
Fusa irregolari indicano piacere intenso, se sono più regolari il gatto potrebbe cominciare ad essere annoiato.
Fusa irregolari potrebbero essere indice di sofferenza, specialmente se il gatto le emette da solo, in assenza di un una forma di comunicazione verso altri.
Ma ci sono anche teorie più azzardate: le fusa potrebbero anche essere dotate, in virtù del rumore che emettono, come detto particolarmente piacevole, un effetto ipnotico sulle prede, inducendole ad abbassare le loro difese. Addirittura avere un effetto benefico sui gatti stessi e su di noi, per esempio potrebbero essere indicate addirittura per chi soffre di reumatismi. Una cosa paranormale? No, il particolare spettro di emissione nel campo delle microonde non ne farebbe altro che una terapia molto economica e perfettamente spiegabile scientificamente. La particolare frequenza sarebbe indicata anche per rilassarci e aiutarci a trovare il sonno, inducendo probabilmente una modificazione della frequenza delle nostre onde cerebrali.
Fonte: http://www.meteoweb.eu
Il sabato del villaggio
La donzelletta vien dalla campagna in sul calar del sole,
col suo fascio dell'erba;
e reca in mano un mazzolin di rose e viole,
onde, siccome suole, ornare ella si appresta dimani,
al dí di festa, il petto e il crine.
Siede con le vicine su la scala a filar la vecchierella,
incontro là dove si perde il giorno;
e novellando vien del suo buon tempo
quando ai dí della festa ella si ornava,
ed ancor sana e snella solea danzar la sera intra di quei ch'ebbe compagni nell'età piú bella.
Già tutta l'aria imbruna, torna azzurro il sereno,
e tornan l'ombre giú da' colli e da' tetti
al biancheggiar della recente luna.
Or la squilla dà segno della festa che viene;
ed a quel suon diresti che il cor si riconforta.
I fanciulli gridando su la piazzuola in frotta
e qua e là saltando, fanno un lieto romore;
e intanto riede alla sua parca mensa,
fischiando, il zappatore,
e seco pensa al dí del suo riposo.
Giacomo Leopardi
La donzelletta vien dalla campagna in sul calar del sole,
col suo fascio dell'erba;
e reca in mano un mazzolin di rose e viole,
onde, siccome suole, ornare ella si appresta dimani,
al dí di festa, il petto e il crine.
Siede con le vicine su la scala a filar la vecchierella,
incontro là dove si perde il giorno;
e novellando vien del suo buon tempo
quando ai dí della festa ella si ornava,
ed ancor sana e snella solea danzar la sera intra di quei ch'ebbe compagni nell'età piú bella.
Già tutta l'aria imbruna, torna azzurro il sereno,
e tornan l'ombre giú da' colli e da' tetti
al biancheggiar della recente luna.
Or la squilla dà segno della festa che viene;
ed a quel suon diresti che il cor si riconforta.
I fanciulli gridando su la piazzuola in frotta
e qua e là saltando, fanno un lieto romore;
e intanto riede alla sua parca mensa,
fischiando, il zappatore,
e seco pensa al dí del suo riposo.
Giacomo Leopardi