venerdì 1 febbraio 2013
Lettera di Giuseppe Garibaldi
Vi proponiamo un documento storico di indubbio interesse, tratto dal volume Giuseppe Garibaldi.
Lettere ad Anita ed altre donne, raccolte da G. E. Curatolo, Formiggini, Roma 1926, pp. 113-116.
Lettera a Donna Adelaide Cairoli.
Caprera, 7 settembre 1868.
Madonna amabilissima, Se v'è una voce, che possa pesare sulle mie risoluzioni, dessa è veramente la vostra.
E se gli oltraggi commessi dal più immorale dei Governi avessero soltanto colpito il mio povero individuo, io m'inchinerei oggi, umiliato, ai vostri piedi, impareggiabile Madre, e vi direi, pentito: «riabilitatemi nell'antica stima». Ma... vedere il sacrifizio di tanti generosi, fra cui preziosissima parte del vostro sangue, risultare a pro' di alcuni traditori e rimanere indifferenti, è troppa debolezza non solo, ma vergogna !
E mi vergogno certamente di avere contato, per tanto tempo, nel novero di un'assemblea di uomini destinata in apparenza a fare il bene del paese, ma in realtà condannata a sancire l'ingiustizia, il privilegio e la prostituzioe !
Ciò che a Voi dico, avrei potuto, motivando la mia dimissione, pubblicarlo.
Ma, come dire all'Italia, ch'io mi vergogno appartenere ad un Parlamento, dove siedono uomini come Benedetto Cairoli?
Quindi mi sono semplicemente dimesso da un mandato divenuto ogni giorno più umiliante.
E credete voi, che per ciò io non sia più con essi ?
Tale dubbio, tale diffidenza, da parte della donna che più onoro sulla terra, mi furono veramente dolorosi !
E benché affralito materialmente, sento nell'anima di voler seguire i campioni della libertà italiana, anche dove possa giungere una portantina.
Qui, o Signora, io sento battere colla stessa veemenza il mio cuore, come nel giorno, in cui sul monte del Pianto dei Romani, i vostri eroici figli faceanmi baluardo del loro corpo prezioso contro il piombo borbonico!
E quando giunga l'ora, in cui gl'italiani vogliano lavare le loro macchie, se vivo, spero di trovarvi un posto. troppo la stupida pazienza di chi li tollerava.
E Voi, donna di alti sensi e d'intelligenza squisita, volgete per un momento il vostro pensiero alle popolazioni liberate dai vostri martiri e dai loro eroici compagni.
Chiedete ai cari vostri superstiti delle benedizioni, con cui quelle infelici salutavano ed accoglievano i loro liberatori! Ebbene, esse maledicono oggi coloro, che li sottrassero dal giogo di un dispotismo, che almeno non li condannava all'inedia per rigettarli sopra un dispotismo più orrido assai, più degradante e che li spinge a morire di fame. Ho la coscienza di non aver fatto male; nonostante, non rifarei oggi la via dell'Italia Meridionale, temendo di esservi preso a sassate da popoli che mi tengono complice della spregevole genìa che disgraziatamente regge l'Italia e che seminò l'odio e lo squallore là dove noi avevamo gettato le fondamenta di un avvenire italiano, sognato dai buoni di tutte le generazioni e miracolosamente iniziato.
E se vogliamo conservare un avanzo di fiducia nella gioventù, chiamata a nuove pugne e che può avere bisogno della nostra esperienza, io consiglio ai miei amici di scuotere la polvere del carbone moderato, con cui ci siamo anneriti e non ostinarsi al consorzio dei rettili, striscianti sempre a nuovi tradimenti.
E chi sa, che non si ravvedano gli epuloni governativi, lasciati soli a ravvolgersi nella loro miseria ?
Comunque, sempre pronto a gettare il mio rotto individuo nell'arena dell'Unità Nazionale, anche se dovessi ancora insudiciarmi, io non cambio oggi la mia determinazione, dolente di non poter servire.
Lunga è la storia delle nefandezze perpetrate dai servi d'una mascherata tirannide, e longanime popolazioni care al mio cuore, perchè buone, infelici, maltrattate ed oppresse; dolentissimo di contrariare l'opinione di Voi, che tanto amo ed onoro.
Un caro saluto ai figli dal vostro per la vita. G. Garibaldi.
«L'amore di una madre non può nemmeno essere compreso dagli uomini.
Con donne simili una nazione non può perire»
Frase di G. Garibaldi rivolta ad Adelaide Cairoli
Nel settembre del 1868 Garibaldi, disgustato per la condotta del Governo, che nulla faceva per le popolazioni del Mezzogiorno, diede le dimissioni da Deputato al Parlamento. Tali dimissioni provocarono il rammarico di tutti i patrioti e di Donna Adelaide Cairoli,
Lettere ad Anita ed altre donne, raccolte da G. E. Curatolo, Formiggini, Roma 1926, pp. 113-116.
Lettera a Donna Adelaide Cairoli.
Caprera, 7 settembre 1868.
Madonna amabilissima, Se v'è una voce, che possa pesare sulle mie risoluzioni, dessa è veramente la vostra.
E se gli oltraggi commessi dal più immorale dei Governi avessero soltanto colpito il mio povero individuo, io m'inchinerei oggi, umiliato, ai vostri piedi, impareggiabile Madre, e vi direi, pentito: «riabilitatemi nell'antica stima». Ma... vedere il sacrifizio di tanti generosi, fra cui preziosissima parte del vostro sangue, risultare a pro' di alcuni traditori e rimanere indifferenti, è troppa debolezza non solo, ma vergogna !
E mi vergogno certamente di avere contato, per tanto tempo, nel novero di un'assemblea di uomini destinata in apparenza a fare il bene del paese, ma in realtà condannata a sancire l'ingiustizia, il privilegio e la prostituzioe !
Ciò che a Voi dico, avrei potuto, motivando la mia dimissione, pubblicarlo.
Ma, come dire all'Italia, ch'io mi vergogno appartenere ad un Parlamento, dove siedono uomini come Benedetto Cairoli?
Quindi mi sono semplicemente dimesso da un mandato divenuto ogni giorno più umiliante.
E credete voi, che per ciò io non sia più con essi ?
Tale dubbio, tale diffidenza, da parte della donna che più onoro sulla terra, mi furono veramente dolorosi !
E benché affralito materialmente, sento nell'anima di voler seguire i campioni della libertà italiana, anche dove possa giungere una portantina.
Qui, o Signora, io sento battere colla stessa veemenza il mio cuore, come nel giorno, in cui sul monte del Pianto dei Romani, i vostri eroici figli faceanmi baluardo del loro corpo prezioso contro il piombo borbonico!
E quando giunga l'ora, in cui gl'italiani vogliano lavare le loro macchie, se vivo, spero di trovarvi un posto. troppo la stupida pazienza di chi li tollerava.
E Voi, donna di alti sensi e d'intelligenza squisita, volgete per un momento il vostro pensiero alle popolazioni liberate dai vostri martiri e dai loro eroici compagni.
Chiedete ai cari vostri superstiti delle benedizioni, con cui quelle infelici salutavano ed accoglievano i loro liberatori! Ebbene, esse maledicono oggi coloro, che li sottrassero dal giogo di un dispotismo, che almeno non li condannava all'inedia per rigettarli sopra un dispotismo più orrido assai, più degradante e che li spinge a morire di fame. Ho la coscienza di non aver fatto male; nonostante, non rifarei oggi la via dell'Italia Meridionale, temendo di esservi preso a sassate da popoli che mi tengono complice della spregevole genìa che disgraziatamente regge l'Italia e che seminò l'odio e lo squallore là dove noi avevamo gettato le fondamenta di un avvenire italiano, sognato dai buoni di tutte le generazioni e miracolosamente iniziato.
E se vogliamo conservare un avanzo di fiducia nella gioventù, chiamata a nuove pugne e che può avere bisogno della nostra esperienza, io consiglio ai miei amici di scuotere la polvere del carbone moderato, con cui ci siamo anneriti e non ostinarsi al consorzio dei rettili, striscianti sempre a nuovi tradimenti.
E chi sa, che non si ravvedano gli epuloni governativi, lasciati soli a ravvolgersi nella loro miseria ?
Comunque, sempre pronto a gettare il mio rotto individuo nell'arena dell'Unità Nazionale, anche se dovessi ancora insudiciarmi, io non cambio oggi la mia determinazione, dolente di non poter servire.
Lunga è la storia delle nefandezze perpetrate dai servi d'una mascherata tirannide, e longanime popolazioni care al mio cuore, perchè buone, infelici, maltrattate ed oppresse; dolentissimo di contrariare l'opinione di Voi, che tanto amo ed onoro.
Un caro saluto ai figli dal vostro per la vita. G. Garibaldi.
«L'amore di una madre non può nemmeno essere compreso dagli uomini.
Con donne simili una nazione non può perire»
Frase di G. Garibaldi rivolta ad Adelaide Cairoli
Nel settembre del 1868 Garibaldi, disgustato per la condotta del Governo, che nulla faceva per le popolazioni del Mezzogiorno, diede le dimissioni da Deputato al Parlamento. Tali dimissioni provocarono il rammarico di tutti i patrioti e di Donna Adelaide Cairoli,
Lo shampo
La parola compare per la prima volta nel 1762, è un termine inglese che significa “massaggiare” che a sua volta deriva dall’hindi champo.
A Brighton, nel 1759, un tal Sake Dean Mahomed apre i “Bagni dei vapori indiani di Mahomed”, un bagno pubblico per il lavaggio dei capelli che fu molto apprezzato anche dai regnanti dell’epoca.
I primi shampo venivano prodotti da Kasey Hebert bollendo pezzi di sapone nell’acqua insieme ad alcune erbe che gli davano profumo e rendevano i capelli più brillanti, venivano poi venduti per le strade di Londra.
Il primo shampo sintetico, ovvero non prodotto con pezzi di sapone, risale al 1930 e prende il nome di “Drene”.
FINALMENTE UNA BUONA NOTIZIA sperando che vada in porto
UE, BORG CONFERMA: DALL'11/3 STOP AI COSMETICI TESTATI SU ANIMALI
Giovedì, 31 Gennaio 2013 Lo ha dichiarato a Bruxelles il suo portavoce UE, BORG CONFERMA:
DALL'11/3 STOP AI COSMETICI TESTATI SU ANIMALI Entrerà in vigore senza ritardo, l'11 marzo prossimo, il provvedimento contenuto nella direttiva Ue che prevede a partire da questa data il pieno divieto di commercializzazione per quei prodotti di bellezza la cui formulazione finale, gli ingredienti o la loro combinazione siano stati oggetto di sperimentazione animale.
Lo ha confermato il portavoce del commissario alla Salute, Tonio Borg.
Negli scorsi mesi si erano mobilitate diverse associazioni animaliste contro il rischio di un eventuale slittamento dell'entrata in vigore del bando totale nell'Ue dei prodotti testati sugli animali.
"Il rischio di una proroga della direttiva cosmetici sembrerebbe scongiurato, coloro che finora si sono impegnati su questo fronte possono tirare un sospiro di sollievo", ha sottolineato l'eurodeputato ex leghista Claudio Morganti, che ha rivolto in merito un'interrogazione scritta alla Commissione.
"Prorogare tale data, o introdurre un meccanismo di deroga - ha spiegato l'europarlamentare toscano - richiederebbe una modifica che avrebbe bisogno di tempi troppo lunghi, in quanto si dovrebbe andare a cambiare l'attuale direttiva, passando di nuovo attraverso il Parlamento e il Consiglio". Dall'esecutivo Ue e' inoltre giunta rassicurazione sul lavoro in corso per aggiornare la ricerca sui metodi alternativi alla sperimentazione animale.
Giovedì, 31 Gennaio 2013 Lo ha dichiarato a Bruxelles il suo portavoce UE, BORG CONFERMA:
DALL'11/3 STOP AI COSMETICI TESTATI SU ANIMALI Entrerà in vigore senza ritardo, l'11 marzo prossimo, il provvedimento contenuto nella direttiva Ue che prevede a partire da questa data il pieno divieto di commercializzazione per quei prodotti di bellezza la cui formulazione finale, gli ingredienti o la loro combinazione siano stati oggetto di sperimentazione animale.
Lo ha confermato il portavoce del commissario alla Salute, Tonio Borg.
Negli scorsi mesi si erano mobilitate diverse associazioni animaliste contro il rischio di un eventuale slittamento dell'entrata in vigore del bando totale nell'Ue dei prodotti testati sugli animali.
"Il rischio di una proroga della direttiva cosmetici sembrerebbe scongiurato, coloro che finora si sono impegnati su questo fronte possono tirare un sospiro di sollievo", ha sottolineato l'eurodeputato ex leghista Claudio Morganti, che ha rivolto in merito un'interrogazione scritta alla Commissione.
"Prorogare tale data, o introdurre un meccanismo di deroga - ha spiegato l'europarlamentare toscano - richiederebbe una modifica che avrebbe bisogno di tempi troppo lunghi, in quanto si dovrebbe andare a cambiare l'attuale direttiva, passando di nuovo attraverso il Parlamento e il Consiglio". Dall'esecutivo Ue e' inoltre giunta rassicurazione sul lavoro in corso per aggiornare la ricerca sui metodi alternativi alla sperimentazione animale.
Il rito di iniziazione
Il rito di iniziazione è un passaggio obbligato presente in quasi tutte le sette ed i gruppi di carattere esoterico. D’altro canto, esempi di riti di iniziazione si trovano in tutte le culture e nei contesti più disparati. Tali riti rappresentano un vero e proprio passaggio che consente al candidato di entrare a pieno titolo in un gruppo e condividerne le tradizioni ed i segreti.
Raggiungere una posizione sociale privilegiata, conoscere i segreti, comprendere i misteri. In queste promesse consiste il fascino delle sette segrete sin dagli albori dell’umanità, poiché rispondono all’aspirazione quasi universale degli uomini di essere accettati dai loro pari, di far parte degli eletti, degli iniziati. L’iniziazione è il rito per il quale si viene ammessi a far parte di un gruppo: dopo aver dimostrato di essere degni di appartenere alla cerchia ristretta ove si aspira ad entrare, il nuovo arrivato è messo a conoscenza del sapere e dei segreti che conferiscono al gruppo stesso il suo speciale carattere ed il suo fondamento.
L’iniziato può essere chi entra a far parte di un’associazione studentesca, oppure un aborigeno australiano alle soglie della virilità, o un candidato allaMassoneria; ciò che gli viene offerto può essere la chiave di presunti enigmi cosmici e magici, ma anche semplicemente una stretta di mano segreta che lo lega ai suoi nuovi fratelli. Per quanto i rituali differiscano da una setta all’altra nei particolari, le caratteristiche di fondo dell’iniziazione rimangono comunque identiche.
Il giuramento di mantenere il segreto è in genere un momento essenziale della cerimonia, in quanto è proprio ciò che si tiene nascosto che determina l’esistenza e l’identità del gruppo. Spesso si ritiene che la forza del sapere rivelato all’iniziato dipenda proprio dalla sua segretezza, come lascia intendere questo detto degli Indiani Zuni dell’America Sudoccidentale: “Un potere divulgato è un potere perduto“.
Nelle cerimonie di iniziazione, il candidato diviene il principale attore di una rappresentazione che mette in scena il suo passaggio da estraneo a membro del gruppo. Rappresentazione durante la quale di solito viene trattato dapprima come straniero o come spia. Per dimostrarsi degno dell’onore di appartenere al gruppo dovrà affrontare una serie di prove, metaforiche o effettive: disagi, privazioni, minacce di ferite, reali o simboliche, o di morte.
Un altro elemento comune ai riti di iniziazione è il viaggio allegorico che l’adepto intraprende, che rappresenta il percorso tra la sua precedente esistenza nelle Tenebre e l’Illuminazione raggiunta diventando membro del gruppo. Specie nelle cerimonie primitive, questo viaggio assume di frequente la forma di una morte ed una successiva rinascita rituale. In certi riti tribali della pubertà, per esempio, oltre a prove di forza, di resistenza fisica e di sopportazione del dolore, i ragazzi devono affrontare una lunga separazione dalle famiglie, preparazione indispensabile per la “morte” rituale che subiscono prima della rinascita come “uomini”.
I moderni Massoni, che nulla hanno a che fare con la vita tribale, si sottopongono a varie prove di carattere metaforico incluse morte e rinascita allegoriche. Le cerimonie di iniziazione hanno spesso lo scopo di purificare il postulante per prepararlo a ricevere i segreti custoditi dall’organizzazione, tanto che in talune sette l’iniziando riceve il patrimonio della conoscenza per tappe: comincia la sua crescita spirituale, talvolta simboleggiata da una scala fra la Terra e il traguardo finale, il cielo, dal gradino più basso della gerarchia, e il passaggio ad ogni livello superiore è accompagnato da nuove cerimonie e da rivelazioni sempre più occulte.
Il rituale massonico, per esempio, si attua attraverso tre stadi fondamentali di appartenenza (Apprendista, Compagno, Maestro), seguiti da numerosi livelli superiori riservati a chi si dedica esclusivamente alla ricerca della verità. Nella prima fase di iniziazione l’adepto attende davanti alla porta della loggia mentre il custode, o guardiano, bussa in sua vece per chiedere che sia ammesso. L’adepto si è spogliato dei propri beni mondani e porta al collo un capestro allentato, simbolo del legame che intercorre fra ogni Massone e la sua loggia, mentre la benda sugli occhi simboleggia la segretezza di cui si circonda la setta e le tenebre che precedono l’illuminazione spirituale derivante dalla conoscenza dei misteri massonici.
Nella seconda prova all’adepto viene puntata una spada contro il petto per valutarne il coraggio e la risolutezza spirituale. Il significato del fatto che calzi una pantofola, noto soltanto agli iniziati, è variamente interpretato dai non adepti: potrebbe derivare dalla tradizione biblica di togliersi un sandalo per esprimere la volontà di assumere un impegno. La benda sarà infine tolta, a significare che l’iniziato è passato dalle tenebre alla luce.
Il terzo livello di iniziazione simboleggia la morte e la rinascita cui il candidato si sottopone nelle ultime fasi. Un rito che rievoca la saga di Hiram Abif (il leggendario architetto e costruttore del Tempio di Salomone a Gerusalemme), che avrebbe subito il martirio per mano di alcuni apprendisti cui si era rifiutato di rivelare i segreti del livello di maestro. In questo caso l’adepto vive una rappresentazione simbolica della sofferenza e della morte, e alla fine si sarà guadagnato la carica di maestro.
Spesso l’iniziazione di un nuovo adepto rinnova in quelli di vecchia data le emozioni delle loro prove iniziatiche. Condividere l’esperienza della paura, del dolore e della rivelazione unisce tutti coloro che l’hanno sperimentata, rendendoli particolarmente uniti. Sembra che l’iniziazione a certe sette mistiche sia un’emozione indescrivibile, tanto efficacemente il rituale attinge alle radici profonde dei bisogni e delle aspirazioni umane.
Di questo oscuro e ineffabile fascino sembra fossero avvolti i riti dei misteri eleusini, la più celebre setta segreta dell’antichità, che praticava il culto della dea madre Demetra. Nella celebrazione del rituale, afferma il filosofo greco Aristotele, gli iniziati non scoprivano particolari segreti ma esperivano piuttosto una verità emotiva, intuitiva, immediata. Cicerone ci ha lasciato sulla sua iniziazione al culto di Demetra questo enigmatico commento: “Abbiamo appreso a vivere e a morire con più speranza“.
Fonte: viaggionelmistero.it
Questi metodi devono cessare una volta per tutte
Con un biscottino e un bravo si ottiene di più
che con i tuoi sistemi da KAPO
Edoardo Stoppa realizzare per Striscia la Notizia un servizio destinato a far discutere. Protagonista César Millan, l'addestratore di cani diventato noto grazie al programma Dog Whisperer. L'uomo è accusato di maltrattamento bei confronti degli animali.
Gli addestratori di tutto il mondo hanno già criticato César Millan, definendo crudeli le sue tecniche di addestramento. L’uomo, diventato famoso grazie alla trasmissione americana Dog Whisperer, è probabilmente l’addestratore di cani più celebre al mondo. A finire sotto la lente d’ingrandimento sono i suoi metodi di lavoro, quelle tecniche che in moti hanno definito addirittura con la terribile parola “tortura”. Edoardo Stoppa, l’amico degli animali di Striscia la Notizia, ha realizzato un video choc che mostra César al lavoro, nel tentativo d’individuare se le voci che circolano sul suo conto corrispondono effettivamente a verità. Il risultato del servizio è inquietante.
FINALMENTE OGGI UNA BELLA NOTIZIA... SUL CANALE "CIELO" NON SO SE DA VOI SI VEDE ,E' STATO ELIMINATO IL PROGRAMMA DI CESAR MILLAN..E' UNA PRIMA VITTORIA....LA DEVE PAGARE CARA E AMARAMENTE QUEL FRUSTRATO ,DOPO AVER FATTO (E SPERO CHE NON FA PIU') SOFFRIRE TANTI ANIMALUCCI COL SUO METODO "EDUCATIVO". MI CHIEDO ..MA X EDUCARE I SUOI FIGLI METTE LORO IL COLLARE ELETTRICO O GLI TIRA CALCI NELLE PARTI INTIME?.......
FINALMENTE OGGI UNA BELLA NOTIZIA... SUL CANALE "CIELO" NON SO SE DA VOI SI VEDE ,E' STATO ELIMINATO IL PROGRAMMA DI CESAR MILLAN..E' UNA PRIMA VITTORIA....LA DEVE PAGARE CARA E AMARAMENTE QUEL FRUSTRATO ,DOPO AVER FATTO (E SPERO CHE NON FA PIU') SOFFRIRE TANTI ANIMALUCCI COL SUO METODO "EDUCATIVO". MI CHIEDO ..MA X EDUCARE I SUOI FIGLI METTE LORO IL COLLARE ELETTRICO O GLI TIRA CALCI NELLE PARTI INTIME?.......
La colonna di Ashoka
La Colonna di Ashoka (situata a Delhi in India) è una colonna in ferro alta 7 metri dal peso di 6 tonnellate e risalente almeno al 423 d.C. Non presenta ruggine nonostante sia rimasta esposta per 1600 anni al clima monsonico. Deve la sua fama, oltre al valore archeologico, al fatto che per anni è stata considerata dai fautori della pseudoarcheologia un OOPArt, ossia un oggetto inspiegabile nel suo contesto storico. La resistenza alla corrosione e all'ossidazione ha spinto a formulare ipotesi inconsuete riguardo alle tecniche produttive o alla provenienza dell'artefatto. Le analisi di esperti dell'Istituto Indiano di Tecnologia, guidati dal professor R. Balasubramaniam, hanno dimostrato che si tratta di una particolare proprietà del metallo di cui è fatta, un ferro molto puro, con una percentuale insolitamente elevata di fosforo dovuta ad una particolare tecnica di fusione realizzata dagli artigiani del tempo. Il fosforo col tempo avrebbe favorito la formazione per catalisi di uno strato protettivo (?-FeOOH) sulla superficie della colonna, un composto di ferro, ossigeno e idrogeno spesso 5 centesimi di millimetro in grado di proteggere il ferro dolce dall'aggressione dell'atmosfera. Secondo i sostenitori della sua posizione "fuori dal tempo" tale effetto sarebbe voluto, dimostrando che gli artigiani dell'antica India sarebbero stati in possesso di una tecnologia metallurgica particolarmente avanzata. La presenza di fosforo tuttavia non è dovuta a presunte superiorità tecnologiche, ma piuttosto all'utilizzo di materiali attualmente ritenuti più scadenti e meno costosi (come appunto la carbonella invece della calce) per realizzare le leghe ferrose. Questi elementi hanno la tendenza a rilasciare grosse quantità di impurità insieme al carbonio, che vanno a costituire minuscole quantità di elementi di lega nel metallo. Questi elementi, pur in concentrazioni piuttosto basse, possono alterare notevolmente le proprietà dei materiali
La colonna è mirabilmente conservata; la superficie liscia sembra ottone lucidato e il mistero si infittisce, visto che qualsiasi altra massa di ferro soggetta alle piogge e ai venti dei monsoni indiani per 1600 anni si sarebbe ridotta in ruggine molto tempo fa.
La produzione del ferro e le tecniche di conservazione superano di gran lunga quelle del quinto secolo; è probabilmente molto più antico, di molte migliaia di anni. Chi erano i tecnici metallurgici che produssero tale meraviglia, e che fine ha fatto la loro civiltà?
Un grande illusionista: Harry Houdini
Harry Houdini è nato nel 1874 a Budapest ma è vissuto negli Stati Uniti, il suo vero nome è Ehrich Weisz.
Si può dire che sia stato uno dei più grandi illusionisti della storia. Cominciò a lavorare con vari trucchi di carte nel 1891, ma il successo arrivò alcuni anni più tardi quando cominciò ad esibirsi nei numeri di escapologia, ossia riuscire a liberarsi in situazioni apparentemente impossibili: poteva liberarsi da manette, catene, corde o camicie di forza solitamente appeso a testa in giù e spesso immerso in una vasca piena d’acqua.
Durante le sue esibizioni incontra l’amore della sua vita, anche lei illusionista, Bess Rahner, che sposerà e gli farà da assistente durante i suoi numeri.
Nel 1913 mette a punto il suo numero più famoso ossia la tortura cinese dell’acqua, rimaneva sospeso a testa in giù in una cassa piena d’acqua, naturalmente chiusa a chiave, riuscendo in breve tempo a liberarsi.
La sua carriera fu vertiginosa, si esibiva in tutti i teatri americani ed anche europei.
Alcuni dei suoi trucchi vennero proprio svelati da lui, talvolta poteva nascondere in luoghi improbabili del suo corpo chiavi o bastoncini, mentre per liberarsi della camicia di forza sapeva disarticolare tutte e due le spalle e, allontanando leggermente le braccia dal corpo, con opportuni movimenti poteva tornare libero. La figura di Houdini è interessante perchè, dopo la morte della madre, ha sempre cercato di smascherare molti sedicenti medium e spiritisti, talvolta riusciva a riprodurre con i suoi trucchi gli effetti che si producevano durante le sedute spiritiche alle quali prendeva parte in incognito, riuscì per esempio a ricreare gli effetti delle sedute della medium americana più famosa dell’epoca, Mina Crandon.
Negli anni venti offrì un premio in denaro a chi dimostrasse di possedere veramente capacità soprannaturali, ma il premio non fu mai ritirato.
E’ morto nella notte di Halloween nel 1926 in seguito ad un attacco di peritonite, ma c’è chi sostiene che la morte sia avvenuta in seguito ad un forte pugno agli addominali infertogli da un suo fan alcuni giorni prima, pare infatti che prima dei suoi spettacoli Harry permettesse questa pratica per dimostrare la forza dei suoi mitici muscoli addominali ma in quell’occasione venne colto di sorpresa e non fece in tempo a prepararsi a ricevere il colpo.
Ai suoi funerali parteciparono moltissime persone, ogni anno il giorno dell’anniversario della sua morte è stata celebrata una cerimonia dalla Society of American Magicians compresa una seduta spiritica perchè pare che prima di morire Houdini avesse detto che “se è veramente possibile a qualcuno tornare dall’aldilà, Harry Houdini lo farà”.
Alla seduta spiritica partecipava anche Bess sua moglie con la quale aveva concordato un messaggio in codice che solo loro due conoscevano e che avrebbe dovuto comunicare dall’aldilà se solo fosse stato possibile. Dopo 10 anni di inutili tentativi pare che la moglie si sia arresa, definitivamente convinta dell’impossibilità di comunicare con i defunti, tuttavia il medium Arthur Ford riferì che invece il codice segreto era stato comunicato alla moglie durante una seduta nel 1928.
Noi non c'eravamo e se c'eravamo dormivamo
Sempre intrallazzi,bugie,omissioni per adescare gli allocchi in tempi di elezioni
riservandosi di spennarli poi......
NOI NON SAPEVAMO
NOI NON CENTRIAMO NULLA
NON ABBIAMO NIENTE A CHE VEDERE CON QUESTA BANCA
Caro PD carta canta
A noi nessuna banca regala pranzi,feste,cene ecc.
Anzi ci fa pagare interessi altissimi SEEEE per caso (per sbaglio) ci presta qualche euro
NOI NON SAPEVAMO
NOI NON CENTRIAMO NULLA
NON ABBIAMO NIENTE A CHE VEDERE CON QUESTA BANCA
Caro PD carta canta
A noi nessuna banca regala pranzi,feste,cene ecc.
Anzi ci fa pagare interessi altissimi SEEEE per caso (per sbaglio) ci presta qualche euro