giovedì 10 gennaio 2013

Villa Farnese a Caprarola

In compagnia di Alberto Angela visitiamo la Villa Farnese a Caprarola, vero gioiello del tardo Rinascimento.

L'umiltà


Io non conosco verità assolute, ma sono umile di fronte alla mia ignoranza: in ciò è il mio onore e la mia ricompensa

 (K.Gibran)

La valle della luna

La Valle della Luna si trova in una piccola penisola (Capo Testa) nell'estremo nord della Sardegna, ed è conosciuta dagli anni '60 come punto di ritrovo degli hippies. Un posto unico nel suo genere per la particolare conformazione geologica, è formata da sette valli divise tra loro da grandi strutture di granito di cui la più alta raggiunge i 128 mt sul livello del mare ed è comunemente chiamata "Il Teschio". All' interno delle valli ci sono svariate grotte che si sono formate a causa dell'erosione, nelle quali si può alloggiare comodamente. Inoltre, presso l'ingresso, si trova una sorgente d'acqua dolce, il che rende il posto particolarmente adatto anche a permanenze lunghe. Infatti, alcune persone risiedono nella valle anche durante tutto l'inverno senza particolari problemi e vivendo a stretto contatto con la natura.

Dal momento in cui si oltrepassano le due grosse pietre che segnano l'entrata, si ha l'impressione di trovarsi su un altro pianeta... molte persone dicono di provare una grande serenità e la sensazione di essersi lasciata la "civiltà" alle spalle. In effetti il posto, pur non essendo troppo grande, è circondato dal granito, cosicché non si ha quasi nessun contatto con "il mondo là fuori"! Questo ha permesso alla valle di rimanere abbastanza incontaminata, e anche di non subire troppi controlli e restrizioni. La zona appartiene ad un privato che ha deciso di lasciarla libera e aperta a tutti, tanto che può essere visitata e frequentata da chiunque. L'area fa comunque parte del comune di S. Teresa, dove vige il divieto di campeggio, per questo talvolta i Carabinieri vengono a controllare la situazione e prendono i documenti, ma il tutto si risolve solitamente con una multa che nessuno mai firma né paga.

La vecchia comunità hippie degli anni '60 si è progressivamente trasformata: ora arrivano i figli incuriositi dai racconti dei genitori, tanti stranieri che ne hanno sentito parlare, o ancora persone che la frequentavano in passato. Qui si possono incontrare viaggiatori da tutto il mondo, artisti, musicisti e persone spirituali.

In Kenya strage di elefanti a colpi di kalashnikov

Strage di elefanti in Kenia.
Undici animali uccisi per l’avorio nel Parco protetto di Tsava East.
L’accaduto si inserisce nelle dinamiche del mercato nero orientale, in fase di crescita.
Una strage di elefanti a opera di bracconieri, il tutto solo per poterne ricavare avorio, merce pregiatissima sui mercati neri di tutto il mondo.
E’ successo anche la notte scorsa nell’aria naturale protetta del Parco Nazionale di Tsavo East, nella parte meridionale del Kenya.
Quello che impressiona in questa vicenda, però, sono le modalità con le quali i cacciatori di frodo hanno sterminato il branco di elefanti prescelti.
Si è trattato di una vera e propria esecuzione a colpi di kalashnikov, una mattanza senza scrupoli.
A sparare erano in dieci. Dieci assassini armati di tutto punto, provvisti di fucili automatici contro un branco di undici elefanti inermi, fra i quali anche una coppia di cuccioli di pochi mesi di vita.
Gli animali, una volta abbattuti, sono stati privati violentemente delle pregiate zanne, mutilandoli crudelmente.
Le carcasse sono state poi ammassate le une accanto alle altre a pochi chilometri di distanza sempre all’interno del parco.
A ritrovarle sono stati i Rangers del Parco, agenti del Kenya Wildlife Service.
Sono stati loro a denunciare l’accaduto e ad avviare gli accertamenti sull’azione di bracconaggio.
L‘evento allarma molto le autorità keniane e tutti coloro che presidiano il territorio in questione, l’Africa orientale.
Si è trattato, infatti, di un’operazione meticolosamente programmata e messa in opera con grandissima precisione.
Questo massacro è il più imponente dal 1980, cioè da oltre trentanni.
L’escalation della caccia di frodo dovrebbe ricondursi alle crescenti richieste di avorio avanzate dal mercato orientale, interessatissimo ai pregiati manufatti e dove l’avorio viene utilizzato anche per produrre medicine tradizionali.
Le richieste piovono dai nuovi ceti agiati cinesi e indiani, investiti da un profondo progresso economico ma, evidentemente, fermi a vezzi culturali antichi di migliaia di anni.

di CHIARA MOLINARI in MONDO

Tomba ipogea nei dintorni di Bonorva. Sardegna


Le meraviglie sigillate di Sardegna
La Sardegna è un'isola italiana nota tra gli archeologi soprattutto per i suoi nuraghes - antiche torri che ricordano in qualche modo i broch scozzesi, ma più numerose ed elaborate.
Sull'isola si possono trovare molte altre antiche meraviglie: dalle cosiddette "tombe di giganti" alle "domus de janas" (case delle fate - tombe scavate nella roccia) come ai pozzi sacri preistorici.
La Sardegna è quindi una regione veramente incredibile per qualunque appassionato di monumenti antichi.
Ma alcuni dei suoi esempi più eccezionali potrebbero rimanere nascosti per secoli dopo essere stati scoperti e scavati [dagli archeologi]. spirali rosse da 70cm dipinte sulle pareti di una cella laterale di una tomba preistorica che è stata oggetto di scavo un anno e mezzo fa. E ci ha raccontato la storia della cosiddetta "tomba della scacchiera".
Un dromos con un prospetto architettonico scavato nella roccia che conduce ad una grande tomba con tre celle laterali.
La tomba è decorata con disegni d'ocra rossa brillante, con protomi taurine scolpite nel lato maggiore della camera principale e con un tetto alto circa 1,70m scolpito come se fosse composto da assi in legno, dipinte alternativamente in blu scuro e bianco.
Ma l'elemento visuale più eccezionale della tomba è una serie di grandi spirali rosse dipinte in una cella laterale: un totale di sette spirali, molte delle quali interconnesse tra loro.
La qualità delle antiche pitture è straordinaria, e su una volta è dipinta anche una figura geometrica rarissima nelle tombe sarde: un motivo a scacchiera bianca e nera - qualcosa probabilmente di unico in un sito apparentemente databile al Neolitico recente e riferibile alla cultura di San Michele di Ozieri (3800 a.C. – 2900 a.C.).
Dopo circa 4 mesi di scavi la Sovrintendenza decide di sistemare un enorme blocco di pietra di fronte all'unico ingresso della tomba; si fa quindi una colata di cemento e si ricopre l'intera zona con uno spesso strato di terra, sigillando nuovamente il sito, probabilmente per sempre.  E la tomba e il suo prezioso contenuto, così scompaiono. Una sorte condivisa anche da altre tombe dell'area, tra cui quella denominata "Sa Pala Larga" nella quale è stata trovata un'incredibile protome taurina scolpita e una serie di spirali a creare una sorta di "albero della vita".
Ci chiediamo quanti monumenti eccezionali siano stati trovati, scavati e sigillati nuovamente negli anni da parte degli archeologi in Sardegna, senza che nessuno - tranne pochi addetti ai lavori - ne venisse a conoscenza .

Averroè


Ibn Rushd (Abû al-Walîd Muhammad ibn Ahmad ibn Muhammad ibn Ahmad ibn Ahmad inb Rushd) nacque nel 1126 a Cordova e morì a Marrakech il 10 dicembre 1198. 
 Nel XII secolo l'Andalusia faceva parte dell'impero degli Almohadi, impero che si estendeva a tutta l'Africa del Nord e durante il quale l'Occidente arabo conobbe gloria e ricchezza.

 Ibn Rushd era astronomo, medico, giurista e filosofo. Figlio di giuristi, appartenente quindi ad una classe sociale elevata, vissuto nella stabilità dell'impero almohade ebbe modo di costruirsi una cultura vastissima.
 Durante un viaggio a Marrakech notò una stella che non si poteva vedere sotto i cieli spagnoli: Canepe.
 L'osservazione di questo fenomeno gli permise di intuire la rotondità della Terra.
 Dopo il soggiorno a Marrakech scrisse un libro intitolato " Kûlliyat ". 

Il maestro di Ibn Rushd era Ibn Zuhr grande medico che teneva corsi non solo in Andalusia, ma anche a Salerno e a Montpellier, scuole di medicina fondate ambedue dagli arabi. Sempre nell'ambito della medicina Ibn Rushd scrive anche dei commenti ai " Canoni " di Ibn Sînâ conosciuto in Occidente col nome di Avicenna e su Galeno, ma divenne senza dubbio famoso grazie all'opera " Kûlliyat " che fu stampata a Venezia nel 1490 prima di essere divulgata in molti paesi europei.


Durante un altro viaggio a Marrakech, Ibn Rushd conobbe Ibn Tufail, medico del Califfo Yûssûf ibn Ya'qûb e questi lo incaricò di tradurre e commentare le opere di Aristotele in quanto lui era troppo vecchio per tale mansione e le traduzioni fino allora esistenti erano troppo oscure. 
Ibn Rushd accettò e s'impegnò in un lavoro che durò più di 15 anni, ma l'opera del grande filosofo greco fu quasi interamente tradotta. 

Alla morte del Califfo, Ibn Rushd mantenne un posto di primissimo piano come medico di corte e confidente del successore di quest'ultimo Ya'qûb detto al-Mansûr " Il Vittorioso " per la strepitosa vittoria di Alarcos del 1195 contro Alfonso VIII di Castiglia e i principi cristiani di Spagna sempre più minacciosi. 
Poi improvvisamente caddè in disgrazia, il sovrano lo esiliò e i discepoli lo rinnegano. I sovrani Almohadi cercavano sempre la compagnia dei " falâsifa " ( i filosofi ), li stimavano e non avevano mai manifestato ostilità fanatiche nei loro confronti.
 Se Ibn Rushd cadde ingiustamente in disgrazia, fu probabilmente a causa di circostanze forzate. Le sue dottrine filosofiche dovevano indisporre non poco i teologi limitati e i giuristi pedanti incapaci di interpretazione personale dei testi, ma questi esercitavano un grande ascendente sulle masse popolari e sull'esercito. 
Furono quindi ragioni di stato che obbligarono al-Mansûr ad allontanare Ibn Rushd anche perché la minima debolezza del sovrano sarebbe stata immediatamente sfruttata dai principi cristiani di Castiglia e León.
 Ritornata la calma al-Mansûr riabilitò Ibn Rushd che ritorno a Marrakech dove mori il 10 dicembre all'età di 72 anni. Le spoglie furono trasferite nella sua città natale Cordova.

 Ibn Rushd non si occupò solo di medicina o dei commenti all'opera di Aristotele scrisse anche molti libri di filosofia. In particolare ricordiamo un trattato sulla non contraddizione tra filosofia e religione che lo pone al vertice della riflessione filosofica del suo tempo e non solo. 
Ibn Rushd sosteneva che i testi sacri sono legittimamente interpretati in modo diverso dal filosofo dal teologo o dal profano. La " verità " può quindi essere interpretata in modo diverso secondo la formazione intellettuale dell'individuo. Questo approccio critico poteva suscitare le reazioni di molti, era in un certo senso " rivoluzionario " e lo sarebbe ancora oggi.

 Se i Musulmani che vennero dopo di lui non approfittarono dei suoi insegnamenti e ebbero verso le sue opere un approccio superficiale ( molte erano diffuse in latino ed ebraico), non fu così per i Cristiani e gli Ebrei dai quali fu considerato una personalità ineguagliabile. Le sue dottrine verranno insegnate in Europa fino al XVIII secolo, in particolare il trattato del De anima nella traduzione in latino di Micael Scott del 1230 e ciò nonostante le condanne dell'Inquisizione e del Concilio di Trento che consideravano eretiche e blasfeme le teorie di Averroè, anche se l'averroismo professato in Europa è solo un pallido riflesso della sua cosmologia.

 Molti filosofi e teologi europei devono molto a Ibn Rushd, tra questi citiamo i più conosciuti: San Tomaso d'Aquino, Bacone, Spinoza, Leibnitz.

Universi paralleli

Gli universi paralleli sono uno "specchio" della nostra dimensione e provano che la nostra non è l'unica "realtà".
Questi mondi alternativi mostrano i diversi svolgimenti che la storia avrebbe potuto prendere.
Gli universi paralleli sono oggetto di grande interesse e curiosità, perché offrono la possibilità di vedere "concretamente" le versioni alternative della nostra realtà su piani dimensionali di esistenza simultanei ma separati.
Concettualmente gli universi paralleli si possono definire come uno specchio del nostro universo.
Meccanica quantistica La spiegazione scientifica delle dimensioni parallele è stata teorizzata da alcuni scienziati umani nel tardo XX secolo.
La meccanica quantistica, che costituisce un ramo collaterale e rivoluzionario della cosiddetta fisica "classica", ha il merito di aver introdotto cambiamenti fondamentali nelle teorie che riguardano la natura dell'universo.
La meccanica quantistica si basa su formule che determinano l'azione delle particelle subatomiche e la loro relazione con l'universo circostante. Uno dei più interessanti sviluppi della teoria quantistica è l'interpretazione dei "molti mondi" della meccanica quantistica, secondo cui per ogni evento possibile esiste una realtà quantica alternativa, ossia un universo parallelo.
In parole povere, se lanciando per aria una moneta, in questo universo questa ricade per terra dal lato della croce, esiste una realtà parallela in cui la moneta mostra invece la testa, e persino un'altra in cui la stessa moneta cade di taglio. Tutti gli esiti possibili, di tutti i possibili eventi, possono potenzialmente verificarsi in un infinito numero di universi multipli.
Maggiore è la portata dei cambiamenti avvenuti, più aumenta la differenza fra gli universi; in una realtà alternativa potrebbe cambiare solo la posizione di un singolo atomo, mentre in un'altra potrebbe essere mutato il destino dell'intera Galassia.