venerdì 6 dicembre 2013
L' antica Spezieria di Santa Maria della Scala
L’antica Spezieria si trova al primo piano del convento dei Carmelitani Scalzi, annessa alla Chiesa di Santa Maria della Scala, ed è un piccolo gioiello che conserva il laboratorio galenico e il frantoio originari, insieme alle maioliche colorate, i vasi, le bilance, gli alambicchi di distillazione, i mortai, mentre sono del Settecento l’arredamento, le scaffalature, le vetrine e il bancone, e risale all’ottocento l’adiacente laboratorio liquoristico.
Originariamente istituita per le necessità dei frati, che coltivavano nell’orto le piante medicinali necessarie alla loro salute, alla fine del Seicento fu aperta a tutti e divenne così famosa che vi ricorrevano anche principi, cardinali e perfino i medici dei pontefici. Questo gli valse l’appellativo di “farmacia dei papi” e i relativi benefici fiscali. Nell’atrio e sulla porta d’ingresso vi sono ancora i ritratti Fra Basilio della Concezione (1727-1804), farmacista del Settecento che consolidò la fama dell’esercizio inventando celebri medicamenti come l’acqua contro l’isterismo e quella definita “antipestilenziale”, perché sembrava proteggere chi veniva a contatto con malati contagiosi.
Tra i cimeli più singolari vi è il Trattato delli semplici, un rarissimo erbario attribuito allo stesso fra’ Basilio, un libro enorme dove venivano elencate tutte le erbe medicamentose di cui si conservava sulla pagina un esempio essiccato.
Singolare anche il vaso della theriaca, un farmaco messo a punto da Andromaco il Vecchio, medico di Nerone, composto di 57 sostanze diverse fra cui carne di vipera maschio, considerata un infallibile antidoto contro i veleni.
La Theriaca fu usata fino alla metà del secolo scorso, fino a quando non si sono estinti anche i ‘viperai’, i raccoglitori di vipere vive.
Sulle ante degli armadi sono dipinti padri della medicina come Ippocrate, Galeno, Avicenna, Mitridate e Andromaco, mentre all’interno degli armadi sono ritratti Vittorio Emanuele I e la moglie Maria Teresa d’Austria, in ricordo di una visita effettuata dai reali nel 1802, oppure Umberto I principe di Piemonte con la duchessa d’Aosta Elena, altri visitatori della farmacia.
Negli ambienti retrostanti vi era il laboratorio vero e proprio, dove non venivano preparati solo i distillati medicamentosi, ma anche alcuni liquori tutt’ora venduti nella farmacia sottostante.
In queste stanze sono conservate ancora oggi centrifughe, imbottigliatrici, diversi caldai di differenti misure per i decotti, presse per la spremitura, torchi e setacci, mentre in una piccola stanzetta anche una sterilizzatrice e una pilloliera che trasformava gli impasti in pillole.
A caratterizzare l’arredo ci sono anche due scritte in latino che tradotte recitano più o meno “Dalla terra l’Altissimo creò i medicamenti: l’uomo prudente non li avrà in dispregio” e “Né l’erba li guarì né la miscela; sì la tua parola, Signore, la qual sana ogni cosa”.
Saggezza risalente ad un’epoca nella quale si faceva più affidamento alle mani del Signore che al resto, ma certamente ancora efficace davanti ai ‘prodigi’ della sanità pubblica odierna.
La spezieria della Scala ha continuato il suo servizio fino al 1978 e sino agli anni ’50 ha distribuito genuini medicinali a prezzi moderati tenendo aperto al pubblico un ambulatorio gratuito.
Oggi la spezieria si può visitare , e sugli scaffali settecenteschi si possono ammirare i vasi ancora pieni, mentre rimedi, ricettari ed erbari sono disposti come se questa non avesse mai chiuso.
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