lunedì 11 novembre 2013

Storia della carta

L’antenato più importante della carta è il papiro, che è stato utilizzato dagli Egizi per la scrittura geroglifica già nel 2000 aC.
Il papiro veniva prodotto a partire dalla polpa interna dello stelo del papiro, una pianta semi acquatica.
La polpa veniva tagliata in sottili striscioline che venivano poi bagnate, appaiate a formare un foglio in due strati, quindi pressate ed infine essiccate al sole.



Il papiro, a partire dall’Egitto, si diffuse anche presso Ebrei, Babilonesi, e anche in tutto il mondo greco-romano.
Prima dell’invenzione della carta erano diffusi anche altri materiali alternativi al papiro, quali fogli scrivibili ricavati dalla corteccia o dal fusto di alcuni alberi, strisce di bambù, foglie, tessuti, e da pelli di animali (pergamena e cartapecora).



L’invenzione della carta si deve a Ts’ai Lun, funzionario dell’imperatore cinese Ho Ti, ed avvenne nel II secolo aC. Ts’ai Lun scoprì che era possibile macerare e ridurre in pasta materiali fibrosi quali stracci di cotone, residui delle reti da pesca, piante quali canapa e gelso.
Quello che otteneva raccogliendo la pasta su un tessuto di lana teso, in modo che asciugasse, era appunto un foglio di carta. L’invenzione si diffuse rapidamente in tutta la Cina, e la tecnica si perfezionò sempre di più.
Per molti secoli i Cinesi custodirono gelosamente il segreto della fabbricazione della carta, ma ad un certo punto questa arte raggiunse il Giappone

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Nel 751 d.c., al tempo dell’espansione araba dopo la morte di Maometto, i musulmani strapparono ai cinesi le città dell’Asia centrale.
In una di queste, Samarcanda, fecero prigionieri alcuni artigiani cartai che qui lavoravano.
Sbalorditi dalla tecnica la misero subito in pratica diffondendola nella parte del mondo che dominavano e che comprendeva, oltre al Medio Oriente, il nord Africa, la Sicilia e la Spagna



Per la diffusione della carta in Occidente, invece, dobbiamo aspettare fino al VIII secolo.
Quando gli arabi, infatti, conquistarono la Persia, gli abili maestri cartai Cinesi svelarono ai vincitori la loro arte, che da qui venne divulgata in India, Egitto, Palestina, per poi raggiungere la Spagna e il resto dell’Europa intorno al 1150.
In Europa la carta non ebbe fortuna immediata, perchè la carta proveniente da Oriente era molto assorbente e poco adatta alla scrittura con la penna d’oca.
Per questo venne introdotta una variante di fabbricazione: per la pasta si utilizzarono solo stracci di cotone, lino e canapa, e una volta asciutti i fogli venivano trattati con una gelatina ricavata dalle ossa di vari animali, per renderli opachi e impermeabili.



Nel 1798, ad opera di L.N. Robert, fu costruita la prima macchina da carta, che rivoluzionò completamente il sistema di fabbricazione, perché produceva una striscia continua di carta prodotta da un tamburo ricoperto da una rete metallica che ruotava in una vasca dove era in sospensione le fibre vegetali tagliuzzate.
Il foglio continuo passava poi tra dei cilindri caldi per essere pressato ed asciugato.
La diffusione di queste macchine fu lenta, in Italia nel 1850 ne esistevano solo due, ma inesorabilmente soppiantò, per l’indubbio abbassamento dei costi, la carta a mano tradizionale.
Oggi si dice sempre di più che la carta, almeno quella da stampa e da scrivere, è un materiale in declino e sorpassato.
Forse in futuro verrà in parte sostituita dai mezzi elettronici.
Ma ricordate che l’accumulo di conoscenze scientifiche che vi ha portato a poter scrivere sul vostro PC o a leggere un testo su un e-book è stato possibile principalmente dall’invenzione della carta e la conseguente stampa a caratteri mobili.
Senza l’invenzione cinese di Ts’ai Lun, per poter comunicare tramandare il vostro pensiero, dovreste passare ore ad incollare striscette di papiro o rincorrere pecore da scuoiare.

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