mercoledì 13 novembre 2013

Patti Smith


Con la sua voce, rabbiosa, febbrile, dolente, Patti Smith ha incarnato una delle figure femminili più dirompenti della storia del rock.
 I suoi primi lavori, con la mente proiettata nella avanguardie free-form e nelle improvvisazioni jazz e i piedi ben piantati in un primitivismo rock'n'roll, hanno gettato le basi per la nascente new wave. E la sua figura, a metà tra una oscura sacerdotessa e una pasionaria politica, è emersa come una delle più carismatiche del rock al femminile (e non solo). 
"Non ho mai pensato di essere una politica - dice - ma ho sempre voluto comunicare qualcosa. Sono americana e amo i principi su cui si fonda il mio Paese. Abbiamo la libertà, ma sento di avere una grande responsabilità per questo verso il resto del mondo".
 Non era lei, d'altronde, a cantare "Sono un'artista americana e non ho colpe"? E sulla sua parabola artistico-politica, ha recentemente osservato: "Ho avuto il privilegio di crescere in un periodo di rivoluzione culturale. E la musica ne è stata una componente. Forse non sono stata altro che una pedina, ma sono contenta, comunque, di aver contribuito a cambiare qualcosa".

 Patti Smith è sempre stata pervasa dallo spirito dei grandi maudit del rock, da Jim Morrison a Lou Reed, da Janis Joplin a Bob Dylan. Quasi surreale il primo incontro con quest'ultimo, in camerino, dopo un concerto all'Other End. "Ci sono poeti da queste parti?", chiede Dylan. "Non mi piace più la poesia, la poesia fa schifo", lo gela la Smith. Ma il giorno dopo la copertina del "Village Voice" li ritrae abbracciati. E da quel giorno Patti trova in Dylan un amico, oltre che un maestro. 
Oggi l'esile e ossuta cantautrice americana porta addosso i segni di una vita turbolenta. I suoi capelli corvini si sono imbiancati e incorniciano un viso sempre più spigoloso e vivo, ma meno spiritato di un tempo. Come se i due figli e il dolore per la perdita del marito Fred "Sonic" Smith e del miglior amico, il fotografo Robert Mapplethorpe, avessero lenito il suo fervore allucinato.
 Quel fervore che segnò il suo esordio nelle cantine di New York dove Patricia Lee Smith, originaria di Chicago ma cresciuta a Pitman (New Jersey), approdò nel 1967.

 

Prendimi adesso baby qui come sono
 Stringimi forte, prova a capire 
Il desiderio è forte è il fuoco che respiro 
L'amore è un banchetto sul quale ci sfamiamo 
 Avanti ora prova a capire
 Come mi sento quando sono nelle tue mani
 Prendi la mia mano, vieni al riparo 
Loro non possono ferirti ora 
Non possono ferirti ora non possono ferirti ora
 Perché la notte appartiene agli amanti 
Perché la notte appartiene al desiderio 
Perché la notte appartiene agli amanti
 Perché la notte appartiene a noi
 Ho dubbi quando sono sola 
L'amore è uno squillo, il telefono
 L'amore è un angelo travestito come desiderio 
Qui nel nostro letto finché mattino arriva 
Avanti adesso prova a capire 
Come mi sento sotto il tuo comando 
Prendi la mia mano mentre il sole tramonta 
Loro non possono toccarti ora 
Non possono toccarti ora, non possono toccarti ora
 Perché la notte appartiene agli amanti 
 Con l'amore dormiamo 
Con dubbio il circolo vizioso 
Gira e brucia 
Senza di te non posso vivere 
Perdona, questo desiderio acceso
 Io credo che sia ora, troppo vero di sentire
 Cosi toccami ora, toccami ora, toccami ora 
Perché la notte appartiene agli amanti
 Perché stanotte ci sono due amanti 
Se crediamo nella notte, ci fidiamo
 Perché stanotte ci sono due amanti...

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