giovedì 7 novembre 2013
Mangrovie, un ecosistema in pericolo
Le mangrovie sono un ecosistema unico ed essenziale, composto di alberi e caratterizzato da una notevole diversità biologica.
Presenti nelle aree circostanti le foci dei fiumi e lungo le coste tropicali, le mangrovie non rappresentano solo una difesa naturale (ad esempio contro le inondazioni), ma sono altresì aree di riproduzione per molti pesci, ed enormi riserve di carbonio. La progressiva perdita di questo peculiare quanto fondamentale ecosistema unico rischia di tradursi in un grave pericolo per il clima e l’ambiente, ma altresì per l’economia.
Da uno studio denominato “Atlante Mondiale delle Mangrovie”, realizzato con l’obiettivo di giungere ad una valutazione complessiva dello stato di conservazione di tale ecosistema, è affiorato che, a partire dal 1980, si è assistito ad una progressiva e crescente diminuzione delle mangrovie su scala globale. Si calcola infatti che sono scomparse circa una quinta parte di tutte le mangrovie del pianeta.
Nel complesso circa 70 specie di mangrovie si trovano in 123 paesi tropicali e territori sub-tropicali, ma occupano solo 152,000 km quadrati in totale – una superficie leggermente più grande del Nepal.
Dal 1980, il mondo ha perso circa un quinto delle foreste di mangrovie e una fetta considerevole dell’esistente è degradata: la conversione di mangrovie costiere per l’acquacoltura ne rappresenta la causa principale.
Secondo il rapporto si stima che circa il 38% della perdita di mangrovie globale può essere attribuito alla compensazione delle mangrovie per la cultura di gamberetti, mentre un altro 14% è imputabile ad altre forme di acquacoltura.
Tale conversione su larga scala ha avuto gravi e negative ripercussioni sull’ambiente: in regioni dove la pesca intorno alle mangrovie è un’attività che fornisce cibo ed è fonte di reddito per milioni di persone, gli impatti socio-economici di questa conversione sono notevoli.
Inoltre, la deforestazione, gli scarichi agricoli, urbani e industriali, le perdite di petrolio, il dragaggio mal gestito e lo sviluppo costiero, continueranno a prendere un pesante tributo: il rischio è quello di assistere ad un notevole e irreversibile declino economico ed ecologico.
I cambiamenti climatici aggraveranno le pressioni esistenti. Secondo gli autori tra il 5 e il 20% delle zone umide costiere (comprese le mangrovie) andrà perso a causa dell’aumento del livello del mare entro il 2080.
Oggi vi è una crescente consapevolezza dell’importanza delle mangrovie e per questo si stanno compiendo sforzi, da parte dei governi e delle comunità, per ripristinare o ripiantare le mangrovie, così come per migliorare i sistemi giuridici per regolamentarne l’uso futuro.
Le foreste di mangrovie agiscono come riserve di carbonio altamente efficaci, forniscono legname e legna da ardere di valore eccellente, agiscono come una forma di naturale difesa delle coste, riducono il fenomeno dell’erosione, attenuando le onde e riducendo l’altezza di mareggiate.
Numerose valutazioni economiche, attualmente in corso, rivelano i notevoli benefici in termini ecosistemici, anche da singoli servizi quali la pesca.
La Matang Mangrove Forest Reserve in Malesia è il miglior esempio di ecosistema di mangrovie gestito in modo sostenibile. Fondata nel 1902, si estende su una superficie di circa 500 km quadrati, circa il 73% dei quali è considerata foresta produttiva, mentre il resto è classificato come non produttiva o protetta.
Sono consentite esclusivamente le pratiche non distruttive di silvicoltura, la pesca e l’acquacoltura.
L’Atlante Mondiale descrive gli strumenti e le misure immediatamente disponibili per conservare e gestire gli ecosistemi di mangrovie, mettendo in evidenza alcuni esempi tra i più efficaci, suggerendo la necessità di migliorare le strutture legali e politiche, gli strumenti di gestione e di raccolta dati e informazioni, così come gli incentivi economici per promuovere un maggiore comportamento eco-responsabile ed elevare le condizioni di vita a livello locale.
Lo studio evidenzia l’importanza di adottare un’azione globale coordinata in base ad accordi relativi alle biodiversità, alle zone umide, allo sviluppo sostenibile e al cambiamento climatico.
Oggi vi è una chiara comprensione degli interventi di gestione necessari per garantire il futuro delle mangrovie ed esistono numerosi esempi di successo in tutto il mondo, avvalorati da solide e convincenti argomentazioni economiche.
La tendenze della perdita di mangrovie può essere rapidamente rallentata con una buona gestione, con l’adozione di leggi specifiche e con la creazione di un contesto chiaro, con l’obiettivo di invertire i modelli di perdita e produrre notevoli benefici intorno a molte zone costiere.
E’ auspicabile che questo studio possa stimolare un maggiore interesse da parte dei politici in merito al destino di questi preziosi ecosistemi.
Nadia Fusar Poli
http://gaianews.it/
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