venerdì 15 novembre 2013

La dea Terra Pachamama


Pachamama o Mama Pacha, è la dea Terra dei popoli andini del Sudamerica, tuttora venerata dalle genti che ancor’oggi si riconoscono nella cultura Inca.
 Letteralmente Pacha Mama significa in lingua quechua “madre spazio tempo” o "madre universo", tuttuno con madre Terra. 
 Le cime dei monti sono i suoi seni, i fiumi il suo latte di vita e i campi sono il suo fertile grembo. 
 Pachamama dunque è la generosa Dea della fertilità e dell’agricoltura, madre nutriente che dà la vita, ma altrettanto può mostrare il suo lato crudele quando produce terremoti per ricordare ai suoi figli che devono sempre onorarla. 
Pachamama ci riporta ad un tipo di spiritualità della terra immanente, panteistica (dal greco pan: tutto) dove tutto è sacro e divino, la terra è sacra e così gli esseri viventi, in contrapposizione alla spiritualità di tipo trascendente che domina nelle culture di stampo patriarcale.
 Pacha-Mama è la dea Terra di una religione che in se stessa non può definirsi di stampo matriarcale, tantè che i sacerdoti sono uomini, tuttavia si rileva un’attitudine, presente anche presso altri popoli che praticano una religiosità di tipo immanente e non trascendente, a rapportarsi con la terra in un modo meno aggressivo, più rispettoso, sicuramente più sacro, di quanto facciano i popoli con religioni di stampo patriarcale, spesso accompagnate da un razionalismo e utilitarismo che pone il rispetto per l’ambiente e per gli animali tra gli ultimi valori. 
 Si nota inoltre che presso questi popoli cosiddetti “sottosviluppati” ad un maggior rispetto per la terra si affianca anche un ruolo di maggior preminenza sociale che viene assegnato agli anziani, nonché un atteggiamento di maggior attenzione nei confronti delle donne, dei bambini e di tutte le categorie socialmente più deboli. 

Secondo la leggenda Pachamama aveva uno sposo (che era anche suo fratello), Pachakamac, lo spirito che permette la crescita di tutte le cose, il padre dei cereali,degli animali terrestri, degli uccelli e degli esseri umani. Dalla loro unione nacquero due gemelli, un maschio e una femmina. Come in altri miti andini, il padre morì oppure, secondo altre leggende sparì in mare e rimase prigioniero di un incantesimo in un'isola del litorale. Pachamama rimase vedova e sola con i suoi figli.


Sulla Terra regnava l'oscurità. 
In lontananza videro una luce che seguirono salendo montagne, attraversando lagune e combattendo contro mostri. Infine arrivarono in una grotta conosciuta come Waconpahuin, abitata da un uomo chiamato Wakon. 
Questi aveva sul fuoco una patata e una pentola di pietra. Chiese ai due figli di Pachamama di andare a prendere l'acqua. I due tardarono e Wakon tentò di sedurre Pachamama. Vistosi rifiutato la uccise, divorò il suo corpo e mise i resti in una pentola. 
I due gemelli tornarono e chiesero della madre. Wakon non raccontò nulla e disse loro che sarebbe tornata a momenti, ma i giorni passavano e la madre non tornava.
 Huaychau, uccello che annunciava l'alba, ebbe compassione dei due gemelli e raccontò la verità sulla loro madre, mettendoli in guardia del pericolo che correvano rimanendo con Wakon. 
 I bambini allora legarono i capelli di Wakon ad una grossa pietra mentre questi stava dormendo e scapparono in fretta e furia. Incontrarono una volpe, Añas, che dopo aver chiesto loro il motivo del loro fuggire, li nascose nella sua tana. 
Nel frattempo Wakon si liberò e si mise in cerca dei gemelli. Incontrò dapprima vari animali a cui chiese se avevano visto due gemelli, ma nessuno seppe aiutarlo. Incontrò, infine, Añas. Questa gli disse che i bambini erano in cima ad una montagna e che avrebbe potuto, una volta in cima, imitare la voce della madre in modo che i bambini uscissero allo scoperto. 
Wakon si mise a correre affannosamente verso la cima e non si accorse della trappola che nel frattempo l'astuta volpe Añas gli aveva teso. 
 Wakon cadde da un burrone e, morendo, causò un violento terremoto. 
I gemelli rimasero con Añas che li alimentava con il suo sangue. Nauseati chiesero se potevano andare a raccogliere qualche patata. Trovarono un'"oca" (Oxalis Tuberosa, un tubero simile alla patata) assomigliante ad una bambola, con cui giocarono finchè si ruppe un pezzo. 
 Allora i bambini smisero di giocare e si addormentarono. Nel sonno la femmina sognò di lanciare il suo cappello in aria e che questo rimanesse sospeso senza ricadere. La stessa cosa accadeva, nel sogno, ai suoi vestiti. Una volta sveglia raccontò il sogno al fratello. Mentre i bambini si domandavano il significato del sogno, videro in cielo una corda lunghissima. 
 Incuriositi si arrampicarono e salirono. Alla cima della corda videro il loro padre, Pachakamac, impietosito per le loro disavventure. 

Riuniti al loro padre, vennero trasformati nel sole e nella luna. Per quello che riguarda Pachamama, essa rimase sempre in basso, assumendo la forma di un imponente nevaio chiamato, anche oggi, La Viuda (la vedova).

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