mercoledì 30 ottobre 2013
Quattromila euro mai saldati per i lavori nella villa a Mergo
Il vivaista: dovevo intestarla al Viminale.
Poi è arrivato lo stop" MERGO (Ancona)
«Voi che fate un sacco di inchieste perché non indagate sui lavori a casa della Boldrini a Mergo?».
L’imbeccata ci arriva via telefono.
L’interlocutore è rigorosamente anonimo, l’accento marchigiano. Sui primi indizi troviamo solo parziali riscontri.
Così partiamo all’alba da Roma, direzione appunto Mergo, a pochi chilometri da Ancona, per capirne di più.
L’indicazione fa riferimento a lavori di giardinaggio presumibilmente non pagati nella casa della famiglia Boldrini, dove ci vive un fratello, non la presidente della Camera.
Davvero siepi, reti e pali sono stati pagati con i soldi degli italiani? Vediamo di scoprirne di più.
L’indiscrezione trova timide conferme nel chiacchiericcio dei compaesani che ci invitano ad andare a chiedere al vivaio di zona che avrebbe portato a termine il montaggio delle piante sintetiche sul perimetro dell’abitazione.
Per raggiungere casa dove saltuariamente fa capolino la Boldrini si percorrono quattro chilometri in salita, curve a gomito, si attraversa il paese e si sbuca in cima alla collina.
Un’oasi di verde, un panorama incantevole e una casa altrettanto elegante.
E una chiesa adiacente che sovrasta la vallata e l’abitazione.
Di proprietà della famiglia. Poco più giù, il vivaio che ha portato a termine i famosi lavori.
Un grande capannone con furgoni parcheggiati pieni di piante da trasportare e rami da gettare.
Appena ci presentiamo e facciamo cenno alla Boldrini, sul volto del titolare dell’azienda si stampa un ghigno amaro.
L’uomo non esita a raccontarci come starebbe la situazione, ovvero se quei lavori sono stati pagati e chi li ha pagati.
Soprattutto ci spiega la storia della fattura che è stata emessa per pagare la siepe della villa dove vive il fratello.
«La fattura è in sospensione - racconta il titolare dell’azienda - ancora devono decidere a chi intestarla.
Mi hanno detto di intestarla al Viminale, poi non so più che cosa è accaduto.
Fatto sta che, ad oggi, aspetto ancora di sapere a chi la devo intestare e, soprattutto, aspetto che qualcuno mi paghi».
Il tempo passa ma l’orizzonte è sempre lo stesso. «La fattura è stata emessa e adesso dobbiamo metterci l’intestazione, ma qui nessuno si fa vivo.
Finché non c’è questo cambiamento, non ci pagano - continua a raccontare -.
Quando abbiamo fatto i lavori era nato questo problema del pagamento, anche da parte dei cittadini.
Io non so chi pagherà, sarebbe giusto che paghi lei con i suoi soldi. I contribuenti hanno ragione a lamentarsi.
Non so come andrà a finire, non so che dire, è da agosto che aspettiamo, intanto noi saremno costretti a pagarci l’Iva».
Di un’iniziale indicazione di pagamento direttamente alla Camera, il vivaista non sa niente.
Dunque non può confermare o smentire quanto si vocifera in merito al «no» che uno dei questori della Camera pronunciato quando la fattura è stata inoltrata.
Al Viminale bocche cucite.
Un vero giallo.
Dunque il vivaio ancora non ha ricevuto neanche un centesimo, ma la casa è già stata allestita con tanto di siepe sintetica e recinto. L’azienda che ha compiuto i lavori si trova a Castelplinio, a una manciata di pochi chilometri da Mergo.
Quando arriviamo in cima alla collina, si sente soltanto l’abbaiare di un cane di una villa vicina a quella della parlamentare.
Le finestre sono quasi tutte chiuse. In quello spaccato delle Marche non transita neanche una vettura per decine di minuti.
Soltanto qualche gatto si affaccia dalla siepe mai pagata.
Dietro il grande cancello d’ingresso della villa c’è il parco, curato, pieno di alberi e piante. Lì ci trascorre le sue giornate il fratello della Boldrini.
Le siepi, quindi, perché sono state installate? Per motivi di sicurezza di chi? Per proteggere il fratello del presidente della Camera?
O per evitare che qualcuno possa guardare dentro il giardino quando la terza carica dello Stato va a trovare il suo familiare?
A queste domande non c’e ancora una risposta.
L'unica certezza è che i lavori sono costati 4.360 euro e che ancora non sono stati versati al vivaio «Natura Garden».
Dall’azienda di piante e accessori da giardino i ghigni non mancano di certo. Anche se il denaro non lo hanno intascato sono certi che «qualcuno», anche grazie a questo articolo, presto salderà il conto. Motivi di sicurezza o no, l’abitazione adesso è ben protetta da occhi indiscreti.
C’è silenzio intorno a casa Boldrini, un silenzio che sembra coincidere con quello che preoccupa i titolari del vivaio in attesa di essere pagati.
Ma da chi?
Augusto Parboni di: Energia Plurale
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