giovedì 31 ottobre 2013

mercoledì 30 ottobre 2013

Londra: Halloween con Harry Potter


Halloween non è soltanto la notte delle zucche, del terrore e delle creature mostruose. E' anche la festa delle stregonerie e degli incantesimi e sono sicuramente moltissimi i bambini che desidererebbero trascorrerla proprio nel regno della magia, circondati, magari, da Harry Potter e i suoi amici.
 Il maghetto nato dalla penna dell'ormai famosissima J.K. Rowling ha conquistato grandi e piccini con le sue avventure ed ha preso vita sugli schermi cinematografici in una saga che ha sbancato i botteghini in tutto il pianeta. 
Il mondo incantato del giovane destinato a salvare le sorti di maghi e babbani dalle mire di Colui Che Non Può Essere Nominato è ormai diventato familiare a lettori e cinefili di ogni continente e non c'è fan a cui non piacerebbe immergersi almeno per qualche ora nelle atmosfere che hanno fatto da sfondo alle avventure dei piccoli protagonisti.


Tutto questo è ormai possibile da più di un anno perchè Hogwarts ora esiste davvero e si trova proprio vicino Londra, città natale del maghetto.
 La Warner Bros ha, infatti, aperto i set cinematografici che hanno dato un volto ai personaggi e ai luoghi della saga ed ha ricreato al loro interno gli ambienti in cui la storia ha preso vita.
 Il tour svela non soltanto le location dei film ma permette di scoprire i costumi ed alcuni curiosi retroscena che svelano come è stato possibile realizzare trucchi ed effetti speciali.
 La visita dura circa tre ore ma ci si può liberamente soffermare nei propri luoghi preferiti che siano i dormitori di Grifondoro, i negozi di Diagon Alley, lo studio del preside Albus Silente o l'accogliente capanna di Agrid.
 A Leavesden, a soli 30 chilometri dalla capitale britannica, l'incanto prende vita ogni giorno e si trasforma in un'interessante esperienza per tutti coloro che hanno amato la saga , ma anche per chi apprezza le tecniche cinematografiche e le loro applicazioni.


In un luogo in cui la magia è di casa come a The Making of Harry Potter, una festa stregata come Halloween non può certo passare inosservata ed è infatti già dal 19 ottobre che gli studios si sono ammantati di una veste terrificante per ricreare inquietanti atmosfere degne dell'evento.
 L'iniziativa, che prende il nome di Ghostly Goings-On, proseguirà fino al 3 novembre e chi si trova a Londra per il ponte di Ognissanti può approfittarne per vivere un'esperienza davvero fuori dagli schemi.


Si può assistere a dimostrazioni dal vivo su come sono stati realizzati gli effetti speciali più disgustosi della saga, come il viscido muco dei trolls, o la saliva appiccicosa del cane a tre teste o ancora il sangue argentato degli unicorni, oppure si possono esplorare le location dei film decorate ed addobbate per l'occasione. 
E se la Sala Grande di Hogwarts è vestita a festa con zucche e montagne di dolciumi proprio come in Harry Potter e la Pietra Filosofale, un'oscura Diagon Alley accoglie i visitatori che hanno il coraggio di passeggiare tra le schiere inquietanti dei Mangiamorte di Lord Voldemort che invadono negozi e strade portando con sé musiche sinistre che risuonano nel buio. 
Chi riuscirà a sopravvivere al terrore potrà nuovamente rifugiarsi nella Sala Grande dove sono stati ricreati ad arte i costumi di alcuni dei fantasmi che popolano il castello di Hogwarts come Nick Quasi Senza Testa e Mirtilla Malcontenta.

 lastampa.it

Emergenza Halloween: gatti neri sacrificati in rituali esoterici e satanici.

Si invitano le associazioni a non effettuare adozioni fino al 2 novembre

Benché non sia affatto una ricorrenza italiana, è cominciato anche da noi il conto alla rovescia per Halloween.
Mentre chi organizza eventi comincia a farsi due conti sui proventi da incassare, c’è chi per le strade o tramite le associazioni fa razzia di gatti neri da sacrificare in assurdi rituali senza preoccuparsi che l’uccisione di un gatto posta in relazione ad un sacrificio è da considerarsi un reato a tutti gli effetti.
Non è un caso che proprio stamattina mi sia arrivata una mail in cui mi chiedono di incitare canili, rifugi o associazioni a non dare in adozione i gatti, specialmente quelli neri.
Questi rituali, per quanto possano sembrare fantasie di una mente distorta, in realtà sono effettuati durante tutto l’anno ma in occasione di Halloween s’intensificano: si stima che ogni anno spariscano circa 35000 gatti.
Pertanto, chi è realmente interessato ad adottare un gatto capirà certamente le motivazioni dell’associazione contattata, che sicuramente si impegnerà nuovamente nel cercare una famiglia immediatamente dopo il 2 novembre.
Lo scopo delle associazioni e dei rifugi è quello di assicurarsi che le persone che richiedono un gatto in adozione siano realmente amanti degli animali.
Messe nere e altri rituali satanici/esoterici sono sottovalutati troppo spesso. Secondo Lorenzo Croce, presidente dell'associazione animalista Aidaa: «Saranno migliaia i gatti uccisi e sacrificati da gruppi di satanisti fai da te, in un non ben definito rito della magia nella notte delle streghe.
Le zone italiane più a rischio sono Terni e Perugia, dove lo scorso anno abbiamo beccato un gruppo che faceva un rito esoterico dentro una chiesa sconsacrata.
Altri luoghi off limits sono il Piemonte, il varesotto, la zona a cavallo tra Viterbo e Roma (in particolare nella zona boschiva sita tra i comuni di Mazzano Romano e Calcata).
I luoghi preferiti dove consumare questi sacrifici,infatti, sono cimiteri, ex chiese sconsacrate e boschi».
Per fronteggiare il fenomeno nei giorni a cavallo del 31 ottobre l'Aidaa ha organizzato ronde formate da gruppi di quattro persone che vigileranno su sessanta obiettivi (quelli dove sanno con certezza che si svolgono riti satanici) per controllare che non si verifichino ancora sacrifici di gatti neri o altri animali.
L’associazione inoltre invita tutti i possessori di felini neri a tenerli in caso sotto stretto controllo.
In questi giorni sono già aumentate le segnalazioni di ritrovamenti di resti animali di gatti, galline e caprette in luoghi utilizzati per macabri rituali.
Lorenzo Croce ha dovuto inviare un esposto alla procura della Repubblica di Roma e di Viterbo segnalando la presenza di gruppi satanisti nella zona della valle del Treja oltre che nella zona del lago di Bolsena dal momento che gli stessi residenti hanno più volte lamentato la presenza di gruppi satanisti in queste zone.
«Circa 5-6mila gatti ogni anno sono utilizzati per riti satanici ed esoterici dagli oltre 800 gruppi satanisti esistenti nel nostro Paese con un totale di circa 600mila adepti – scrive l'Aidaa in una nota – dei quali oltre la metà usa sacrificare animali ed in particolare gatti neri.
Senza contare poi che la stragrande maggioranza dei gatti rapiti e uccisi in Italia, sono destinati al mercato della pellicceria abusiva a basso prezzo».
Pubblicato da Giusy Del Salvatore

Return to Innocence - Enigma

TESTO
amore-devozione
sensazioni-emozioni
non essere spaventato di essere debole
non essere troppo fiero di essere forte
guarda solo nel tuo cuore amico mio
e sarà il ritorno a te stesso
il ritorno all'’innocenza
se vuoi,inizia a ridere
se devi, inizia a piangere
sii te stesso non ti nascondere
credi nel destino
non preoccuparti di ciò che dice la gente
segui solo la tua strada
non rinunciare a perdere
la possibilità del ritorno all'’innocenza
non è l’inizio della fine è il ritorno a te stesso
il ritorno all'’innocenza

Alcune notizie che i media non danno



La mostruosa ipocrisia dell'Europa civile e cosmopolita, pronta a sostenere guerre continue strumentalizzando il flusso dell'immigrazione a uso e consumo.
Continua così il saccheggio delle risorse della terra d'Africa, lucrando e sfruttando gli immigrati e nel contempo indebolendo i tessuti nazionali  e minando il nazionalismo dei territori invasi.

Cavoli e broccoli: proprietà e benefici

I cavoli appartengono alla famiglia delle crocifere, (il nome deriva dalle quattro foglie a forma di croce) varietà Brassica. La parte commestibile di queste piante è rappresentata dalle foglie (cavolo cappuccio, verza, cinese, cavolini di Bruxelles) o le infiorescenze ancora immature (broccoli, broccoletti, cavolfiore).
 I cavoli sono un alimento molto importante poiché grazie al loro sapore caratteristico, le poche calorie e le molte proprietà, ben si prestano a essere inseriti in molte ricette.
 Cavoli e broccoli sono tipici ortaggi invernali, stagione in cui la qualità è migliore e i prezzi più bassi. Tuttavia sono disponibili tutto l'anno, a prezzi maggiori. 
Il cavolo broccolo e il cavolo broccolo ramoso, entrambi chiamati broccoli, sono due piante appartenenti alla famiglia dei cavoli la cui parte commestibile è costituita dalle inflorescenze non ancora mature.


Il cavolo contiene una grande quantità di vitamine: protovitamina e vitamina A, vitamine B1, B2, B9 (acido folico), PP, C, ( a parità di peso il cavolo rapa ne contiene più delle arance), K, U. 
Molto ampia la gamma di minerali: in primis fosforo, calcio, ferro, zolfo, potassio, rame, magnesio, iodo, e arsenico. 
Molto preziose le sue mucillagini, soprattutto per quel che riguarda la cura delle coliti ulcerose, ed altrettanto significativa la sua alta percentuale di clorofilla, che aiuta l'organismo nella produzione di emoglobina contrastando così le varie forme di anemia. 
Da sottolineare, in cavoli e broccoli, la presenza di antiossidanti e di indoli che si formano quando le pareti cellulari di questi vegetali vengono spezzate o dal taglio del coltello o dalla masticazione.


Secondo le ultime ricerche, chi consuma molti cibi ricchi di vitamina C, vitamina E e carotene, è molto meno esposto a malattie cardiovascolari, ictus e cataratta. 
Gran parte delle piante crocifere sono ricche di potassio che ha un ruolo importante nella regolazione della pressione arteriosa. 
L'aspetto più importante dei cavoli e dei broccoli è rappresentato dal fatto che, sempre stando alle ultime ricerche mediche, un regolare consumo di questi vegetali, può dimezzare il rischio di sviluppare vari tipi di tumore in particolare dei polmoni e del colon. 

Uno studio condotto presso l'univerità della California di Santa Barbara ci rivela cosa accade a livello cellulare; broccoli, cavoli, ravanelli, contengono alcuni composti chimici, chiamati isotiocianati, che danno inizio ad un meccanismo che è in grado di bloccare il diffondersi e la proliferazione delle cellule tumorali.

 Altre ricerche condotte in Giappone hanno dimostrato che gli isotiocianati presenti in cavoli e broccoli sono altresì in grado di bloccare i melanomi.
 Oltre alle proprietà antitumorali, i broccoli giovano anche alla salute del cuore; questo quello che risulta da studi effettuati su topi all'università del Connecticut. 
Per concludere, possiamo affermare che introdurre i broccoli ed i cavoli nella nostra dieta abituale potrebbe rivelarsi molto utile contro l'insorgenza di tumori al colon, al pancreas, all'utero, alla gola, ai polmoni, all'esofago, e allo stomaco, questo stando alle dichiarazione degli scienziati del World Cancer Research Found. 

Come abbiamo visto, cavoli, broccoli e altri vegetali appartenenti alla famiglia delle Crocifere sono rinomati per le loro proprietà di ridurre il rischio di tumori; tuttavia i ricercatori ora avvertono che cuocere, lessare queste verdure potrebbe compromettere le loro proprietà e virtù benefiche. 
Due ricercatori dell'Università di Warwick hanno acquistato cavoli e broccoli ed hanno effettuato dei test per valutare l'impatto dei diversi metodi di cottura.
 La lessatura è risultata il metodo di cottura con i maggiori effetti negativi sulle proprietà dei cavoli e dei broccoli: dopo mezz'ora di bollitura i broccoli avevano perso il 77% delle loro proprietà benefiche mentre per i cavoli la percentuale si aggirava intorno al 65%.
 Al contrario la cottura al microonde e la cottura al vapore non hanno segnalato perdite significative. 
Da evitare il surgelamento di cavoli e broccoli in quanto determina una perdita del 30% del contenuto di glucosinato. 

Il succo di cavolo crudo, magari mischiato a quello di carota con un po' di limone, è un vero rinvigorente nelle situazioni di estremo affaticamento e di carenze vitaminiche; utile nelle situazioni di estremo nervosismo ed eccessiva irritabilità, utile per riequilibrare le condizioni della pelle e del cuoio capelluto, per liberare l'intestino da vermi o parassiti e in caso di asma e pertosse. 
Logicamente anche crudi, cavolo, e broccoli esercitano quasi le stesse proprietà del loro succo, con il vantaggio che mangiati crudi sono più appetitosi che berne invece il succo. 

 Il cavolo cotto, con l'acqua di cottura e un'eventuale aggiunta di miele è molto utile contro gli abbassamenti di voce, il raffreddore, l'asma e la bronchite. 
La sola acqua di cottura è benefica in caso di diarrea e dissenteria, ma anche in caso di stitichezza. In caso di sbronza, per alleviare gli effetti del "giorno dopo", è consigliabile un brodo concentrato di cavolo, gli effetti sono garantiti.

Quattromila euro mai saldati per i lavori nella villa a Mergo



Il vivaista: dovevo intestarla al Viminale.
Poi è arrivato lo stop" MERGO (Ancona)
«Voi che fate un sacco di inchieste perché non indagate sui lavori a casa della Boldrini a Mergo?».
L’imbeccata ci arriva via telefono.
L’interlocutore è rigorosamente anonimo, l’accento marchigiano. Sui primi indizi troviamo solo parziali riscontri.
Così partiamo all’alba da Roma, direzione appunto Mergo, a pochi chilometri da Ancona, per capirne di più.
L’indicazione fa riferimento a lavori di giardinaggio presumibilmente non pagati nella casa della famiglia Boldrini, dove ci vive un fratello, non la presidente della Camera.
Davvero siepi, reti e pali sono stati pagati con i soldi degli italiani? Vediamo di scoprirne di più.
L’indiscrezione trova timide conferme nel chiacchiericcio dei compaesani che ci invitano ad andare a chiedere al vivaio di zona che avrebbe portato a termine il montaggio delle piante sintetiche sul perimetro dell’abitazione.
Per raggiungere casa dove saltuariamente fa capolino la Boldrini si percorrono quattro chilometri in salita, curve a gomito, si attraversa il paese e si sbuca in cima alla collina.
Un’oasi di verde, un panorama incantevole e una casa altrettanto elegante.
E una chiesa adiacente che sovrasta la vallata e l’abitazione.
Di proprietà della famiglia. Poco più giù, il vivaio che ha portato a termine i famosi lavori.
Un grande capannone con furgoni parcheggiati pieni di piante da trasportare e rami da gettare.
Appena ci presentiamo e facciamo cenno alla Boldrini, sul volto del titolare dell’azienda si stampa un ghigno amaro.
L’uomo non esita a raccontarci come starebbe la situazione, ovvero se quei lavori sono stati pagati e chi li ha pagati.
Soprattutto ci spiega la storia della fattura che è stata emessa per pagare la siepe della villa dove vive il fratello.
«La fattura è in sospensione - racconta il titolare dell’azienda - ancora devono decidere a chi intestarla.
Mi hanno detto di intestarla al Viminale, poi non so più che cosa è accaduto.
Fatto sta che, ad oggi, aspetto ancora di sapere a chi la devo intestare e, soprattutto, aspetto che qualcuno mi paghi».
Il tempo passa ma l’orizzonte è sempre lo stesso. «La fattura è stata emessa e adesso dobbiamo metterci l’intestazione, ma qui nessuno si fa vivo.
Finché non c’è questo cambiamento, non ci pagano - continua a raccontare -.
Quando abbiamo fatto i lavori era nato questo problema del pagamento, anche da parte dei cittadini.
Io non so chi pagherà, sarebbe giusto che paghi lei con i suoi soldi. I contribuenti hanno ragione a lamentarsi.
Non so come andrà a finire, non so che dire, è da agosto che aspettiamo, intanto noi saremno costretti a pagarci l’Iva».
Di un’iniziale indicazione di pagamento direttamente alla Camera, il vivaista non sa niente.
Dunque non può confermare o smentire quanto si vocifera in merito al «no» che uno dei questori della Camera pronunciato quando la fattura è stata inoltrata.
Al Viminale bocche cucite.
Un vero giallo.
Dunque il vivaio ancora non ha ricevuto neanche un centesimo, ma la casa è già stata allestita con tanto di siepe sintetica e recinto. L’azienda che ha compiuto i lavori si trova a Castelplinio, a una manciata di pochi chilometri da Mergo.
Quando arriviamo in cima alla collina, si sente soltanto l’abbaiare di un cane di una villa vicina a quella della parlamentare.
Le finestre sono quasi tutte chiuse. In quello spaccato delle Marche non transita neanche una vettura per decine di minuti.
Soltanto qualche gatto si affaccia dalla siepe mai pagata.
Dietro il grande cancello d’ingresso della villa c’è il parco, curato, pieno di alberi e piante. Lì ci trascorre le sue giornate il fratello della Boldrini.
Le siepi, quindi, perché sono state installate? Per motivi di sicurezza di chi? Per proteggere il fratello del presidente della Camera?
O per evitare che qualcuno possa guardare dentro il giardino quando la terza carica dello Stato va a trovare il suo familiare?
A queste domande non c’e ancora una risposta.
L'unica certezza è che i lavori sono costati 4.360 euro e che ancora non sono stati versati al vivaio «Natura Garden».
Dall’azienda di piante e accessori da giardino i ghigni non mancano di certo. Anche se il denaro non lo hanno intascato sono certi che «qualcuno», anche grazie a questo articolo, presto salderà il conto. Motivi di sicurezza o no, l’abitazione adesso è ben protetta da occhi indiscreti.
C’è silenzio intorno a casa Boldrini, un silenzio che sembra coincidere con quello che preoccupa i titolari del vivaio in attesa di essere pagati.
Ma da chi?

Augusto Parboni di: Energia Plurale
Dovremmo imparare a sorridere ogni mattina… 

Dovremmo alzarci dal letto, pensando che quel giorno può essere un giorno perfetto.
Non importa se piove…
non importa se non ti va…
non importano i se e i perché…
l’importante è che provi a sorridere, anche quando ti sembra inutile.
Non si sa mai che qualcuno potrebbe innamorarsi del tuo sorriso!
Fabio Volo

martedì 29 ottobre 2013

Il palazzo-fortezza nel cielo - Ceylon



La rocca di Sigiriya, una magnifica città palazzo costruita ad abbracciare un monolito di arenaria che si erge per 200 metri sopra la fitta foresta tropicale, nel cuore dell’isola di Ceylon, ha l’aspetto di un paradiso in terra.
Quella che fu la sede del regno singalese tra il 477 e il 495 sorse però a causa di un crimine tra i più odiosi: il parricidio.
Come racconta il Mahavamsa, il più antico testo di storia singalese, infatti, a volerla fu Kasyapa I, il sovrano che usurpò il legittimo trono del fratellastro Mogallana, dopo aver ucciso il padre Dhatusena I, appendendolo a testa in giù in una tomba mentre era ancora in vita.

Dopo l’atroce delitto, Kasyapa I fuggì da Anuradhapura, allora capitale del regno, alla volta di Sigiriya.
Ai piedi della montagna fece costruire un insieme ordinato di giardini, delimitati da muretti e fossati colmi d’acqua, e punteggiati di piscine, fontane -alcune delle quali ancora oggi in funzione durante la stagione delle piogge- e padiglioni per ospitarvi le truppe, i dignitari di corte e uno stuolo di concubine.

Poco più in su, invece, fece realizzare un giardino roccioso, il cui aspetto apparentemente selvaggio era ed è, in voluta contrapposizione con la perfetta simmetria di quelli sottostanti.
Vi trovarono posto, in una grotta, la sala delle udienze con un trono scavato nella roccia 5 metri, varie cisterne per la raccolta dell’acqua e un piccolo teatro dove si tennero le prime rappresentazioni di musica e poesia della storia dell’isola di Ceylon.

Circa 1500 graffiti con brevi componimenti poetici e frasi d’amore ricoprivano invece il Kat Bitha, il muro –staccato e reso lucido come uno specchio- della galleria che conduce all’ingresso del palazzo reale di Kasyapa I.
Qui un portale monumentale in mattoni e legno ricoperto di stucco, a forma di leone – di cui oggi restano le zampe con gli artigli- introduceva a una vertiginosa scalinata costruita sulla parete verticale del monolito roccioso, dove venne dipinto il corteo delle fanciulle.

In cima si trovava la dimora del re e della regina, abbellita da giardini e piscine.
Oggi ne restano solo le fondamenta, così come l’antica scalinata è stata sostituita da una più sicura struttura metallica, ma il panorama merita la fatica della salita.

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Kasyapa I visse negli agi del palazzo di Sigiriya per quasi 18 anni, tanti quanti ne furono necessari a Mogallana per organizzare un potente esercito e marciare alla volta della rocca.
Pur di non cadere prigioniero del fratellastro, Kasyapa I si suicidò, e la sua fine segnò quella di Sigiriya.
Anuradhapura tornò a essere la capitale del regno e, fino al XIV secolo, quello che era stato un luogo di piaceri terreni venne occupato da una comunità ascetica di monaci.

Il crisocione


Il crisocione (Chrysocyon brachyurus) è un canide del Sudamerica. È l'unica specie del genere Chrysocyon. 
Studi recenti hanno dimostrato che il crisocione non è strettamente imparentato con i canidi diffusi attualmente: rappresenterebbe perciò una delle specie "sopravvissute" dei grandi mammiferi sudamericani del Pleistocene. 
Il nome del genere Chrysocyon deriva dal greco e significa letteralmente "cane dorato".


Diversamente dagli altri canidi (lupo, licaone, cuon) il crisocione non vive in branchi e non caccia grosse prede.
 È un animale molto timido che raramente attacca o anche semplicemente incontra l'uomo. 
Vive in coppia solo quando si tratta di allevare la prole. La gestazione dura 67 giorni e la femmina può partorire fino a 6 cuccioli.


Il crisocione è solito cacciare di notte. Prede abituali sono lepri, uccelli e roditori. 
La frutta, come si vede dai molari particolarmente adatti allo scopo, costituisce una componente importante della dieta, in particolare la pianta di pomodoro selvatico (Solanum lycocarpum, anche detta frutto del lupo o "lobeira") senza la quale l'animale morirebbe di infezioni renali. 
Proprio per questo il crisocione contribuisce attraverso i suoi escrementi a disperdere i semi della pianta. Si può dunque parlare di una vera e propria simbiosi, che coinvolge anche alcune specie di formiche.
 Il crisocione caccia con balzi improvvisi (tecnica già usata dalla volpe)


Il crisocione è sempre stato assai raro nel suo areale geografico, e ovviamente il degrado ambientale non lo sta agevolando, anche perché non si adatta di buon grado alla presenza umana.
 È diffuso nel Brasile meridionale (dove è chiamato "lobo-guarà" o lupo rosso), Paraguay, Bolivia e nella zona orientale delle Ande.


È una specie a rischio di estinzione (in Uruguay e nel nord dell'Argentina è già scomparso) anche se la lista dell'IUCN lo considera a basso rischio.
 È un animale molto ambito negli zoo, dove già nel 1967 venne ottenuto un primo parto in cattività ma i piccoli, non curati dalla madre, non sopravvissero. 10 anni più tardi vi erano una novantina di esemplari negli zoo, con circa un terzo nato in cattività, i parti erano una decina l'anno ma spesso i piccoli non sopravvivevano.

José Mujica, il presidente più povero del mondo


“Voglio vivere come il mio popolo”
Il capo di stato dell'Uruguay risponde alle domande di Al Jazeera sorseggiando mate nella sua casa di contadino pochi giorni dopo il via libera alla legalizzazione della produzione, vendita e consumo di marijuana.
"Un presidente deve servire la sua gente.
Per me i poveri sono coloro che hanno bisogno di troppo, perché vivono perennemente nell'insoddisfazione".
José Mujica, il presidente più povero del mondo:
Dimenticate le sale affrescate, le poltrone di velluto, gli abiti firmati e le auto blu.
Dimenticate le foto dei rotocalchi sulle vacanze in yacht dei nostri politici, la compagnia di avvenenti signorine e il corteo di guardie del corpo.
Provate ora a immaginare un uomo minuto – di fronte a una giornalista internazionale – vestito con un semplice maglione, seduto al tavolo di una casa umile, mentre sorseggia del mate versandolo da un thermos di plastica.
E ora pensate che quell'uomo è un capo di Stato.
Per l'esattezza José Mujica, il presidente più povero del mondo, balzato negli ultimi giorni all'onore delle cronache di tutto il mondo per aver permesso per la prima volta la legalizzazione totale della marijuana.
La legge, approvata alla Camera bassa, dovrebbe arrivare in Senato entro la fine dell'anno: se verrà approvata l'Uruguay diventerà il primo paese al mondo a regolamentare la produzione, vendita e il consumo libero di “erba” tra le persone adulte.
Una proposta che funge anche da banco di prove e potrebbe in futuro essere esportata in tutta l'America Latina, dove sono numerosi i governi di sinistra.
Dal Brasile al Venezuela, dall'Ecuador all'Argentina.

Mujica risponde alle domande di una giornalista di Al Jazeera, rivendica la sua scelta di liberalizzare il consumo di marijuana e spiega che ogni altra soluzione proibizionista nel mondo si è rivelata fallimentare.
Poi non perde l'occasione per denunciare la “leggerezza” dell'Onu, incapace di pacificare vaste aree del pianeta.
“Il dio mercato organizza ormai le nostre economie, le scelte politiche, le nostre abitudini di vita e addirittura fissa tariffe anche per la felicità.
Sembra che siamo nati esclusivamente per consumare: quando non possiamo più farlo il sentimento che proviamo è di frustrazione”. Per questo di fronte alle telecamere di Al Jazeera Pepe Mujica rivendica ancora la sua scelta di vivere in povertà e rinunciare alle abitazioni lussuose che spettano ai capi di stato uruguayani. “Chi critica la mia scelta è il vero povero.
Per me i poveri sono coloro che hanno bisogno di troppo, perché vivono perennemente nell'insoddisfazione”.
E infine aggiunge:
“Per me un presidente è un uomo al servizio della repubblica. E' un funzionario, non un re, né un Dio.
Come tale deve essere sostituito al termine del suo lavoro.
Io sono contrario alla ri-elezione.
Non sopporterei di possedere terreni e altri beni di lusso.
Credo che un presidente debba vivere come vive la maggioranza della popolazione, che deve servire e anche rappresentare”.
Ma Mujica non si esime dal commentare lo scandalo che sta travolgendo gli Stati Uniti sullo spionaggio degli altri Paesi del mondo.
“L'America ha paura, molta paura, perché nella sua storia si è creata molti nemici.
Chi ha nemici ha paura.
Ma il ventre dell'America Latina sta conquistando anche la società americana.
Tutto è destinato a cambiare”.

Anche il nostro Presidente napolitano vive così

Qui a casuccia sua 

Qui In parata magma- magma



Qui Con modesto abitino da lavoro

PICCOLE INSIGNIFICANTI DIFFERENZE  TRA DUE UOMINI AL COMANDO DI UNA NAZIONE

Mujica riceve dallo stato uruguaiano un appannaggio di 12.000 dollari al mese per il suo lavoro alla guida del paese, ma ne dona circa il 90% a favore di organizzazioni non governative ed a persone bisognose.
La sua automobile è un Maggiolino degli anni '70.
Vive in una piccola fattoria nella periferia di Montevideo: ha infatti rinunciato a vivere nel palazzo presidenziale.
Ha rifiutato sia la scorta che la macchina di stato.
Il resto del suo stipendio è di circa 1.500 dollari; in un'intervista il presidente ha dichiarato: "Questi soldi mi devono bastare perché ci sono molti uruguaiani che vivono con molto meno!

Modi , la city car che diventa uno scooter o una bicicletta


Prendi uno scooter, rigorosamente elettrico e trasformalo in un'auto quando serve. Bacchetta magica? Non occorre, basta MoDi. Moving Different è la concept car ideata da Joe Sardo e Daniele Serio, formata da uno scooter ecologico che si inserisce nell’abitacolo per agganciarsi al pianale, attraverso appositi pistoni meccanici. Il tutto accompagnato da due bici richiudibili. 
 In questo modo, lo speciale aggancio collega i dispositivi elettrici e le luci, il tutto alimentato dalla batteria dello scooter. Ma non è tutto. Due biciclette richiudibili vengono agganciate ai lati dell’abitacolo, per formare le ruote posteriori della city car. 
“Modi è una city car senza sedili, sterzo, ruote, motore, quindi non più una somma di parti meccaniche organiche al telaio e indissolubili da esso, ma una somma di parti multi-utilizzative con logica modulare. MODI è una piattaforma (city car) che viene guidata in sella ad uno scooter che entra nell'abitacolo per agganciarsi al pianale, appositamente sagomato” spiegano su Facebook gli ideatori. 
 La filosofia alla base del progetto è quella modulare, basata su due differenti logiche, illustrate da Sardo e Serio. In primo luogo, quella dell'addizione. 
Piove? Fa freddo? Oppure la capacità di carico dello scooter non soddisfa? Ho bisogno di un'automobile? Detto fatto. Basta inserire nella piattaforma city-car MODI lo scooter e le biciclette. 
Si sta al coperto e si ha a disposizione più spazio.


Caso contrario, logica della sottrazione. C'è traffico? Siamo in ritardo? Il parcheggio rispetto al luogo di destinazione è lontano? A quel punto, basta disinserire dalla piattaforma MODI lo scooter o le biciclette e via...verso il luogo di destinazione.
 Il progetto, davvero interessante, al momento è stato sottoposto a varie Case automobilistiche. E chissà, forse un giorno, lo vedremo davvero su strada. 

Francesca Mancuso

Noi siamo quello che scegliamo di essere

Dedicato a coloro che si sentono di far parte di queste meraviglie della natura, che la rispettano, che la amano incondizionatamente,in ogni sua forma.
Dedicato a coloro che pensano che gli animali di altre razze debbano condividere questo pianeta straordinario a pieno diritto come noi.
Dedicato a coloro che hanno preso coscienza di far parte di un tutto è una legge cosmica,attrai ciò che azioni,e l'effetto si presenta conseguentemente.

lunedì 28 ottobre 2013

Maharajas’ Express: un viaggio da “grande re”


India: un immenso contenitore di storia, culture, religioni, tradizioni antichissime e ricchissime biodiversità naturali, il cui nome evoca alla mente fantastici scenari di giungle e tigri; templi e divinità; fortezze e monumenti; deserti, fiumi sacri, palazzi e….”maharaja”. 

Maharaja – che significa “grande re” – è l’antico titolo che veniva dato ai sovrani indiani, che non erano solo una razza a parte, ma, un “mondo a parte” da tutti gli altri. 
Da quando nascevano, infatti, venivano adornati d’oro e pietre preziose, con una tale disponibilità di denaro da poter soddisfare ogni più piccolo desiderio o fantasia e, fra le altre cose, nel tempo cominciarono a dedicarsi ai treni ed alla ferrovia, secondo l’impronta lussuosa della loro vita.

 Affascinati da tutto ciò che si muoveva o volava, i maharajas manifestarono in molti modi la loro passione per il motore a vapore e la ferrovia lasciando una storia ricca di aneddoti e curiosità: dal modellino in argento del sovrano di Gwalior che funzionava sul tavolo dei banchetti per servire bevande e tabacchi ai reali commensali, alla ferrovia giocattolo lunga 2 miglia su cui il principino Madhav Rao Scindia giocava con gli amichetti intorno al palazzo fino alla ferrovia privata con la prima stazione in India del signore di Jodhpur, nel 1880 e la linea statale costruita nel 1936 dal maharaja di Indore con le carrozze più grandi, lussuose e riccamente rifinite all’interno mai realizzate prima.
 Non è un caso quindi – né da tutti – se un treno di lusso si è guadagnato il diritto di essere chiamato: Il Maharajas’ Express.


Nato dall’accordo fra prestigiose compagnie, il treno, operante dal 2010, è davvero l’ultima novità in fatto di “luxury”su rotaia e, grazie all’eleganza, raffinatezza ed eccellenza dei suoi servizi, è stato inserito fra i 25 migliori treni di lusso al mondo (World’s Top25 Trains).
 Le sue 23 carrozze sono equipaggiate di ogni comfort e ritrovato tecnologico che il denaro possa comprare e la scienza offrire. 
I passeggeri sono ospitati in cabine suddivise in “suite de-luxe”, “junior suite”, “suite” ed una “presidential suite” – le più spaziose in questa categoria – tutte con ampi finestrini per non perdere un attimo dei magnifici paesaggi dell’India attraversati dall’Express. 
Dal maxi schermo televisivo dell’ultima generazione al telefono diretto, al collegamento internet e controllo individuale della temperatura, fino ai bagni compatibili con l’ambiente: ogni cosa è curata nel minimo dettaglio.


Personale gentile ed altamente competente, fra cui studiosi dell’India e relatori che aiutano i viaggiatori ad apprenderne storia, usanze e cultura; due ristoranti di alto livello, un bar esotico e un lounge bar; tavoli gioco, zona leaving e boutique. 
Consumazioni tutte comprese nella quota viaggio e curatissimi servizi di trasporto per le escursioni a terra, con refrigeratori per bevande, fornitura di sovrascarpe e copricapi quando occorre e… ogni altra attenzione per un viaggio degno di un maharaja!
 Un vero e proprio hotel di lusso per un suggestivo tour da 10 ed 11 giorni altamente competitivo per gli itinerari offerti -che diversamente ne impiegherebbe almeno 14 – senza la fatica di fare e disfare valigie o continui check-in e check-out.


Tre itinerari del Maharajas’ Express nel cuore dell’India, per offrire in ognuno l’essenza del suo fascino: 

- l’India “dei principi”: partendo dall’ affollata Mumbay (Bombay), un viaggio fra architetture dalla bellezza immortale e monumenti ricchi di storia, alla scoperta delle tradizioni e degli usi locali, con un incontro ravvicinato con la tigre di Ranthambore; 

- l’India “dei re”: partendo da Delhi, addentrandosi nel loro immenso patrimonio culturale, fra partite a polo sugli elefanti e palazzi dei Maharajas; il “monumento all’amore“ e le tigri del Parco Nazionale Ranthambore; 

- l’India “classica”: partendo da Delhi, alla scoperta del lato mistico e dei tesori nascosti, passando nella città sacra Varanasi e navigando sul fiume Gange osservando gli antichi riti religiosi; i templi misteriosi di Khajuraho e la vita selvaggia del Parco Nazionale Banhavgarth. Delhi vecchia e nuova; Jaipur “la città rosa” e Jodphur “ la città blu” , gioielli del deserto; Khajuraho, la città Patrimonio Mondiale dell’Unesco, sede dei templi al Dio Shiva e all’arte erotica; Agra “gioiello dell’India”, col mausoleo Taj Mahal e le colorate tende “khemal”; Varanasi, la città sacra bagnata dal fiume Gange, dove Buddha fondò la sua religione: queste alcune delle mete del viaggio fantastico, fra escursioni sui cammelli con musicisti nel Deserto del Thar, cene in sontuosi palazzi e cortili di forti; barbecues sulle dune del deserto e champagne al tramonto; safari e brunch in mezzo alle tigri e navigazioni sul Gange fra canti, rituali sacri e profumo di incenso e sandalo.
 E fra una tappa e l’altra, riposando in un atmosfera d’altri tempi delle accoglienti carrozze, fra cene raffinate ed incontri al club, si continua ad ammirare l’India, che scorre davanti, dal tramonto all’alba: il Maharajas’ Express è un’esperienza come nessun’altra, in una terra come nessun’altra al mondo.

 Maria lucia Ceretto

“Se questo posto non è il paradiso, è certamente qualcosa che ci si avvicina molto”.

Il Danum River, immerso in una foresta spettacolare. Alberi alti, altissimi, sembra essere catapultati su un altro pianeta, dove i rumori vengono emessi dalla giungla, non dall'uomo; qui ci si sente piccoli, la natura è travolgente e non ci sono dubbi che è lei a dominare lo scenario.
La regione della Danum Vally è un luogo di ricerca sulla straordinaria biodiversità di quest'area dell'isola del Borneo che attira visitatori e naturalisti da tutto il mondo.

La foresta della Danum è abitata da tutti i mammiferi del Sabah, compresi quelli più rari come il rinoceronte di Sumatra, elefanti, orsi, orangutan, varie specie di scimmie e molti altri esemplari.

Quando, durante la passeggiata notturna si spengono le torce, ci si trova dentro un film di fantascienza; i funghi fluorescentii si illuminano facendo in modo che il suolo delle foresta sembri un tappeto luminoso.

Il villaggio dei cobra


Ban Kok Sa-Nga è un villaggio nel nordest della Thailandia che conta poche centinaia di abitanti ma è diventato molto famoso: è  “Il Villaggio dei Cobra”.
Il villaggio infatti ha una caratteristica insolita: tutti gli abitanti allevano come animali domestici… dei serpenti. 
Si tratta di una curiosa idea che un dottore del luogo ha avuto circa 60 anni fa, per risollevare le sorti dell’economia del villaggio. 
Alla fine l’illuminazione: cercare di convincere tutti i concittadini ad allevare serpenti, e organizzare spettacoli con protagonisti gli animali e guadagnarsi, così, un posto come meta turistica. 
Per quanto possa apparire strano, l’idea ha funzionato, ed il villaggio è diventato davvero una meta turistica, che oggi colpisce anche per la familiarità che gli abitanti hanno con i serpenti: del resto, è ormai da un paio di generazioni che questi crescono fin da piccoli circondati dagli animali.

Il Ponte Shahara, Shahara District, Yemen

Questo ponte è stato costruito nel 16 ° secolo e servito allo scopo di collegare il villaggio di Shahara a quello di Shaharat al-Fays attraverso una gola di 300 metri di profondità, così le persone possono facilmente spostarsi da una città all'altra.
Il ponte era  stato costruito per la lotta contro gli invasori turchi, una leggenda diceva che il ponte poteva essere rimosso quando il pericolo incombeva, Progettato e costruito da Salah Al-Yemen agli ordini di Al-Asta Saleh Al-Suaidi, la sua costruzione costò più di 100.000 rial d'argento.

Il ponte è usato dalla gente del posto su base giornaliera, ed è ampiamente considerato un capolavoro architettonico.
Essa attira anche visitatori da tutto il mondo, ma la zona è inospitale e non facilmente accessibile.
Shaharah e Shaharat al-Fays sono accessibili solo in auto, che deve essere sia di proprietà di persona o un affitto. Le misure di sicurezza non consentono ai visitatori di prendere un taxi, se non accompagnati da una guida ufficiale del tour.