lunedì 16 settembre 2013
Oannes – il padre della civiltà Babilonese
Nel 275 a.C, lo storico greco-babilonese Berosso, nel suo trattato “Storia di Babilonia”, descrive una misteriosa creatura apparsa improvvisamente nei fiumi della Mesopotamia, venuta dal cielo, e recatasi nelle acque, da dove istruiva agli uomini sulla conoscenza e la civiltà.
“Questo essere non si nutriva mai, ma parlava con gli uomini tutto il giorno, aveva insegnato a costruire le case e a fondare i templi, a fondare le leggi, e distinguere i semi della terra e a raccogliere i frutti, aveva insegnato i principi della geometria e insegnamenti astronomici. Aveva insegnato agli uomini la civiltà. I suoi insegnamenti erano così universali, che, dopo quell’epoca, non fu aggiunto nulla per migliorarli. Quando tramontava il sole, l’essere si tuffava in mare e attendeva tutta la notte nelle profondità marine in quanto anfibio, Dopo di lui apparvero altri animali simili a lui”. “Diceva di chiamarsi Oannes. Secondo la mitologia d’Oriente, era comparso dal Mare Eritreo ed era un animale dotato di raziocinio; tutto il suo corpo era come quello di un pesce; aveva sotto la testa di pesce un’altra testa, e dei piedi umani, aggiunti alla coda di pesce. Anche la sua voce ed il linguaggio erano umani e articolati. Oannes rimase fra gli uomini senza mangiare, insegnò a loro, che erano ancora molto primitivi, le lettere, le scienze, le arti e le tecniche, compresa l’agricoltura. Ogni sera rientrava nel mare e rimaneva in acqua, perchè era anfibio; scrisse anche un libro sull’origine delle cose e sul vivere civile.
Dopo di lui apparvero altri esseri, simili a lui, chiamati APKALLUS”
Con queste parole Berosso, scriveva di questo Dio, un essere metà pesce, metà uomo, che venuto dal cielo si era tuffato nelle profondità del mare, da cui emergeva per parlare agli uomini.
Si potrebbe dire che questo essere è una creatura fantastica, leggendaria, con cui trovare un espediente per spiegare lo sviluppo della civiltà umana.
Ma qui sorge una domanda, che è sempre la stessa di questo filone archeologico: come mai una creatura con questa descrizione si trova in tutte le parti del mondo?
Oannes, è un nome che in siriano significa “straniero”, “diverso”.
Il culto del dio anfibio, è molto diffuso nelle civiltà mediorientali dei millenni prima di Cristo, i filistei, lo chiamavano Dagon, e i Dogon del Mali, Nommo.
Oannes, presenta tante analogie, con Dagon e Nommo. In tutti i casi, si tratta di una creatura che è venuta dal cielo e che giunto sulla terra si sia rifugiato in luoghi acquatici, a causa della sua morfologia, e da qui, come essere pacificatore avrebbe civilizzato l’umanità.
Ma ritorniamo all’universo.
Gli Oannes, avevano delle cognizioni astronomiche che avrebbero trasmesso a queste civiltà primitive, conoscenze di pianeti, di stelle di orientamenti stellari.
Esiste un cilindro sumero che mostra il sole con attorno i nove pianeti, come è possibile avere questa sorta di conoscenza? Come è possibile che popoli così primitivi potessero avere cognizioni astronomiche così importanti?
Oannes è la pietra miliare per il continuo di questa indagine che induce a pensare che il genere umano, sia stato in qualche modo aiutato da forme di vita aliene, che ne hanno garantito lo sviluppo progressivo attraverso le ere di questo pianeta.
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