martedì 3 settembre 2013

La pazzia è ormai dilagante

Se la notizia non fosse stata diffusa dall’Agi e da altre agenzie di stampa, ripresa poi dal Corriere, avremmo pensato ad uno scherzo di fine estate ideato da qualche blogger.
Oppure ad una delle solite bufale che vengono condivise sui social network.
Invece è tutto vero.
Da oggi anche la cioccolata bianca è razzista e deve essere bandita dagli spot.
Succede anche questo, nel 2013.
Vittima della campagna anti-razzista, stavolta, è stata la nota azienda Ferrero, finita nel mirino delle critiche a causa della pubblicità dei cioccolatini “Ferrero Kusschen”.
Slogan come “La Germania sceglie il bianco” e “Sì, il bianco può” hanno creato una valanga di proteste su facebook e twitter, tali da costringere la Ferrero a fare una precipitosa marcia indietro e ritirare lo spot.

Riportiamo il lancio dell’Agi (AGI) – Berlino, 31 ago. – Anche la cioccolata, se ‘bianca’, puo’ essere accusata di razzismo: e’ successo in Germania alla Ferrero che ha dovuto ritirare la sua pubblicita’ dei cioccolatini ‘Ferrero Kusschen’ per il mare di proteste su Twitter e Facebook dove gli slogan della celebre casa dolciaria piemontese, ideati dall’ agenzia di pubblicita’ M&C Saatchi, sono stati addirittura paragonati a quelli del partito neo-nazista Ndp.
“La Germania sceglie il bianco”, inneggiano nel brevissimo spot i sostenitori di un immaginario comizio all’americana tenuto appunto dagli stessi ‘cioccolatini’ davanti a una folla urlante “Si’ il bianco puo’ (Yes, weiss can)”, sulla falsariga del ‘Yes we can’ lanciato dal presidente Usa Barack Obama (non a caso un ‘nero’!).
“Tutti noi vogliamo far diventare questo paese piu’ gustoso, vogliamo il bianco Ferrero Kusschen per sempre”.
E giu’ l’onda di critiche.
I dirigenti hanno quindi ritirato il video della pubblicita’ e con una mail al giornale tedesco ‘Spiegel’ hanno precisato che qualsiasi riferimento al colore bianco era solo legato al cioccolato. (AGI).
Il “politicamente corretto” è arrivato a coinvolgere persino il cioccolato.
Si fermerà, prima o poi?

Tratto da Quelsi Quotidiano

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