domenica 25 agosto 2013

La Dea Madre delle origini



Possiamo ipotizzare ragionevolmente che quando ancora non vi era consapevolezza circa i nessi tra il concepimento e la nascita, alla donna veniva riconosciuto un potere che l’uomo non possedeva: al suo ciclo mestruale corrispondevano le ciclicità della natura in tutte le sue forme (mensili, stagionali, lunari, cosmiche); all'arresto di questo corrispondeva la nascita del nuovo essere, generato apparentemente dal nulla, per partenogenesi, allattato e nutrito, poi consolato in vita e accolto in morte dalle amorevoli braccia della Madre, come dimostrano gli scheletri di defunti ritrovati anche nella necropoli di Cuccuru is Arrius, del neolitico medio della cultura di Bonu Ighinu, nel ventre di Madre Terra, accovacciati e cosparsi di ocra rossa, a simboleggiare il sangue della rinascita.
Col defunto spesso sono stati rinvenuti reperti del corredo funebre tra i quali, immancabile, una statuina della Dea Madre.
In tale contesto il maschio sembrava non avere alcun ruolo nell’atto riproduttivo, pertanto la donna assumeva un ruolo divino dal quale egli fu per molto tempo escluso
Tutto questo durò almeno 30.000 anni durante il quale vediamo la rappresentazione della Dea che per millenni venne raffigurata in una sola forma, quella della cosiddetta venere gravida, scolpita nella pietra e nell'osso e spesso dotata di forme allusive a vari animali (giumenta, mucca, orsa, cervo, daino) a simboleggiare ch'ella è Madre di tutti gli esseri viventi (ancora la mucca è sacra in India poiché incarnazione della Dea).
Ella presiede tutti gli elementi, soprattutto l’acqua generatrice di vita che viene spesso rappresentata con motivi a ondine



Statuetta dea madre in Sardegna





Dea Iside in Egitto

Da Gregorio Magno in poi la chiesa ha investito molte energie per soffocare il culto della Dea Madre. 
Usando l’aberrazione , la diffamazione la paura dipingendola come il diavolo come mezzo di eliminazione delle donne dal panorama religioso, filosofico e culturale in generale, identificate come plausibile “nemico della chiesa” è esercizio da sempre usato da papi e vescovi, che avevano tutto l’interesse politico a far si che la divinità venisse intesa in senso maschile, non femminile.
Il culto del Dio Padre assunse a sé la concezione trina dei riti alla Dea, quando nella rappresentazione taurina sintetizzava il femminino col mascolino uniti dal soffio divino in una perfetta e immortale relazione. La trinità volse completamente al maschile (padre, figlio e spirito santo) e fu inculcata nel popolo la concezione equivoca del Dio Unico.
La donna, da dea, fu sottomessa dalla forza brutale dei rappresentanti della nuova religione, divenne schiava, ancella del signore: non più sua pari e parte complementare della divinità. Venne relegata nei ranghi più infimi e annientata, anche attraverso l’utilizzo dei mezzi più crudeli, affinché col terrore e la paura potesse restare l’imprinting di inferiorità nei millenni.
Rimuovendo le origini della vera storia e della reale identità della donna. La storia è piena di episodi eclatanti che dimostrano la sistematica rimozione della deità del femminino a favore dell’Uomo – Dio Padre

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